Alla morte o rinuncia del Pontefice (come accadde nel 2013 con Benedetto XVI), tutti gli incarichi della Santa Sede cessano immediatamente e tutto, di fatto, si “blocca”, eccetto quella che in gergo burocratico, viene definita “ordinaria amministrazione” come ricorda l’articolo 335 del Codice di Diritto Canonico: «Mentre la Sede romana è vacante o totalmente impedita, non si modifichi nulla nel governo della Chiesa universale; si osservino invece le leggi speciali emanate per tali circostanze».
Con la morte di papa Francesco, avvenuta alle 7.35 del 21 aprile, Lunedì dell’Angelo, è entrato in carica il cardinale camerlengo, che dal febbraio 2019 è l’irlandese Kevin Joseph Farrell, (77 anni, nella foto in alto), attuale Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.
È stato proprio Farrell a dare l’annuncio ufficiale della morte del Pontefice argentino in un video registrato dalla Cappella di Casa Santa Marta dove, alle ore 20 di lunedì, avverrà la constatazione di morte del Pontefice.
È l’articolo 17 della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis a descrivere in maniera dettagliata quali sono i compiti del camerlengo quando la sede è vacante con tutta una serie di procedure e adempimenti non solo formali. «Appena ricevuta la notizia della morte del Sommo Pontefice», si legge, «il Camerlengo di Santa Romana Chiesa deve accertare ufficialmente la morte del Pontefice alla presenza del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, dei Prelati Chierici e del Segretario e Cancelliere della stessa Camera Apostolica, il quale compilerà il documento o atto autentico di morte. Il Camerlengo deve, inoltre, apporre i sigilli allo studio e alla camera del medesimo Pontefice, disponendo che il personale abitualmente dimorante nell’appartamento privato vi possa restare fino a dopo la sepoltura del Papa, quando l’intero appartamento pontificio sarà sigillato; comunicarne la morte al Cardinale Vicario per l’Urbe, il quale ne darà notizia al Popolo Romano con speciale notificazione; e parimenti al Cardinale Arciprete della Basilica Vaticana; prendere possesso del Palazzo Apostolico Vaticano e, personalmente o per mezzo di un suo delegato, dei Palazzi del Laterano e di Castel Gandolfo, ed esercitarne la custodia e il governo; stabilire, uditi i Cardinali Capi dei tre Ordini, tutto ciò che concerne la sepoltura del Pontefice, a meno che questi, da vivo, non abbia manifestato la sua volontà a tale riguardo; curare, a nome e col consenso del Collegio dei Cardinali, tutto ciò che le circostanze consiglieranno per la difesa dei diritti della Sede Apostolica e per una retta amministrazione di questa. È infatti compito del Camerlengo di Santa Romana Chiesa, in periodo di Sede Vacante, di curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede, con l’aiuto dei tre Cardinali Assistenti, premesso, una volta per le questioni meno importanti, e tutte le volte per quelle più gravi, il voto del Collegio dei Cardinali».
Le modalità di gestione della sede vacante è il frutto del combinato disposto di diverse norme: il codice di Diritto canonico; la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, promulgata il 19 marzo 2022, con la quale Francesco ha ridisegnato l’organigramma vaticano; la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, una legge speciale emanata da Giovanni Paolo II nel 1996 «circa la vacanza della Sede apostolica e l’elezione del Romano Pontefice»; e infine la Costituzione apostolica In Ecclesiarum Communione emanata il 6 gennaio 2023 sempre da Francesco per riordinare il Vicariato di Roma.
Chi è il cardinale Camerlengo Kevin Joseph Farrell
Con l’inizio della sede vacante, decadono in maniera automatica da tutti gli incarichi «tutti i capi delle istituzioni curiali e i membri» (compreso, dunque, il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin), tranne, spiega la Praedicate Evangelium, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, il lombardo Diego Ravelli, che supervisionerà i riti, compreso i funerali del Papa, durante questo periodo; e poi i responsabili dei due uffici che non vanno mai in vacanza, il Penitenziere maggiore, il cardinale Angelo De Donatis (che su delega del Papa aveva presieduto il rito delle Ceneri lo scorso 5 marzo scorso), e l’Elemosiniere di Sua Santità, il cardinale polacco Konrad Krajewski, i quali, come prevede la Universi Dominici Gregis all’articolo 14, «continuano a svolgere gli affari ordinari, sottoponendo al Collegio dei Cardinali ciò che avrebbe dovuto essere riferito al Sommo Pontefice».
Rimangono poi in carica il Vicario per la Diocesi di Roma, il cardinale Baldassarre Reina (che lo scorso Venerdì Santo aveva presieduto il Rito della Via Crucis al Colosseo), e il vicegerente, il monsignore Renato Tarantelli (come prevede la Costituzione In Ecclesiarum Communione, agli articoli 13 e 15).
Oltretevere rimangono in carica per curare «soltanto gli affari di ordinaria amministrazione», ridotti per ovvie ragioni al minimo, i segretari dei dicasteri, e, in Segreteria di Stato, il Sostituto agli Affari generali, il venezuelano Edgar Pena Parra, e il Segretario per i Rapporti con gli Stati (il “ministro degli Esteri” del Vaticano), il britannico Paul Richard Gallagher, nonché il cardinale Arciprete della Basilica Vaticana e Vicario Generale per la Città del Vaticano, l’emiliano Mauro Gambetti.
In questa fase, ad assumere un ruolo effettivo sono due figure: il Camerlengo di Santa Romana Chiesa e il Decano del collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, che su delega del Papa aveva presieduto la solenne Veglia pasquale sabato scorso nella Basilica di San Pietro.
