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Gaza, il dramma dei neonati che muoiono di freddo

Morire di freddo nella notte in cui si celebra la nascita di Gesù, non troppo distante da dove il Figlio di Dio venne alla luce. È successo a Khan Yunis cittadina della Striscia di Gaza con annesso campo profughi, a 70 chilometri da Betlemme. Una tenda al posto della capanna, e nessun bue o asinello a scaldare la neonata: solo l’orrore della guerra fra Israele e Hamas che non lascia scampo nemmeno ai bambini. 
Sila, riporta l’agenzia palestinese Wafa, era nata da tre settimane. È morta di ipotermia, dopo l’ennesima notte sotto un tetto di nylon, riscaldata solo dai corpi dei genitori. La mamma, con il poco latte del suo seno, cercava di calmarne il pianto. «Di notte si è svegliata tre volte piangendo. Poi ha smesso, non aveva più la forza. Al mattino era priva di sensi, come un pezzo di legno», ha raccontato all’Associated Press il padre Mahmoud al-Faseeh. 
Un dramma indicibile ma per nulla isolato nella Striscia: solo negli ultimi giorni, quello di Sila è il quarto decesso di un neonato in circostanze simili. Altri due piccoli, denuncia Ahmed al-Farra, direttore dell’ospedale Nasser di Khan Yunis, avevano tre giorni e un mese. Il quarto si è spento oggi. Secondo i funzionari sanitari locali, la carenza di cibo tra le madri sta contribuendo a un aumento dei problemi di salute tra i piccoli. Il ministero della Salute della Striscia, espressione di Hamas, ha emesso l’ultimo bollettino di guerra: 38 morti in 24 ore, 45.399 dall’inizio della guerra, circa 108 mila i feriti. «Con dolore penso a Gaza, a tanta crudeltà; ai bambini mitragliati, ai bombardamenti di scuole e ospedali… Quanta crudeltà! – ha detto anche papa Francesco all’Angelus di domenica, alla viglia dell’apertura dell’Anno Santo – Preghiamo perché a Natale possa cessare il fuoco su tutti i fronti di guerra, in Ucraina, in Terra Santa, in tutto il Medio Oriente e nel mondo intero». Natale è passato, la guerra continua: la morte di Sila e degli altri bimbi innocenti scuota le coscienze di tutti.

Nella foto: la piccola Sila, morta di ipotermia la notte di Natale, vegliata dal padre.





Dal sito Famiglia Cristiana

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