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Greenaccord per la difesa dei territori

«Un paese senza servizi non è un paese, è un mucchio di case». Angelo Cervo, vicesindaco di Alvito, piccolo comune di 2.500 abitanti in provincia di Frosinone, spiega che sono gli uffici postali, la presenza di un bancomat, la possibilità di curarsi senza dover intraprendere viaggi di chilometri e chilometri, le aule scolastiche a tener viva una comunità e a impedire lo spopolamento. In un paesaggio da incanto, ma sperduto, il XIX Forum dell’informazione cattolica per la custodia del creato, affronta il tema della tutela dei territori e della carta di Pescasseroli. Siglato nel 2023, in occasione dei cento anni dell’istituzione del Parco nazionale d’Abruzzo, il testo deontologico detta le “Linee guida per la consapevolezza ambientale nella professione giornalistica” e si fonda su quattro pilastri: accuratezza, equilibrio, proattività e responsabilità. Chiede di evitare i sensazionalismi e di proporre anche soluzioni possibili. Ed è in questa ottica che i giornalisti arrivati da quasi tutte le regioni italiane, dal 21 al 23 marzo si stanno confrontando con problemi concreti, quelli dei territori montani, per capire come incentivare il ripopolamento di questi luoghi. Grazie anche a una informazione accurata, capace di descrivere le risorse e le bellezze di questi territori, le opportunità, la qualità della vita e delle relazioni. «Dovremmo cercare di capire cercando di capire, da un lato quali sono le debolezze», spiega Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord, «dall’altro cosa offrno questi territori e come valorizzarne le risorse».

Nel corso dell’incontro promosso dall’associazione, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Regione Lazio e del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio Molise, e con la partnership, fra gli altri, anche di Famiglia cristiana, si è sottolineato anche come ipiccoli comuni nelle aree montane sono categorizzati come aree interne e svantaggiate a causa della lontananza dai grandi servizi. I sindaci si trovano a gestire problemi che spesso non rientrano nelle loro competenze, come sanità e sicurezza, a causa della vicinanza ai cittadini. «Anche se manca la corrente elettrica il cittadino chiama in Comune», ha sottolineato Cervi. Inoltre i comuni affrontano, qui più che altrove, critiche per le gestioni spicciole. Dalla sicurezza all’erba alta, all’illuminazione pubblica, alle questioni di sanità. Problemi che, però, sottendono una questione sociale più profonda che è quella della solitudine. I piccoli comuni lottano per mantenere servizi essenziali come scuole, farmacie e bancomat, affrontando tagli continui. La mancanza di medici di famiglia è una sfida crescente. Di contro, però, cresce il turismo, con investitori esterni che vedono potenziale nella biodiversità e nel paesaggio. Senza servizi di base, però, anche il turismo può stentare a decollare. «Questi luoghi», ha spiegato monsignor Ambrogio Spreafico vescovo di Frosinone, Veroli, Ferentino e Anagni-Alatri, «sono le periferie di cui parla spesso Papa Francesco, ma anche qui si sogna e si progetta il futuro. Essere qui come giornalisti vuol dire assumere una coscienza che non è solo ambientale, ma anche civile e relazionale, che ci aiuta a considerare queste terre come posti di relazione e di costruzione di un mondo fraterno. Spesso in questi piccoli centri le relazioni sono dirette, ci si conosce tutti, e in un mondo dove tutto è troppo virtuale diventano un esempio da imitare. Pensiamo ad esempio al ruolo degli anziani, in questi paesi sono degli scrigni di memoria preziosi». Soprattutto laddove, come ha sottolineato Marco Bussone, presidente Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani), mancano i giovani e si vive una crisi demografica importante, la presenza degli anziani va valorizzata. E, al contempo, vanno riorganizzati i sistemi istituzionali per affrontare le sfide demografiche e ambientali. «Le aree montane», ha ricordato, Bussone, «rappresentano il 67% del territorio italiano. Per questo è necessario un nuovo patto tra territori per rafforzare la concertazione, riorganizzare i sistemi istituzionali per essere più forti e capaci di attrarre risorse, prendendo esempio da Francia e Germania». Vanno valorizzati gli eco sistemi, le risorse idriche e le foreste, create le comunità energetiche. A questo proposito Patrick Maurelli, responsabile del progetto Sun4U,, ha spiegato come «la comunità energetica permette di mettere insieme le forze e servire in maniera migliore l’intera comunità residente. Proprio per facilitare tutto questo abbiamo creato una app gratuita Sun4U attraverso la quale i cittadini possono incontrarsi, mettere a disposizione le proprie competenze e creare così insieme una comunità energetica».





Dal sito Famiglia Cristiana

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