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Disagio giovanile, due progetti della diocesi di Napoli con Fondazione Con il Sud

Affrontare alcune delle emergenze più gravi del territorio di Napoli: la povertà e la disoccupazione giovanile. È l’obiettivo dei due progetti di welfare sociale che l’arcivescovo (e prossimo cardinale) Mimmo Battaglia ha deciso, con il sostegno di Fondazione Con il Sud, di realizzare. Si tratta del Polo della Carità “Casa Bartimeo” e del MUDD – Museo Diocesano Diffuso di Napoli, presentati venerdì mattina nel corso di una conferenza stampa.

Casa Bartimeo sorgerà nel complesso della Basilica di San Pietro ad Aram, lungo corso Umberto I, una delle principali arterie della città, e rappresenta un atto di profonda attenzione a un territorio difficile, caratterizzato da grandi problematiche sociali, culturali ed educative. Qui si intende svolgere un ruolo cruciale, offrendo accoglienza e assistenza, sia materiale che morale a chi si trova in condizioni di vulnerabilità, fornendo risposte concrete ai bisogni quotidiani di chi vive in povertà attraverso una varietà di servizi, tra cui accoglienza, ascolto, opportunità di inserimento lavorativo, e attività artistiche e culturali capaci di generare bellezza e riscatto sociale.

Il MUDD – progetto in cui Fondazione con il Sud raddoppierà il capitale iniziale raccolto – nasce da una nuova visione della Chiesa di Napoli: restituire alla città e ai visitatori il suo patrimonio artistico e religioso, affrontando al contempo la sfida della disoccupazione giovanile. In un contesto in cui molte chiese monumentali del centro storico di Napoli rischiano di chiudere, il MUDD si propone di garantirne l’apertura ordinaria, rendendole accessibili non solo ai turisti ma anche ai cittadini napoletani. Il Museo Diocesano Diffuso, che partirà ufficialmente nel 2025 con la valorizzazione del Duomo di Napoli, il centro storico della città diventerà un museo vivo, inclusivo e accessibile.

«Due anni fa», ha spiegato l’arcivescovo don Mimmo Battaglia, «parlando ai giovani durante la Giornata Mondiale della Gioventù, avevo loro annunciato che la nostra Chiesa di Napoli ha un patrimonio grande di arte, chiese, terreni e, grazie al loro lavoro coadiuvato da una Commissione che ha studiato il patrimonio, ora possiamo sviluppare un’imprenditoria giovanile che diventi generativa per il sociale del nostro territorio. Casa Bartimeo a San Pietro ad Aram e il Museo Diocesano Diffuso saranno le due fiaccole di speranza da accendere nel prossimo Giubileo, i primi frutti dell’impegno di Terzo Settore della Chiesa di Napoli».

Da diversi mesi la Curia napoletana ha deciso di dotarsi di due nuovi strumenti operativi, Arcidiocesi di Napoli – Ramo ETS – il ramo del Terzo Settore della Chiesa napoletana, ente che opera in favore dei poveri della città insieme alla Caritas, condividendone principi e modalità operative – che si occuperà delle fasce marginali e marginalizzate di Napoli e Fondazione “Napoli C’entro”, realtà che avvierà progetti di inserimento lavorativo per i giovani attraverso la valorizzazione e il recupero di parte dell’imponente patrimonio di chiese nella disponibilità della diocesi napoletana. Ad accompagnare la Chiesa sarà Fondazione Con il Sud che cofinanzierà i progetti raddoppiando il capitale raccolto grazie alla generosità di alcuni partner che hanno deciso di investire sul futuro della nostra città: la Provincia napoletana dei Frati Minori, Fondazione Grimaldi, Fondazione di Comunità San Gennaro EF, Arciconfraternita dei Pellegrini e la Regione Campania.

Alla conferenza stampa è intervenuto anche don Antonio Loffredo, vicepresidente della Fondazione “Napoli C’entro”: «Si tratta di un’idea visionaria che parte dal basso e punta a favorire la partecipazione e l’inclusione delle comunità di territorio», ha spiegato, «una Fondazione di Partecipazione che nasce innanzitutto per mettere nel cuore dei napoletani, soprattutto dei giovani, il seme prezioso e fecondo, materiale e immateriale, della sua storia, della sua arte e della sua cultura. Un sogno condiviso meraviglioso: quello di consegnare alla città e ai suoi giovani, quel patrimonio dell’Umanità che il mondo ci invidia, sicuri che, in questa terra feconda, i beni fioriranno e daranno ancora numerosi frutti».

