«Sono affranto, disorientato. Siamo soli». Così Fabio Fazio ha salutato papa Francesco, morto nelle scorse ore lasciando un vuoto immenso nella Chiesa e nel mondo. Parole affidate ai social ma anche a un’intervista all’agenzia Adnkronos, in cui il conduttore ha espresso un dolore profondo, personale, quasi familiare: «In questo mondo sempre più buio lui è stato una luce da seguire, l’unico che ha parlato con saggezza e con umanità di pace, l’unico che ha parlato di prospettive buone in questo mondo sempre più violento e sempre più aggressivo. Oggi il mondo è senza questa luce».
Un legame speciale, quello tra Fazio e il Pontefice, culminato nella storica intervista andata in onda su Che Tempo Che Fa il 14 gennaio 2025. Un dialogo intenso e umano, in cui Francesco affrontò con la consueta franchezza i grandi temi del nostro tempo: il dramma della guerra in Medio Oriente, il Giubileo imminente, il dramma dei migranti e il valore insostituibile della speranza. “La speranza non delude mai”, disse il Papa, consegnando a milioni di spettatori un messaggio che oggi appare come un’eredità morale.
In quella serata speciale, papa Francesco parlò anche della crisi demografica in Italia e dell’importanza di un’accoglienza reale. «In Italia l’età media è di 46 anni: non fa figli. Faccia entrare i migranti», disse con fermezza. Le sue parole fecero il giro del mondo, ribadendo una visione evangelica e sociale che non ha mai temuto di sporcarsi le mani.
A testimoniarla, puntata dopo puntata, anche don Mattia Ferrari, spesso ospite di Fazio. Cappellano di bordo di Mediterranea Saving Humans, prete di frontiera e amico personale di papa Francesco, don Mattia ha più volte raccontato al pubblico di Che Tempo Che Fa le sue esperienze tra i naufraghi salvati nel Mediterraneo, portando in studio il respiro vivo di un Vangelo che si fa carne nei gesti e nelle scelte. Proprio lui era stato ricevuto più volte in Vaticano, riconosciuto dal Papa come una presenza necessaria, tra le più coerenti del cattolicesimo di oggi.
Fazio lo ha voluto con sé in molte puntate, come a costruire un ponte tra la televisione e l’impegno civile e spirituale che Francesco non ha mai smesso di sollecitare. «Era un maestro di umanità – ha detto ancora Fazio – capace di parlare al cuore delle persone e di riavvicinarle alla Chiesa con parole di misericordia e perdono».
La scomparsa del Papa segna una cesura storica. Ma le sue parole, quelle affidate a una sera di gennaio e quelle seminate negli anni, restano un faro. Fabio Fazio, oggi, ne è uno dei custodi. E con lui, chi ha scelto – come don Mattia – di restare sulla soglia, tra la Chiesa e il mondo, tra il dolore e la speranza.