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Enoc: «Il Papa ha rimesso le donne al centro come fece Gesù nel Vangelo»


È commossa e frastornata Mariella Enoc, 81 anni, già presidente del Bambino Gesù su incarico proprio di papa Francesco, e oggi procuratrice all’ospedale Valduce di Como. Un paio di settimane fa l’avevamo incontrata in occasione del Giubileo dei malati e già allora ci aveva detto, non senza riserve, che sperava di «poterlo incontrare ancora». Ma che in ogni caso, sarebbe rimasto «per sempre nella mia vita come tutte le persone care».

Se lo aspettava?
«Che stesse male era evidente a tutti coloro che volevano guardarlo con occhio oggettivo e, anche, con occhi carichi d’amore. Quando si vuole bene a una persona non si interpretano i segni, si vede la sofferenza vera. E quindi sì, un po’ me l’aspettavo».

Come ha reagito alla notizia?
«È un dolore vero perché il rapporto che c’è stato tra me e lui è stato un rapporto molto intenso. Qualcuno oggi mi diceva “si vedeva che la guardava con occhi sempre carichi di affetto”. È così. Papa Francesco mi ha permesso di fare delle cose straordinarie e gli sarò per sempre riconoscente: di lavorare al Bambino Gesù come volevo, di fare tante cose nei paesi poveri che, in fondo, è sempre stato il mio desiderio sin da quando – ancora ragazza – mi sono iscritta a Medicina sognando di operare in Africa».

C’è qualche ricordo che porta più di altri nel cuore?
«L’avventura di Bangui in Centrafrica, per me è stata straordinaria sorretta sempre dal Pontefice. Tutte le telefonate. Mi parlava delle persone che aveva incontrato. Come la volta a Lesbo, che poi racconterà nel libro Spera, quando mi chiamò per raccontarmi della bambina con la palatoschisi che lo impressionò. “C’è qui una bambina, non posso lasciarla, una cosa terribile… Cosa devo fare?”. Gli risposi: “Padre la prenda e la porti qui, io ci sono in qualunque momento”. O le gemelline siamesi, sempre in Centrafrica, che ha battezzato. Lo chiamai “la madre desidera tanto il battesimo” e Lui mi disse “perché non le portiamo a Santa Marta?”. Sembrano solo episodi, ma in realtà sono emblematici del nostro rapporto e di che persona era».


Mariella Enoc, 81 anni, sotto all’icona della Madonna del Silenzio nel suo ufficio al Valduce di Como



Come definirebbe il rapporto del Papa con le donne?
«Era quello di Gesù con le donne del Vangelo. I Gesuiti hanno un modo di pregare particolare che a me piace molto. Si mettono in una scena del Vangelo e diventano quasi un personaggio di quella scena. Francesco viveva dentro il Vangelo. Chi più di Gesù ha dato spazio alle donne? E siccome ha cercato di riportare la Chiesa dentro il Vangelo, ecco, allora che le ha rimesse al centro dell’attenzione. Certo è un cammino che la Chiesa sta facendo, sovraccarica di secoli di storia e tradizioni. Il Santo Padre ha cercato di togliere tutta la polvere che c’era sopra e di riportare all’essenziale, compreso il tema delle donne. Non ha potuto, forse, fare tutto quello che avrebbe desiderato. Tante volte mi ha detto “Io ho iniziato un processo” e uno dei processi è questo, sempre in una logica non sociale ma evangelica».

Andrà a Roma?
«No, non andrò a Roma perché quello è il momento dei potenti, non è il momento degli umili come me».

L’ingresso nel Sinodo è stato forse il gesto più evidente di apertura alle donne.
«Ha riportato le donne al loro posto, di annunciatrici. Pensiamo alla Pasqua, sono le donne che annunciano la Resurrezione. Sono parte decisiva della missione della Chiesa. Al di là, o meno, dell’ordinazione. Basta pensare alla figura delle catechiste, persone umili, semplici, che non hanno potere, ma sono coloro che annunciano il Vangelo ai piccoli di oggi e ai grandi di domani».

La Madonna del silenzio che la accompagna ovunque è un dono che ha fatto a papa Francesco?
«Sì, all’ingresso del palazzo Apostolico, al piano dove il Papa riceveva, c’è la Madonna del silenzio che mi aveva chiesto e che le suore dell’isola San Giulio hanno fatto velocemente su un pezzo di legno. Ha fatto storcere il naso a molte persone perché, insomma, con tutte le cose belle che ci sono una Madonna dipinta sul legno… Sotto all’icona la scritta “prega per noi”. Quando è stata messa lì è andato benedirla, mi ripeteva “Qui c’è tanto bisogno di silenzio”».

Il silenzio così centrale nel suo magistero e così protagonista negli ultimi tempi della sua vita…
«
Papa Francesco era un grande uomo di preghiera e nel silenzio trovava la sua forza più grande. Poi era comunicativo, faceva battute e noi forse lo ricordiamo più facilmente così. Io, invece, ho amato i suoi silenzi. Le ultime sue parole… gli sono state quasi “rubate”, non so come dire. Cioè, noi l’abbiamo sentito, lo volevamo sentire ma potevamo sentire anche il suo silenzio sapendo che dentro quel silenzio c’erano tante cose che lui avrebbe voluto dirci».

In copertina, Mariella Enoc e papa Francesco il 6 settembre 2016 parlano del progetto dell’ospedale a Bangui in Africa (foto Ansa/Osservatore Romano). 


 





Dal sito Famiglia Cristiana

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