Ormai sembra scontato anche il motto «only the brave», «solo i coraggiosi», per quanto si sappia che Sofia Goggia lo prende alla lettera. Non basta più. Perché altro che coraggio fisico ci vuole a ricominciare ogni volta, chiedendo alla mente di cancellare l’istintiva memoria del corpo, e ricominciare a scendere al massimo come se ll’ultima volta non ci fosse stato uno schianto non ci fosse stato, come se non ci fosse stato l’ultimo dei sette gravi infortuni in carriera, con tutte le conseguenze del caso. Sono passati quasi 11 mesi dalla frattura tremenda del gennaio 2024, sarebbe umano stare un po’ sulle uova tornando a riaprire per la prima volta il cancelletto di una discesa libera dopo tanto tempo, sarebbe umano ma non da Sofia Goggia che ha qualcosa di sovrumano nella capacità di rimettere in campo tutte le energie per ricominciare, attraversando senza certezze dolore e fatica (dopo avere vinto tanto sarebbe umano chiedersi: “chi ti costringe?”, di dominare la paura che comunque deve provare e rinascere sportivamente come l’araba fenice, qualcosa per cui tocca scomodare i miti, perché le categorie storiche segnano il passo.
Era stata dura, addirittura brutale la sosta questa volta. Ne aveva raccontati i dettagli in tutta franchezza, compreso il buio che ha ammesso di aver vissuto, qualche mese fa. Non era scontato tornare quella di prima a questi livelli, figuriamoci tornare così, con un secondo posto a 16 centesimi dalla vittoria, al quale a caldo ha reagito con un commento che rende la lucidità della valutazione ma anche la solita attitudine a non fermarsi: «Ho fatto una gara buona, non eccelsa – ha dichiarato al traguardo -, secondo me sono riuscita a sciare più discretamente sui miei piedi nella parte alta, chiaramente avendo sempre fatto fatica nelle due prove dei giorni scorsi, oggi sono stata molto accorta. È come se avessi sciato per tutta la gara all’80% del mio potenziale. è comunque un ottimo risultato per il quale avrei firmato alla vigilia, però avere lasciato giù quei 16 centesimi nell’ultima parte che mi sono costati la vittoria mi stanno lì, saranno il fuoco per il supergigante di domenica».
Sono parole che dicono che Sofia Goggia è riuscita a tornare quella che è sempre stata, che non solo ha rimesso in sesto i pezzi del fisico, ma ha anche scacciato i fantasmi della mente, che parcheggiati in seconda fila le impedirebbero di scendere libera, come solo lei sa fare dopo tanti cocci ricomposti. Non sappiamo come faccia. Forse perché non è una cosa che si fa. Bisogna esserci così. O forse diventarlo scavando dentro di sé ogni volta un po’ nuove risorse.