Meno di mezz’ora, ma non voleva mancare. Papa Francesco, appena ha smesso di piovere, alle 14.55, e prima che ricominciasse a gocciolare, alle 15,25, si è messo in macchina e ha raggiunto il carcere di Regina Coeli, a due passi dal Vaticano per incontrare i carcerati. Nella giornata del giovedì santo, come ha fatto da sempre, anche quando era arcivescovo a Bueno Aires, Bergoglio visita i detenuti ponendosi la domanda, come spesso ha spiegato, «Perché loro e non io?». Ad attenderlo, nella rotonda dell’istituto penale romano dove era già stato nel 2018, una settantina di detenuti. Il coro «Francesco Francesco», alternato con il grido «Libertà libertà», è proseguito anche dopo l’uscita della macchina del Papa. Francesco ha parlato per pochi minuti, senza naselli per l’ossigeno, accolto dal Direttore, Claudia Clementi, e dal personale del penitenziario.
«A me piace fare tutti gli anni quello che ha fatto Gesù il Giovedì santo, la lavanda dei piedi in carcere», ha spiegato. «Quest’anno non posso farlo, ma posso e voglio essere vicino a voi. Prego per voi e per le vostre famiglie». Al termine ha salutato personalmente tutti i 70 detenuti, di diverse nazionalità, che partecipano regolarmente alle attività e alle catechesi organizzate dal cappellano dell’istituto.
Quando è uscito, a bordo della 500 bianca, rispondendo alle domande della collega Cristiana Caricato, di tv2000 ha sottolineato che «Ogni volta che io entro in un posto come questo mi domando: perché loro e non io?» e sulla Pasqua ha detto «La vivrò come posso».