Presentato nella mattinata di martedì 29 aprile il percorso dentro le mura vaticane che percorreranno i ciclisti impegnati nella “Corsa rosa”. Il sindaco di Roma: “Questa edizione sarà l’occasione per tutto il mondo del ciclismo per rendere omaggio a Papa Francesco che aveva voluto fortemente questa straordinaria circostanza”
Gianmarco Murroni – Città del Vaticano
La fatica nelle lunghe e difficili salite, il coraggio di tentare una fuga o di affrontare una volata, l’integrità nel rispettare le regole ed esaltare il gruppo. Secondo Papa Francesco sono queste le virtù che caratterizzano il ciclismo, descritte nell’incontro del 9 marzo 2019 con i partecipanti al congresso dell’Unione ciclistica europea. Proprio per testimoniare quei valori quest’anno il Giro d’Italia, una delle più importanti corse a tappe di ciclismo su strada professionistico, avrà una parentesi all’interno delle mura vaticane, con la partenza dell’ultima tappa a Roma proprio dalla Città del Vaticano. L’evento è stato presentato questa mattina, 29 aprile, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, a Roma.
Il Giro in Vaticano
“Papa Francesco ha sempre coltivato un rapporto vicino allo sport, questa è una delle ultime decisioni prese dal Pontefice: aprire le porte del Vaticano al Giro d’Italia”, spiega monsignor Paul Tighe, segretario del Dicastero per la cultura e l’educazione. “Sarà un bel modo di ricordarlo – continua il vescovo – Lui ha sempre cercato questo scambio, ha sempre voluto creare una cultura di incontro. È un modo di mettere in rilievo i valori fondamentali che lo sport testimonia in modo particolare”. Il percorso attraverserà la parte alta del Vaticano, “dove sono presenti diverse statue della Madonna che provengono da tutto il mondo. Sarà l’opportunità per ammirare la bellezza dei Giardini vaticani, ma soprattutto i ciclisti avranno modo di passere davanti all’immagine di vari santuari mariani che in questo caso diventeranno una vera e propria via mariana, per dare rilievo alla dimensione spirituale del percorso”.
Incontro tra sport e chiesa
A parlare della tappa in Vaticano è anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: “Questa edizione sarà l’occasione per tutto il mondo del ciclismo per rendere omaggio a Papa Francesco che aveva voluto fortemente questa straordinaria circostanza. Sarà possibile vedere l’interno della Città del Vaticano, un’occasione unica. Per Roma sarà un altro grande evento, in un momento davvero intenso per la città”. “Quando è stata concordata con Papa Francesco – racconta Gualtieri – l’evento si annunciava come un bellissimo incontro tra uno sport popolare e sostenibile come il ciclismo e la Santa Sede. Dopo la scomparsa di Papa Francesco sarà l’occasione di rendere un tributo fortissimo a questo Papa straordinario da parte di tutto il mondo dello sport, ma anche da parte delle centinaia di milioni di persone che in tutto il mondo seguiranno la corsa. Nell’anno del Giubileo rafforzare questo rapporto tra lo sport e i messaggi evangelici è molto bello e questo percorso inedito lo testimonierà in una maniera importante”.
Ciclismo e preghiera
“È un passaggio incredibile, perché rappresenta una splendida novità”, commenta, invece, Vincenzo Nibali, ex ciclista e vincitore del Giro d’Italia nel 2013 e 2016. “La Chiesa negli ultimi anni è stata molto vicina al ciclismo, nell’anno del Giubileo questo percorso sarà una vetrina molto importante anche per il Giro. Il ciclismo è uno sport vicino alla gente, passa da quei paesi un po’ lontani dai centri, a volta si arriva in cima a delle vette in cui ci sono dei Santuari, ad esempio l’arrivo di tappa al Santuario di Vinadio”. Secondo Nibali, “il Giro è sempre stato vicino alla Chiesa. Questa è una combinazione fantastica: il binomio sport e preghiera. I fedeli che verranno in visita in Vaticano durante il Giubileo avranno modo di apprezzare anche il passaggio del Giro d’Italia”. L’ex ciclista ricorda anche un momento particolare del Pontificato di Francesco: “Non l’ho mai conosciuto direttamente, ma l’ho sempre seguito. Mi ha colpito molto, nel momento molto difficile che abbiamo vissuto durante il Covid, la sua preghiera e il suo modo di esporsi con la gente. Il suo messaggio è stato una motivazione in più per poter ripartire”.
I valori sportivi nel messaggio del Papa
Grande soddisfazione è espressa anche da Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia: “Nel 2000 siamo passati da Piazza San Pietro, quest’anno entriamo addirittura dentro la Città del Vaticano. Papa Francesco è stato un Papa molto vicino allo sport, in particolare anche al ciclismo. Vorrei ricordare che è stata istituita una società ciclistica vaticana, la sua vicinanza a questo mondo è tangibile. È chiaro che i valori che incarna un Pontefice, in qualche modo, sono simili ai valori dello sport: la fatica, lo stare insieme, l’umiltà. Questi valori, comuni a tutto lo sport, sono i valori che ha rappresentato il Pontefice nei suoi incontri con gli sportivi. Durante i primi anni del suo pontificato ha benedetto per due anni di fila la maglia rosa del Giro, questo è qualcosa che è rimasto nel cuore di tutti coloro che amano il simbolo di questa maglia”.