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Il diritto di ogni bambino è avere una famiglia

Gentile Redazione,

con la recente pubblicazione dell’articolo “Per l’interesse del minore servono una mamma ed un papà” a firma di Cristina Riccardi su famigliacristiana.it, vorremmo  intervenire e confrontarci nel dibattito pubblico in seguito della Sentenza della Corte Costituzionale del 21 marzo scorso. Come è noto la sentenza dichiara “costituzionalmente illegittimo l’articolo 29-bis, comma 1, della legge numero 184 del 1983, nella parte in cui non include le persone singole fra coloro che possono adottare un minore straniero residente all’estero”.

A nostro avviso è importante sottolineare che il diritto ogni bambino ad avere una famiglia dovrebbe essere il baricentro di ogni visione, indipendentemente dalle sfide dettate dai cambiamenti personali, sociali e legislativi, delle quali occorre, comunque, tenere conto.

È al tempo stesso importante ribadire che, per rispondere alla domanda “Ma di cosa ha bisogno un bambino per crescere in modo adeguato? “ ci si debba avvalere di una visione comprovata da evidenze scientifiche e cliniche, in grado di mettere in luce il diritto del bambino e libera da ogni posizione adultocentrica.

Una forte spinta in questa direzione si è avuta dopo gli anni Novanta, che erano stati caratterizzati dalla denuncia dei ricercatori e dei clinici contro i pregiudizi nello studio delle famiglie, dalla necessità di de-patologizzare la diversità e direzionare invece gli studi all’individuazione delle specificità delle famiglie. Il baricentro si è spostato necessariamente sul tema centrale della competenza del genitore e non sulla geometria relazionale delle configurazioni familiari.

Contestualmente importanti ricerche scientifiche e l’esperienza clinica hanno evidenziato, in questa direzione, che le competenze genitoriali dipendono dalla storia evolutiva del genitore, dalle sue risorse, dal contesto sociale come fonte di supporto o di stress e dalla qualità della relazione sentimentale, se in essere.

Solo queste due dimensioni, le competenze genitoriali e i bisogni del bambino, segnano la strada verso il benessere e i diritti dei minori e hanno guidato le più significative ricerche scientifiche nazionali e internazionali.

Queste hanno messo in luce che non sono né il numero, né il genere dei genitori a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, ma che è la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano, a garantire il loro benessere evolutivo. In particolare, la ricerca psicologica ha messo in luce che il baricentro è la qualità dell’ambiente familiare che i genitori forniscono, indipendentemente dal fatto che essi siano conviventi, separati, risposati, single, dello stesso sesso e che non sono queste le variabili che spiegano il rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psico-sociale degli individui.

CIAI si occupa da più di 50 anni delle bambine e dei bambini e delle loro famiglie, abbiamo imparato da loro le cose più importanti della nostra professione.

Cerchiamo di farci guidare sempre dall’interesse superiore del bambino che rimane l’unica costante in una realtà sociale che cambia e cambierà ancora.

Daniela Russo, Responsabile Adozioni e CIAIPE – Centro Psicologico ed Educativo di CIAI

Alessandra Santona, psicologa e psicoterapeuta, responsabile scientifico di CIAI – Professoressa di Psicologia all’Università degli studi di Milano Bicocca





Dal sito Famiglia Cristiana

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