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Il dolore dei cristiani di Siria per la morte di Papa Francesco


Una terra martoriata dalla guerra piange il Pontefice che non l’ha mai dimenticata. Da Damasco ad Homs e Aleppo i rappresentanti della Chiese locali danno voce ai sentimenti di amore e costernazione dei fedeli siriani

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

Non ha mai smesso di pregare per l’amata Siria, uno di quei luoghi spazzati dalla ‘guerra mondiale a pezzi’, che Papa Francesco ha sempre condannato con forza e determinazione. Un paese amato per il carico di sofferenza della sua popolazione e per la fede storicamente radicata nei cuori delle comunità cristiane di quelle terre. Non a caso, Papa Francesco ormai impossibilitato a viaggiare, ha voluto inviare alla fine di gennaio come suo rappresentante, il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, con la missione di portare la propria vicinanza e il proprio amore al popolo siriano. Un gesto apprezzato con profonda gratitudine per la salda speranza nella pace e nella riconciliazione che ha voluto infondere all’intero Paese.

Fino ai confini del mondo

“Le brutte notizie viaggiano in fretta”, padre Youssef Jihad dall’altipiano desertico dove si trova il monastero di Mar Mousa parla a poche ore dalla diffusione della notizia della morte di Papa Francesco. “Il Papa è tornato al Padre Celeste e questa è una certezza che ci rasserena. Francesco è stato un testimone umile e profondo del Vangelo, sempre dalla parte del povero e di chi subisce ingiustizie”.


Padre Youssef a Mar Mousa

La costernazione di tutti i cristiani

Da Aleppo, dove le piccole comunità cristiane hanno sempre ricevuto con fiducia le parole di conforto di Papa Francesco nel corso dei giorni più bui della violenza che ha colpito la città nell’ultimo decennio, monsignor Antoine Aoudo, vescovo dei Caldei di tutta la Siria, sottolinea che tra i primi messaggi di cordoglio in Siria sono apparsi anche quelli dei due pastori protestanti, armeno e arabo, di Aleppo. “Il ruolo internazionale di Francesco in favore della pace e la sua capacità di ascolto accanto ai poveri ed ai profughi sono stati percepiti con grande profondità da tutti nel Paese”. Monsignor Aoudo, parlando con i media vaticani, ha voluto condividere anche il suo personale ricordo rievocando l’ultima volta in cui ha celebrato l’Eucarestia con il suo confratello Francesco: “un momento toccante e di comunione profonda”.

Ascolta il messaggio di monsignor Antoine Aoudo

Domenica delle Palme ad Aleppo

Domenica delle Palme ad Aleppo

La preghiera per l’amata Siria

Monsignor Jaques Mourad, arcivescovo siro-cattolico di Homs, racconta dello smarrimento dei fedeli che hanno appreso la notizia a ridosso della messa mattutina. “Qui in Siria la gente non conosceva nel dettaglio le condizioni di salute di Papa Francesco e molti sono stati colti di sorpresa. – spiega monsignor Mourad – “Ho approfittato dell’occasione per ricordare che noi con la nostra fede celebriamo sempre la resurrezione di Cristo, perché la resurrezione di Gesù è la resurrezione di tutti noi. E’ stata una grazia che Gesù abbia accolto l’anima del Papa Francesco proprio nel periodo pasquale”. L’arcivescovo di Homs sottolinea anche come “nella regione la voce di Papa Francesco e la sua costante preghiera per l’amata Siria sia stata percepita sempre come una testimonianza di fede e di coraggio e noi tutti sappiamo che se il nostro capo della Chiesa è coraggioso, noi tutti saremo coraggiosi”.

 

 



Dal sito Vatican News

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