Non un evento spot, ma un intero festival dedicato alla memoria: Le parole di Hurbinek è un percorso culturale dedicato al pensiero sull’Olocausto e alle sue vittime, costruito con l’idea di tenersi lontani da commemorazioni rituali che rischiano di occultare invece che porre l’accento sull’oggetto e il valore della memoria. Un’intensa settimana di eventi attorno al 27 gennaio a Pistoia. Lezioni civili, laboratori, spettacoli, in diverse sedi: Funaro, Piccolo Teatro Bolognini, Palazzo de’ Rossi, Libreria Lo Spazio e nelle scuole della città È sulla “razza” che si concentra questa terza edizione, una parola-mondo che rinvia a una costellazione di altre parole. Nazionalismo, suprematismo, identità, intolleranza, stereotipo, paura, violenza, purezza/impurezza le fanno da cornice e la rafforzano, rendendola quanto mai vera e reale.

Tra gli eventi il 22 gennaio, alle ore 17.30, al Saloncino della Musica di Palazzo de’ Rossi, Razza. Ordine, gerarchia, società chiusa, lezione civile di David Bidussa, storico sociale delle idee, già direttore editoriale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.
Il 23 gennaio, nello stesso spazio, alle ore 17.30 Finzione della razza e realtà del razzismo: riflessioni tra Italia e Stati Uniti, di Silvana Patriarca, storica, docente alla Fordham University di New York, con la moderazione di Ginevra Villani. Le parole di Hurbinek 2025 presenta alcune novità alla voce “spettacoli”: il 24 gennaio, alle ore 20.45 il debutto teatrale de L’amico ritrovato dal testo omonimo di Fred Uhlman, con la traduzione, l’adattamento e la regia di Ciro Masella, in scena con Filippo Lai. Un racconto di formazione teso, struggente e appassionante, una delle più belle storie mai scritte, che prende corpo sulla scena in tutta la sua potenza poetica. Il 25 gennaio ancora alle 20.45, al Funaro, va in scena Viaggio in Armenia, in un nuovo allestimento liberamente tratto dall’opera omonima di Osip Mandel’štam, con la riduzione e adattamento di Silvio Castiglioni, anche in scena, e di Giovanni Guerrieri, che firma la regia. A introdurre la serata Stefano Garzonio, studioso dell’opera dello scrittore russo. Il 26 gennaio, alle ore 17.00, al Funaro andrà in scena Diario di guerra – Vita Immaginaria di Enrica Calabresi, spettacolo in musica da un testo di Isotta Toso, regia di Stefano Cioffi, con Alessandra Evangelisti, musiche dal vivo di Gabriele Coen, sax e clarinetto e Riccardo Battisti, fisarmonica: è incentrato sulla figura della scienziata ebrea, una donna toscana caduta nell’oblio, che a seguito delle leggi razziali fu cacciata dall’università e si suicidò per non subire l’onta della deportazione. Il merito del recupero della sua memoria va a una ricercatrice e insegnante pistoiese, Alessandra Sforzi, che ha scoperto le sue carte e che il 26 gennaio ci racconterà questa storia.
Si chiude il 27 gennaio, alle ore 17.30, al Piccolo Teatro Bolognini con Come siamo arrivati fin qui?, un dialogo tra Paola Caridi, giornalista e saggista, Gad Lerner, giornalista e saggista, Stefano Levi Della Torre, critico d’arte e saggista. Introducono e moderano l’incontro Massimo Bucciantini, Arturo Marzano, docente di Storia e istituzioni dell’Asia all’Università di Pisa e Eliana Princi, Liceo Artistico Petrocchi di Pistoia.