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Ecco il museo Byron di Ravenna tappa del viaggio di Carlo e Camilla

Tappa del viaggio in Italia di Carlo e Camilla d’Inghilterra è Ravenna dove, oltre ai meravigliosi mosaici, i reali visiteranno un nuovo sito culturale che sta particolarmente a cuore agli inglesi. Si tratta del Museo dedicato a George Byron, recentemente inaugurato in occasione dei 200 anni della sua morte, avvenuta nel 1824, dopo un’attenta opera di ristrutturazione di Palazzo Guiccioli in via Cavour, nel cuore della città, promossa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Il palazzo porta il nome della famiglia che ospitò il poeta tra il 1819 e il 1821. Vi giunse dopo aver conosciuto a Venezia Teresa Gamba, terza giovanissima moglie dell’anziano conte Guiccioli, musa e suo grande amore italiano.

Nelle sale di questo palazzo Byron soggiornò insieme alla figlia Allegra e ospitò vari amici come il poeta Percy Shelley. Qui scrisse il Don Juan e altri importanti poemi. Si dice che facesse lunghe cavalcate nella pineta, che nuotasse addirittura sino al Canal Grande e che imparò e apprezzò le abitudini della vita familiare italiana. Frequentò i carbonari (nella cantina splendidamente recuperata, oggi caffetteria, nascondeva le loro armi), avvicinandosi a quella che fu poi la decisione di unirsi alla causa della “libertà dei popoli” e a morire in Grecia, dove si era recato per sostenere gli indipendentisti, a soli 36 anni.

Non solo poeta maledetto, gran seduttore, libertino, viaggiatore, immagine vivente dei valori del Romanticismo, lord Byron fu precursore degli odierni influencer, tanto che una delle sale di questo museo (il terzo al mondo a lui dedicato, dopo quelli in Gran Bretagna e in Grecia) racconta proprio la byronmania, cioè il successo che, nonostante gli scarsi mezzi di comunicazione dell’epoca, ebbe la sua figura in vita e dopo la morte. Qui possiamo ammirare la sua effigie riprodotta su servizi di piatti, anelli, bracciali, spille, miniature e libri illustrati ispirati alle sue opere più famose.

E non è che una delle affascinanti e innovative sorprese del nuovo museo, nel quale oltre alle classiche esposizioni troviamo anche una più moderna narrazione attraverso “muri che parlano” nelle stanze dove Byron visse, amò e scrisse. Si tratta di vere e proprie animazioni, attivate dal visitatore con dispositivi posti in ogni sala, che raccontano attraverso suoni, video e voci, la sua leggendaria biografia. Quella pubblica e impegnata e quella privata: dal suo incontro con Teresa nei salotti veneziani, alla mappa dei suoi viaggi, sino alla possibilità di ascoltare la declamazione delle opere.

Legata alle emozioni è la parte che mostra i ricordi sentimentali dei due amanti (gioielli, riccioli di capelli, messaggi), mentre la sala dedicata agli orizzonti politici conserva la preziosa lettera che il poeta scrisse a Teresa da Missolungi in Grecia, dove perse la vita, ed è il ponte verso la seconda parte di questa esperienza culturale, il Museo del Risorgimento.

Anche qui il restauro regala ai visitatori la possibilità di esperienze multisensoriali, ripercorrendo la storia dell’Unità d’Italia dall’età napoleonica sino al mito di Giuseppe Garibaldi e della moglie Anita, che morì proprio in queste terre. Un’esposizione caratterizzata anche da una sorta di collezionismo dal basso che ha permesso di documentare la Storia attraverso le donazioni popolari che fecero alla memoria collettiva i diretti protagonisti del Risorgimento, lasciando ai posteri divise, cappelli, armi che si aggiungono ai più istituzionali dipinti, sculture, fotografie, carteggi ed editti e alla sezione dedicata a Garibaldi grazie alle collezioni Spadolini e Craxi.





Dal sito Famiglia Cristiana

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