Se metti il suo nome in Google, la risposta che ti esce è «personalità di internet». Sorride don Alberto Ravagnani quando glielo riferisco. Trentun anni, «prete, youtuber e molto altro», com’egli stesso si presenta sul web, don Rava – come lo chiamano in tanti – è un sacerdote ambrosiano che, da un anno in una parrocchia centralissima di Milano, vive a contatto con i giovani 24 ore su 24. Chi meglio di lui, quindi, per capire in cosa sperano i giovani? Il dialogo con Credere sui temi del Giubileo 2025 parte da qui.
Don Alberto, i giovani di oggi immaginano il futuro con speranza?
«No. Se guardano avanti, vedono piuttosto instabilità: le guerre, la crisi climatica, le pensioni che non ci saranno, le difficoltà nel trovare lavoro, la fatica nel mettere su famiglia… I ragazzi fanno fatica a sperare. Perciò preferiscono chiudersi sul presente, vivere esperienze che finiscono in un attimo, piaceri che passano subito. È difficile per loro impegnarsi per qualcosa di grande, dare la vita, comprendere che la fecondità delle scelte ha bisogno di tempo. Per questo il tema della speranza è veramente importante. La speranza, però, ha bisogno poi di essere trasformata in azione. Se credo che Dio è Padre, che Gesù mi salva e che lo Spirito Santo mi anima, allora questa speranza diventa un’energia che mi mette in moto e mi fa prendere delle scelte concrete. Mi auguro che questo Giubileo metta a fuoco il tema della speranza aiutando, però, la Chiesa a prendere iniziative per concretizzarla».
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Leggi l’intervista completa a Don Alberto Ravagnani sul numero di Credere in distribuzione nelle edicole e nelle librerie religiose da giovedì 5 dicembre e nelle parrocchie da sabato 7 dicembre.