Don Ciro Toscano denuncia ripetuti atti vandalici ai danni della parrocchia del Sacro Cuore, in provincia di Napoli, in un’area attraversata da degrado e continue emergenze. “È la lanterna di questo pezzetto di terra dove non si riesce a migliorare la qualità della vita”
Francesco Ricupero – Città del Vaticano
“Un dolore immenso che non ci aspettavamo! È un gesto ingiustificabile che non sappiamo spiegarci, ma che non ci toglie la speranza di andare avanti. La nostra chiesa è l’unico punto di riferimento per tutta la comunità. Sono davvero sconcertato e preoccupato”: è quanto racconta ai media vaticani, don Ciro Toscano, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Pontecitra, a Marigliano, in provincia di Napoli, dove la notte scorsa uno sconosciuto, ripreso dalle telecamere di sorveglianza, ha dato fuoco al portone dell’ingresso della chiesa e ha danneggiato la statua di Padre Pio buttandola a terra.
Non una porta bruciata ma una porta santa da attraversare
“Questo gesto è inspiegabile. Ciò che è successo non sia una porta bruciata, ma una porta santa da attraversare. Già due giorni fa – ricorda il sacerdote – avevo trovato la statua del santo di Pietralcina riversa a terra e staccata dalla sua base e avevamo provveduto a sistemarla, ma stanotte è stata nuovamente danneggiata”. Non solo, le ruote del parroco sono state forate. Pontecitra è un quartiere difficile e complicato “è la Caivano di Marigliano” osa definirla don Ciro, che trascorre l’intera giornata a fianco delle famiglie disagiate – in tutto 519 e che abitano nelle case-container post terremoto del 1980 – che vivono in questa area dove degrado e abbandono sono all’ordine del giorno. Carcasse di auto e scooter, erbaccia, vecchi materassi: c’è di tutto in questo rione costretto ad affrontare continue emergenze.
Un attacco al cuore della comunità
“Trascorro l’intera giornata a fianco di gente fragile e disperata alla quale cerchiamo di offrire il minimo e indispensabile: il dopo scuola per i bambini, derrate alimentari e beni di prima necessità, fornitura di vestiario, giocattoli per i più piccoli. Per me – sottolinea don Ciro – non c’è altro se non la comunità e le famiglie di Pontecitra. L’estate scorsa sono andato in vacanza in Sicilia insieme a loro. Sono parroco da 6 anni e fino a due giorni fa non si era mai verificato un gesto simile. Per questo mi sento di dire che si è trattato di un attacco al cuore della comunità”. In queste ore i carabinieri stanno indagando, anche grazie alle immagini delle telecamere, per individuare l’autore e soprattutto per capire le ragioni di un simile gesto. “Si tratta di un’azione contro tutti noi. La chiesa è la lanterna di questo luogo. Tutto gira attorno alla parrocchia. Lei immagini – prosegue don Ciro – che qui i ragazzi vengono da me, mi chiedono se possono utilizzare la cucina e fare spaghettate tutti insieme”. Con i giovani il sacerdote ha preso parte al “Sentiero dell’ascolto”, con il cardinale Gianfranco Ravasi. “Con i giovani e i parrocchiani parliamo, cerchiamo di risolvere i problemi dei più disperati, ma sono da solo, senza l’aiuto di nessuno. Le istituzioni sono praticamente assenti. Mancano i soldi e non si riesce a investire per migliorare la qualità della vita in questo fazzoletto di terra. Ci vorrebbe – auspica il sacerdote – un intervento delle istituzioni come è stato fatto a Caivano”.
L’appello disperato del sacerdote
Don Ciro è quasi allo stremo delle forze e reclama “un occhio particolare e maggiore attenzione per Pontecitra. Non può ricadere tutto su di me. Le amministrazioni riconoscono il mio lavoro e i miei sforzi per questo territorio, ma non bastano. Qui bisogna intervenire al più presto perché manca tutto: verde, parco giochi, punti di aggregazione, lavoro, soldi. Non è giusto, va tutto contro il dettame del Vangelo, non si può restare inermi davanti a tante difficoltà”.