Sergej Bulgakov.
Chi era veramente Giuda Iscariota? Il discepolo che tradì Gesù per trenta denari, o l’uomo che si è smarrito dentro un mistero più grande di lui? A provare a rispondere è Sergej N. Bulgakov, uno dei massimi teologi dell’Ortodossia russa del Novecento, con un libro per la prima volta disponibile in italiano: Giuda Iscariota. L’apostolo traditore (EDB, 144 pagine, 18,50 euro), con la traduzione e la cura di Lucio Coco.
Pubblicato per la prima volta in Russia negli anni Trenta, il saggio è una riflessione a tutto campo che tiene insieme esegesi evangelica, teologia speculativa e indagine psicologica. Bulgakov non si accontenta della facile condanna: scava nella figura di Giuda con rispetto e inquietudine, cercando di comprenderne la tragedia. «La tragedia di Giuda – scrive – non è solo quella dell’uomo che dispera del perdono di Dio», ma diventa simbolo del conflitto tra la libertà dell’uomo e il disegno insondabile della Provvidenza.
Per Bulgakov, Giuda non è un mero strumento della volontà divina, né un semplice traditore accecato dall’avidità. È piuttosto un uomo dominato da un’idea ossessiva del Regno di Dio, convinto – forse – che consegnare Gesù significasse accelerare l’avvento messianico. «Giuda si aspettava un Messia del tutto diverso», e il suo gesto – nella visione del teologo – nasce da uno scontro insanabile tra attese umane e piani divini.
Il cuore della riflessione di Bulgakov è tutto nella domanda più difficile: Giuda era libero? Se il tradimento era necessario per la salvezza, fino a che punto può dirsi responsabile? «Se Dio crea l’uomo libero, come pensare questa libertà nel caso di Giuda?», si chiede il teologo. Il suo dramma interiore si consuma nel momento in cui si accorge che Gesù non reagirà, non si salverà, e soprattutto non lo perdonerà. Ma è davvero così?
«Giuda non lo sfiora neppure l’idea del perdono di Cristo – scrive Bulgakov –. La sua disperazione lo porta a credere che la misericordia del Signore, che perdonò persino i suoi crocifissori, si sarebbe arrestata di fronte al suo gesto». È qui che il libro tocca il vertice della sua intensità tragica: Giuda si danna perché non riesce ad accettare di poter essere salvato.
Lontano sia dalla demonizzazione sia dalla riabilitazione forzata, il libro di Bulgakov consegna al lettore moderno un ritratto di Giuda profondamente umano. Non un mostro, non un martire, ma un uomo nel quale si riflettono i grandi dilemmi della fede cristiana: libertà, colpa, perdono, destino.
Un’opera potente e necessaria, capace di farci rileggere il Vangelo con occhi nuovi, e di mettere a nudo quella parte di noi che teme di non essere mai abbastanza per meritare la misericordia. Con la lucidità del teologo e la sensibilità dello scrittore, Bulgakov ci accompagna in un viaggio nel cuore della notte, là dove la luce del perdono sembra irraggiungibile – eppure continua a brillare.