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Gaza, il capo del Mossad in Qatar per nuovi colloqui sulla tregua

Proseguono i negoziati per cercare di arrivare a un cessate-il-fuoco nella Striscia. Il capo del Mossad è atteso a Doha, mentre il segretario di Stato Usa Rubio ha incontrato nei giorni scorsi il primo ministro del Qatar Al Thani. Nuovi raid nel territorio di Gaza hanno causato almeno 70 morti tra ieri e stamattina.

Roberto Paglialonga – Città del Vaticano

Mentre la guerra a Gaza infuria con violenza dopo la fine della tregua faticosamente raggiunta il 19 gennaio, i negoziati per un nuovo cessate-il-fuoco sembrano entrare nel vivo. Secondo media israeliani, il direttore del Mossad, David Barnea, si starebbe recando a Doha per discutere con il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, i temi della liberazione degli ostaggi ancora detenuti dagli islamisti nella Striscia e dello stop ai combattimenti. Il sito Israel Hayom riporta che i membri del team negoziale avrebbero infatti chiesto al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, di riportare Barnea a un ruolo di primo piano nei colloqui.

Negoziatori al lavoro per una nuova tregua a Gaza

Ma a proseguire in queste ore sono anche i contatti tra i diversi Paesi mediatori, Egitto, Qatar e Usa. Lo sceicco Al Thani, infatti, ha incontrato a Washington un paio di giorni fa il segretario di Stato americano, Marco Rubio, con l’obiettivo — così riferisce il quotidiano «Doha News» — di parlare degli equilibri che vanno ridisegnandosi in Medio Oriente (Gaza, Siria, Libano) e di limare i punti di disaccordo ancora presenti nelle bozze che negli ultimi giorni sono circolate tra le parti in causa, Israele e Hamas. I nodi principali, in particolare, rimarrebbero la presenza delle truppe israeliane nel territorio della Striscia e la consegna delle armi da parte dei miliziani, in vista di un cessate-il-fuoco che il gruppo palestinese vuole di lungo termine.

Israele minaccia un’estensione delle operazioni militari

Tentativi che, al momento, stridono con le minacce dei rappresentanti del governo israeliano e delle forze armate. Il capo di stato maggiore delle dell’Idf, Eyal Zamir, visitando Rafah, ha avvertito che Israele estenderà le operazioni militari se non ci saranno progressi nel rilascio dei sequestrati, accodandosi a dichiarazioni simili del ministro degli Esteri, Israel Katz. E nel frattempo nuovi ordini di evacuazione sono stati emessi per i residenti a Beit Hanoun e in altre località nel nord della Striscia, gli aiuti sono ancora bloccati e anche tra ieri e stamani si sono contati almeno 70 morti a causa di raid nell’enclave. 

La Corte dell’Aja riesaminerà la giurisdizione sui mandati di arresto di Netanyahu e Gallant

Intanto la Corte d’Appello della Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) ha stabilito che la questione della competenza giurisdizionale sui mandati di arresto emessi contro il premier israeliano, Netanyahu, e l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, dovrà essere riesaminata. In sostanza, i mandati restano in vigore, ma la Corte d’Appello ha deciso di rinviare ai giudici di primo grado l’esame se la Cpi abbia effettivamente competenza sul caso, considerando che Israele non ha firmato lo Statuto di Roma, ovvero il testo istitutivo del tribunale internazionale.
 



Dal sito Vatican News

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