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I cattolici in Mongolia ricordano Francesco. “La sua visita ci ha dato forza e coraggio”

Giorgio Marengo, 50 anni, il missionario della Consolata che papa Francesco aveva creato cardinale nell’agosto del 2022, è partito stamattina da Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia, diretto a Roma, dove parteciperà al Conclave. Il suo confratello, amico, coetaneo e conterraneo cuneese Daniele Giolitti, lo ha salutato prima della partenza.

Padre Giolitti, che cosa le ha detto il cardinale prima di partire ?

“Prega per me”.

Un cardinale che entra in Conclave potrebbe diventare papa. Questa cosa la spaventa?

“No, il pensiero non mi fa paura, nel caso mi dispiacerà non vederlo più qui”.

Papa Francesco aveva visitato la Mongolia nel 2023, lì come avete vissuto questi giorni di lutto per la Chiesa?

“Il giorno dopo la morte di Francesco abbiamo avuto continue visite di condoglianze alla sede della Prefettura apostolica dove risiede il cardinale  Marengo. Abbiamo preparato un piccolo spazio per la preghiera e le persone hanno potuto visitare  la camera dove Francesco ha alloggiato durante i suoi tre giorni in Mongolia. C’è il letto dove ha dormito e una scrivania. La gente ha lasciato un messaggio nel libro delle condoglianze, chi voleva poteva recitare  una preghiera  in mongolo e depositare un po’ di incenso davanti alla fotografia del papa”.

Chi è venuto in visita?

“Autorità e persone della comunità cristiana. Dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Mongolia a una comunità di bambini disabili seguiti dalle nostre suore”.

Avete ricevuto le condoglianze della comunità buddista?

“Sì, ci sono state le condoglianze dal capo del principale monastero buddista e poi siamo stati invitati a partecipare a una preghiera nel monastero di Gandan Ulambaatr. I monaci hanno pregato con delle sutre tibetane per papa Francesco. Io e un prete missionario coreano siamo stati in prima fila e abbiamo acceso un lumino”.

Qual è l’eredità della visita di Francesco per la comunità cristiana della Mongolia?

“Ha dato tanto coraggio e la forza di proseguire ai missionari. Ad esempio mi ha spinto a tornare qui, dove era stato per qualche tempo alcuni anni fa. Inoltre la visita di Francesco ha dato ai mongoli l’occasione di una e conoscenza più profonda dei cattolici e della religione cristiana. Quando ci presentiamo come missionari cattolici, ora le  persone ci identificano subito con papa Francesco, che qui è stato molto apprezzato per il suo rispetto della religione e delle tradizioni mongole”.





Dal sito Famiglia Cristiana

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