Il cardinale Farrell è statunitense di origini irlandesi, uomo di fiducia di Francesco, che nel 2016 lo chiamò a Roma da Dallas, dove era vescovo, per guidare il Dicastero per i Laici, la Vita, la Famiglia.
Farrell è nato il 2 settembre 1947 a Dublino, in Irlanda. Dopo aver completato le scuole primaria e secondaria ha frequentato in Spagna l’Università pontificia di Salamanca e a Roma la Pontificia università Gregoriana e la Pontificia università San Tommaso d’Aquino, conseguendovi la licenza in filosofia e in teologia. Entrato nella congregazione dei Legionari di Cristo nel 1966, è stato ordinato sacerdote il 24 dicembre 1978 dal cardinale Eduardo Francisco Pironio. Dopo aver esercitato inizialmente il ministero come cappellano del Movimento Regnum Christi all’Università di Monterrey, in Messico, nel 1983 ha svolto il servizio pastorale nella parrocchia di San Bartolomeo a Bethesda (Washington), negli Stati Uniti d’America.
L’anno seguente si è incardinato nell’arcidiocesi della capitale statunitense, dove è stato vice parroco di San Tommaso Apostolo fino al 1985, poi direttore del Centro cattolico spagnolo nel 1986, direttore esecutivo reggente delle organizzazioni caritative cattoliche dal 1987 al 1988, segretario per gli affari finanziari dal 1989 al 2001 e parroco dell’Annunciazione dal 2000 al 2002. Intanto dal 2001 ha iniziato a svolgere gli uffici di vicario generale per l’amministrazione e di moderatore della curia.
Il 28 dicembre dello stesso anno è stato nominato da Giovanni Paolo II vescovo titolare di Rusuccuru e ausiliare di Washington, ricevendo l’ordinazione episcopale l’11 febbraio 2002 dal cardinale arcivescovo Theodore Edgar McCarrick, dimesso dallo stato clericale da Bergoglio quando è stato appurato che questi era un abusatore sessuale seriale, morto il 3 aprile scorso all’età di 94 anni in Missouri dove si era ritirato.
Tornando a Farrell, il 6 marzo 2007 Benedetto XVI lo ha chiamato a guidare la diocesi di Dallas. Nel corso del ministero episcopale ha avuto la responsabilità di vari incarichi: cancelliere dell’università di Dallas; membro del consiglio di amministrazione dell’Università cattolica d’America, della Papal Foundation, della Basilica dell’Immacolata Concezione, dell’istituto San Luca in Washington; presidente della Nuova evangelizzazione dell’America; delegato nazionale ai congressi eucaristici internazionali; membro del consiglio direttivo degli amici del Pontificio collegio irlandese a Roma; moderatore episcopale della consulta per la gestione finanziaria diocesana.
All’interno della Conferenza episcopale statunitense ha svolto i compiti di tesoriere, presidente del Comitato per il bilancio e le finanze e di quello per le collette nazionali, membro del Comitato per il culto divino, consultore del Comitato per l’immigrazione, membro del Gruppo operativo per la promozione delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.
Il Camerlengo è coadiuvato dal vice-camerlengo, l’arcivescovo brasiliano Ilson de Jesus Montanari, che è anche segretario del Collegio cardinalizio e, in quanto tale, l’unico non cardinale a poter entrare in Conclave, e «da tre Cardinali Assistenti, di cui uno è il Cardinale Coordinatore del Consiglio per l’economia», il cardinale tedesco Reinhard Marx (come prevede la Praedicate Evangelium all’articolo 235): gli altri due sono estratti a sorte, e a turno, dal collegio cardinalizio. Si tratta della “congregazione particolare” che, durante le elezioni, può trattare «solamente le questioni di minore importanza, che si presentano giorno per giorno o momento per momento» (Universi Dominigi Gregis, articolo 7).
Il Decano del Collegio dei Cardinali è Giovanni Battista Re, 91 anni, bresciano della Val Camonica, uomo che durante il pontificato di Giovanni Paolo II (che l’aveva creato cardinale nel 2001) ha ricoperto gli incarichi-chiave di Sostituto agli affari generali della Segreteria di Stato e Prefetto della Congregazione dei Vescovi.
Il Decano, coadiuvato dal segretario del collegio e sostituito, eventualmente, dal sottodecano, l’italo-argentino Leonardo Sandri, ha il compito di dare la notizia della fine del pontificato a tutti i Cardinali, oltre che al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, e convoca le Congregazioni generali dei cardinali, ossia il “congresso” che prepara il Conclave (come stabilisce la Universi Dominici Grecis all’articolo 19).
A lui spetta il cruciale compito di stabilire l’agenda, con i temi all’ordine del giorno, e lui indicare i “relatori” che interverranno ed è sempre lui, se ha meno di 80 anni, che guida i lavori al chiuso della Cappella Sistina, quando i cardinali elettori votano.
Alla scadenza del loro primo quinquennio, a febbraio 2025, Francesco ha confermato sia il cardinale Re che il cardinale Sandri nel loro ruolo, e poiché tanto il decano quanto il sotto-decano hanno più di 80 anni, a guidare il Conclave è il più anziano dei cardinali dell’ordine dei vescovi, ossia il cardinale Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato.
Un ruolo cruciale e importante perché è lui a guidare i lavori del Conclave quanto tutti i cardinali elettori sono chiusi nella Cappella Sistina. Il cardinale decano è colui che presiede anche la Messa “Pro Eligendo Romano Pontifice” prima dell’inizio del Conclave.