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Festival dell’Innovability, l’Italia guidi un Rinascimento verde

Alla Casa del Cinema di Roma si riflette per tre giorni sull’innovazione sostenibile. Enrico Giovannini, Direttore Scientifico dell’ASviS: “L’enciclica Laudato si’ e il magistero della Chiesa hanno sostenuto gli ultimi dieci anni di sforzi in direzione di ecologia e sostenibilità”

Daniele Piccini – Roma

Tre giorni di riflessioni sulle potenzialità del mondo e dell’Italia in tema di innovazione sostenibile. Nel contesto del “Villaggio per la Terra” a Villa Borghese a Roma, che, da giovedì 10 aprile a domenica 13, ha sensibilizzato studenti e adulti sulla complessità e sulla bellezza dell’ecosistema Terra, alla Casa del Cinema di Roma va in scena fino a mercoledì 16 l’Impatta Disrupt, il Festival dell’Innovability. Due temi complementari, quello dell’ambiente e quello dell’innovazione ecologicamente compatibile, che si passano idealmente il testimone in un’ancipite manifestazione di cui i media vaticani sono media partner.

Sostenibilità e felicità dell’uomo

“Questo Festival non vuole essere una rassegna delle buona pratiche di innovazione, ma essere un momento di riflessione tra decisori politici, economici e finanziari affinché si sblocchi quel potenziale italiano di innovazione che tutto il mondo ci riconosce e che può dare vita ad un Rinascimento verde a cui la storia ci chiama con forza”, spiega Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia, riassumendo le prospettive e gli obiettivi del Festival. “Siamo qui per chiederci come creare un ambiente migliore per le start up, visto che spesso realtà imprenditoriali che stentano nel nostro Paese, emigrano all’estero e diventano fiori all’occhiello. L’Italia – sottolinea Sassi – non può smettere di perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di tutto ciò che contribuisce alla felicità dell’uomo. Abbiamo la storia, la cultura, la creatività e la capacità di innovazione sufficienti per dare vita ad una svolta del genere”.

L’Italia culla del Rinascimento verde

L’arte contro la plastica

“Sono il presidente dello Stato più esteso al mondo. Il mio territorio sono le isole di plastica che sono disperse negli oceani”: così si presenta provocatoriamente l’artista Cristina Finucci, che si definisce “presidente del Garbage Patch State”. “Parlo naturalmente della mia opera d’arte, un’opera per sensibilizzare sul problema non solo dei rifiuti e della plastica, ma di tutto ciò che affligge il nostro mondo: cambio climatico, disuguaglianze, conseguenze sociali della crisi climatica. Per fare questo sono andata nel 2013 all’Unesco e ho piantato una bandiera in mezzo ad uno stato isola, una installazione che avevo realizzato con tutti i rifiuti in plastica, dichiarandomi presidente del Garbage Patch State. Da allora ho fatto tantissime installazioni in tutto il mondo. Sono andata alla COP21, alle Nazioni Unite, sono stata in consessi internazionali, per far conoscere questo mio stato prima alle persone comuni e poi anche ai governanti. L’impatto è stato molto forte anche perché l’arte ha un linguaggio trasversale che non tocca solo il cervello, ma impatta direttamente il cuore e può creare veramente una nuova coscienza nelle persone. La mia arte non è mai cupa, ma cerco di attirare l’attenzione delle persone in maniera giocosa”.

La battaglia dell’arte contro la plastica

La sostenibilità e il Magistero della Chiesa

Le riflessioni del Villaggio per la Terra e del Festival dell’Innovability si collegano idealmente con le celebrazioni per i dieci anni dalla pubblicazione dell’enciclica di Papa Francesco Laudato si’, che si terranno tra pochi giorni. Dieci anni di lavoro “straordinario”, come li definisce Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile). “Il 2015 – spiega – è stato un anno straordinario per il tema della tutela del Creato. È stata pubblicata l’enciclica di Papa Francesco sull’ecologia integrale Laudato si’. Si sono raggiunti a Parigi gli accordi sul cambiamento climatico. Nello stesso anno c’è stata la firma dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. A dieci anni da queste pietre miliari resta uno sforzo straordinario in tutto il mondo, guidato dal magistero di Papa Francesco, trasformato in obiettivi politici concreti. Dopo i primi cinque anni per la realizzazione dell’Agenda 2030, sono arrivati la pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione, poi le tensioni geopolitiche hanno risospinto indietro il mondo rispetto quegli obiettivi. Ma gli sforzi fatti non sono andati affatto perduti. Anzi bisogna insistere”.

In questa decennale discussione, il magistero della Chiesa, e in particolare l’attenzione dedicata da Papa Francesco ai temi dell’ecologia integrale, è stata un faro di orientamento. “L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – conclude Giovannini – promuove Impatta Disrupt Il Festival dell’Innovability e poi il 23 maggio una discussione su queste tematiche alla Camera dei Deputati con il cardinale Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, che farà il punto sui dieci anni dalla Laudato si’”. 

La Chiesa e gli sforzi verso la sostenibilità



Dal sito Vatican News

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