Nevianonline.it
Sito ufficiale della Parrocchia Matrice San Michele Arcangelo. Neviano Lecce.

Femminicidi, tragedia infinita: «Basta limitarsi a gestire l’emergenza»

«Non possiamo più chiederci, dopo un femminicidio, perché è successo: bisogna agire. Servono prevenzione e azioni concrete per sostenere un cambiamento culturale». Arianna Gentili è la responsabile del 1522 per Differenza donna del 1522, il numero gratuito antiviolenza e anti stalking, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, gratuito e attivo 24 ore su 24. La interpelliamo dopo i femminicidi di Ilaria Sula, ventiduenne scomparsa a Roma il 25 marzo e ritrovata oggi a pezzi in una valigia, e di Sara Campanella, accoltellata due giorni fa a Messina.
15 femminicidi in Italia dall’inizio dell’anno, un dramma infinito. Perché?
«Stiamo investendo troppo poco sulla prevenzione, non si può sempre e solo gestire l’emergenza. Gli ultimi due casi per altro confermano quel che diciamo da tempo: la violenza è trasversale, riguarda tutte e tutti. Ilaria e Sara erano due ragazze comunissime, giovanissime studentesse universitarie».
Siamo portati a pensare che le violenze avvengano in contesti di fragilità?

«Sì, è così. Dopo nuovi casi rileviamo sempre un aumento dei contatti al 1522. Ci sono femminicidi che risuonano più di altri e in cui ci si identifica per contesti simili al proprio: si realizza che quanto successo potrebbe accadere anche a noi. Occorre attenzionare subito alcuni comportamenti. È gravissimo che qualcuno non accetti le nostre decisioni, ci segua, chieda continuamente spiegazioni. Non dobbiamo aspettare di arrivare alla violenza fisica, questi comportamenti vanno segnalati subito, a nostra tutela, rivolgendosi a un centro antiviolenza o chiamando il 1522, anche solo per un confronto. Spesso le donne aspettano che il persecutore la smetta, sperando che si stanchi. Viceversa più passa il tempo più l’uomo sente di perdere il controllo sulla vittima e si arriva all’escalation della violenza».
Vien da dire che in Italia la prevenzione non è sufficiente, è così?
«Gli interventi spot non bastano. Non si può – ad esempio – non parlare nelle scuole di relazioni, consenso, rispetto: dobbiamo aiutare bambini e ragazzi a costruire una cultura nuova, inclusiva. E occorre anche una formazione a tappeto per quanti, forze dell’ordine e operatori sanitari, vengono a contatto con vittime di violenza».
A marzo nel nostro Paese è stato introdotto il femminicidio come reato specifico, punito con l’ergastolo. È una misura sufficiente?
«Come dice anche l’avvocata Teresa Manente, responsabile Ufficio Legale Differenza Donna, siamo soddisfatte perché per la prima volta si parla di violenza sociale e strutturale. Servono però gli strumenti per rendere efficace e operativa la norma. La misura va sostenuta economicamente, servono investimenti economici per azioni concrete di cambiamento. Non possiamo più chiederci, dopo un femminicidio, perché è successo: bisogna agire».





Dal sito Famiglia Cristiana

Visualizzazioni: 1
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito web usa i cookies per migliorare la vostra esperienza di navigazione. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accetto Leggi altro

Privacy & Cookies Policy