La responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale con disabilità della Cei ha aperto all’Augustinianum il convegno nazionale “Noi: pellegrini di speranza”, primo atto del Giubileo che si chiuderà il prossimo 30 aprile. Le testimonianze degli atleti paralimpici BeBe Vio ed Oney Tapi
Federico Piana- Città del Vaticano
Gioia, speranza, lacrime, sorrisi. C’era tutta la gamma delle buone, intense e profonde emozioni, oggi, nella grande sala convegni del Centro congressi “Augustinianum” di Roma gremita, fino ad essere riempita totalmente, di molte persone con disabilità accompagnate dai loro caregiver — termine inglese ormai entrato a pieno titolo nella lingua italiana che identifica chi si occupa con amore incondizionato delle persone non autosufficienti — e dai responsabili di numerose associazioni di cura, assistenza e sostegno. Tutti insieme per dare vita al convegno nazionale dal titolo “Noi: pellegrini di speranza” promosso dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) che ha ufficialmente aperto il Giubileo delle persone con disabilità che si concluderà il prossimo 30 aprile.
BeBe Vio ed Oney Tapia: testimoni del cuore
La forza delle testimonianze degli atleti paralimpici BeBe Vio ed Oney Tapia ha trasmesso alla platea la carica vitale per affrontare ogni difficile condizione con rinnovato slancio e senza paura sapendo che, in fondo, l’essere disabili non è una diminutio ma una ricchezza per tutta la società.
L’eredità di Papa Francesco
In precedenza, aprendo i lavori del convegno, suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale con disabilità della Cei, aveva ricordato come questo Giubileo raccoglie «l’eredità di Papa Francesco proprio in merito alla dimensione dell’incontro. È bello vedere qui uomini e donne di ogni lingua e nazione che si ritrovano insieme per rendere grazie al Signore. In questi anni abbiamo lavorato tanto sulla cultura dell’appartenenza: guardare la persona con disabilità oltre i loro limiti».
Un passo in più
In un video messaggio di saluto trasmesso in platea, monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, ha spiegato che il Giubileo stesso ci «invita a fare un passo in più verso l’amore che è Dio» mentre nel suo intervento di benvenuto monsignor Lucio Ruiz, segretario del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, ha voluto sottolineare come «tutto il dicastero sia impegnato a costruire comunità inclusive perché la vera ricchezza della Chiesa sta nei legami di fede, speranza e carità».
L’emozione della Porta Santa
Tutti i partecipanti al convegno — entrato nel vivo con due tavole rotonde, una dedicata alla comprensione del progetto di vita moderata da Alessandro Gisotti, vice direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione e l’altra incentrata sulle sfide della scienza, della tecnologia e dell’etica in rapporto alla disabilità moderata dalla giornalista Paola Severini Melograni si è concluso con il toccante pellegrinaggio alla Porta Santa della Basilica di San Pietro.