In un’ottica di condivisione e comunità, è stata lanciata anche “Pe’ Carità”, campagna di fundraising che mira a raccogliere fondi da destinare al rafforzamento dei progetti già messi in campo dalla Chiesa di Napoli e dalla Caritas e dare vita a nuove realtà che intercettino i bisogni dei tanti che vivono in condizioni di marginalità. La campagna è rivolta a tutti perché un piccolo gesto di tanti può diventare una grande opera: l’appello a donare va dunque ai cittadini napoletani, ai fedeli, alle forze imprenditoriali a quelli che credono in un progetto di accoglienza e condivisione, dove si crede fermamente al fatto che bisogni passare “dalla forza dei sogni alla concretezza dei segni”, come ha spesso ripetuto Battaglia, dando lo spunto per il claim della campagna “Pe’ Carità”. Sarà possibile conoscere le modalità di donazione sul sito internet della Caritas di Napoli, nella sezione dona ora, e nelle parrocchie della diocesi di Napoli.

«Con l’istituzione del ramo Ets dell’arcidiocesi di Napoli», ha spiegato suor Marisa Pitrella, direttrice della Caritas di Napoli, «abbiamo finalmente uno strumento utile a “fare bene il bene” e a migliorare anche il nostro lavoro quotidiano a fianco degli ultimi e dei più marginali. La prima opera di questo ramo sarà proprio la Casa Bartimeo, una casa di accoglienza, di inclusione e carità nel cuore di Napoli che includerà una comunità residenziale, un poliambulatorio e il centro di ascolto diocesano, è un segno tangibile dell’impegno della Caritas nel rispondere ai bisogni dei più vulnerabili».

Il progetto non solo risponde alle esigenze immediate del territorio, ma rappresenta un’Opera Segno per l’intera arcidiocesi. È un simbolo forte dell’impegno ecclesiale e del tentativo di costruire un modello di sostenibilità sociale nuovo e integrato, un vero e proprio appello alla comunità a unirsi attivamente, condividendo risorse, tempo e competenze per costruire insieme un futuro migliore per chi è “colpevole” solo di trovarsi in povertà. Discorso che ha ricevuto la piena condivisone e un sostegno concreto da parte di Fondazione Con il Sud che ha deciso di cofinanziare il progetto, raddoppiando il capitale raccolto.

«In un momento così difficile», ha sottolineato Stefano Consiglio, presidente di Fondazione Con il Sud, «il senso della nostra azione si misura dalla capacità di lavorare insieme con chi condivide obiettivi. Dobbiamo rafforzare la coesione di chi sui territori prova a migliorare le cose. Sottolineare l’importanza delle Diocesi. Sottolineare la volontà di replicare i progetti esemplari realizzati. Creare legami tra i tanti progetti. Partiamo da Napoli ma lavoriamo per estendere questa collaborazione ad altre città e ad altre diocesi».

«Un’idea visionaria – spiega don Antonio Loffredo, vicepresidente della Fondazione- che parte dal basso e punta a favorire la partecipazione e l’inclusione delle comunità di territorio. Una Fondazione di Partecipazione che nasce innanzitutto per mettere nel cuore dei napoletani, soprattutto dei giovani, il seme prezioso e fecondo, materiale e immateriale, della sua storia, della sua arte e della sua cultura. Un sogno condiviso meraviglioso: quello di consegnare alla città e ai suoi giovani, quel patrimonio dell’Umanità che il mondo ci invidia, sicuri che, in questa terra feconda, i beni fioriranno e daranno ancora numerosi frutti». Con il Museo Diocesano Diffuso, che partirà ufficialmente nel 2025 con la valorizzazione del Duomo di Napoli, il centro storico della città diventerà un museo vivo, inclusivo e accessibile.





Dal sito Famiglia Cristiana

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