Drammatico aumento delle vittime dall’inizio del conflitto. Dalla ripresa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia, cinque giorni fa, sono stati uccisi più di 670 palestinesi. L’esercito circonda Rafah, mentre a Khan Yunis è stato ucciso un alto funzionario di Hamas. Domani il viaggio di Kaja Kallas, a capo della diplomazia europea
Vatican News
Oltre 50mila morti a Gaza, una cifra spaventosa, impronunciabile, che in poco tempo verrà superata e di molto. I raid israeliani, solo nelle ultime 24 ore, ne hanno uccise 39 di persone, i morti da quando sono ripresi i bombardamenti, quasi una settimana fa, sono più di 670. Le cifre sono del ministero della Salute di Gaza, ritenute non attendibili da Israele, affidabili invece dalle Nazioni Unite.
Ucciso Salah al-Bardawil
L’esercito israeliano ha intanto circondato un distretto di Rafah, nel sud della Striscia. Tal al-Sultan era già stato abbandonato da molti degli abitanti ai quali era stata intimata l’evacuazione per operazioni mirate a “smantellare le infrastrutture terroristiche ed eliminare” i combattenti presenti. In un attacco su un accampamento di tende nell’area di Khan Yunis è rimasto invece ucciso un alto funzionario di Hamas, Salah al-Bardawil, membro dell’ufficio politico del movimento e del Consiglio legislativo palestinese. Operazioni sono state inoltre lanciate su Beit Hanoun, nel nord del territorio.
Domani la visita di Kaja Kallas
È dal 18 marzo che Israele ha rotto la tregua con Hamas, in vigore dal 19 gennaio. I bombardamenti ripresi su Gaza hanno quindi costretto migliaia di gazawi, già sfollati da 17 mesi di guerra, a fuggire ancora una volta tra le rovine. Nelle mani di Hamas restano ad oggi ancora 58 ostaggi rapiti il 7 ottobre del 2023. Il loro rilascio, assieme a un “ritorno immediato” all’accordo di cessate il fuoco verrà chiesto domani, lunedì 24 marzo, dall’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, che sarà in Israele e nei Territori palestinesi per incontri con le massime autorità.