Le spoglie del primo magistrato elevato agli onori degli altari, ucciso dalla mafia siciliana nel 1990, verranno spostate dalla cappella di famiglia nel cimitero di Canicattì in una cappella della chiesa di santa Chiara dello stesso comune, per volere dell’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano
Alessandra Zaffiro – Agrigento
«Picciotti, che cosa vi ho fatto?», chiese ai suoi assassini il giudice mentre tentava di salvarsi, correndo nella campagna sotto il viadotto Gasena della statale dove fu fermato alla guida della Ford, diretto al palazzo di giustizia di Agrigento. Il giudice Livatino aveva rifiutato la scorta perché non voleva che altri perdessero la vita per lui. >, disse il postulatore della causa di beatificazione, monsignor Vincenzo Bertolone, del magistrato solito scrivere sul suo diario “Sub Tutela Dei”.
Ucciso in odium fidei
Come disposto dall’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, già autorizzata dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, nel pomeriggio di oggi avrà luogo la traslazione dal cimitero di Canicattì alla chiesa di Santa Chiara delle spoglie mortali del Beato Rosario Angelo Livatino, primo magistrato elevato agli onori degli altari il 9 maggio 2021, ucciso a 38 anni in odium fidei dai sicari della Stidda il 21 settembre 1990.
Legalità e giustizia
>. Le parole di don Giuseppe Pontillo, delegato episcopale della diocesi di Agrigento per la traslazione e la ricognizione del Beato Rosario Angelo Livatino, trasmettono tutta l’emozione della comunità per le fasi della traslazione, tra cui il >.
La chiesa di santa Chiara
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Il mausoleo con le palme del martirio
Le spoglie del Beato Livatino riposeranno all’interno di una cappella, il sepolcro sarà semplice, in marmo, il mausoleo richiamerà il reliquiario che ha visitato diverse città d’Italia, con due sbalzi che rappresentano il Vangelo e il codice penale >.