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Il discorso del re e noi, bambini degli anni Settanta, orfani dei biscotti garibaldi

Com’è normale che sia il discorso del Re, Carlo III, al Parlamento italiano è stato analizzato nelle sue implicazioni politiche, in particolare nel passaggio in cui si cita il Parlamento come «fondamentale istituzione democratica» si è osservata l’intenzione di dare un contributo all’affermazione del valore delle istituzioni democratiche in un contesto mondiale in cui si vanno affermando tendenze autocratiche. Dal punto di vista della sensibilità istituzionale: nel ricordo dell’omaggio della Regina Elisabetta a Giovanni Falcone. Era stato cinque giorni dopo la strage di Capaci. Non senza complicazioni sul momento avvicinarsi alla devastazione sull’autostrada a Capaci, e anche dopo, in fase di indagini, per il dubbio che il bisogno di intervenire con urgenza a ripristinare avesse modificato la scena di quel delitto immane.

Ma ai bambini degli anni Settanta il discorso del Re ha fatto soprattutto un effetto proustiano: nel momento in cui, raccontandone il mistero del nome Re Carlo III, ha citato una loro “madeleine”: i “biscotti garibaldi”, specie di gallette semi-dolci che si spaccavano lungo i trattini come vediamo fare ai crackers, ma senza fare crack, perché a ostacolare la frattura netta c’era l’uvetta sultanina schiacciata in mezzo all’impasto. Erano in un involucro di plastica bianca con la marca, se la memoria non inganna scritta in rosso, e sopra la figura del biscotto e dell’uva o qualcosa del genere (sono passati 45 anni, non è un ricordo su cui si possa giurare in Tribunale).

Una marca nota di biscotti inglesi (ancora residualmente presente nei supermercati italiani, ma non con i garibaldi né con l’altra galletta semi-dolce che da piccoli tuffavamo nel caffellatte della colazione e di cui alcuni si sentono tuttora orfani) certificava l’autoctonia inequivocabilmente britannica (scozzese) del simil-cracker dall’evidente nome misteriosamente italiano.

Ora re Carlo ha svelato il mistero di quel nome e il perché che sorgeva in noi all’ora della merenda senza un una Rete da interrogare: «Quando Garibaldi sbarcò vicino a Marsala, in Sicilia, nel maggio del 1860,», spiegato Re Carlo, «due navi da guerra della Royal Navy erano lì a vegliare. Garibaldi era, come sapete, molto ammirato nel Regno Unito. Quando visitò il Paese nel 1864 per ringraziare il popolo britannico del sostegno ricevuto, scoppiò una vera e propria “Garibaldimania”. Circa mezzo milione di persone accorsero a salutarlo a Londra. Gli fu persino dedicato un biscotto – il segno supremo dell’ammirazione britannica! Molti degli eroi del Risorgimento – tra cui Cavour e Mazzini – trascorsero del tempo nel Regno Unito». Piacere di saperlo, è sempre bello avere risposte alle proprie domande di bambini, anche fuori tempo massimo. Funziona un po’ come la dedica del Piccolo principe: «Mi scuso con i bambini», scriveva Antoine de Saint-Exypéry, «per avere dedicato questo libro a una persona adulta. Ho una buona scusa: questo adulto è il miglior amico che ho al mondo. Ho un’altra scusa: questo adulto può comprendere tutto, persino i libri per bambini. Ho una terza scusa: questo adulto abita in Francia dove patisce fame e freddo. Ha davvero bisogno di essere consolato. Se tutte queste scuse non bastassero, allora voglio dedicare questo libro al bambino che questo adulto è stato tempo fa. Tutti gli adulti prima di diventare adulti sono stati bambini. (Ma pochi di loro se ne ricordano.) Pertanto correggo la mia dedica: “A Léon Werth quando era un bambino”.

Ma la risposta soddisfa la curiosità intellettuale, non il gusto perduto. Non sarebbe male se, in cambio dell’idea data dai Romani, ai Britanni, «di mettere la testa di un Re sulle monete – e quindi sono loro particolarmente grato…» – copyright Re Carlo III -, la “pubblicità” indiretta del Re d’Inghilterra ai “garibaldi” in Italia propiziasse il ritorno dei biscotti, da decenni scomparsi alle nostre latitudini. I bambini, garibaldini per la gola, degli anni Settanta gradirebbero, dato che adesso per fare la scorta Oltremanica ci vuole, oltreché un investimento significativo, la fatica del modulo Eta per soprammercato…





Dal sito Famiglia Cristiana

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