A distanza di una settimana dal tragico ritrovamento del neonato nella Culla per la vita presso la chiesa San Giovanni Battista di Bari, la procura, che finora indagava ipotizzando il reato di abbandono di minore a carico di ignoti, ha iscritto nel registro degli indagati il parroco, don Antonio Ruccia, e il tecnico che si è occupato nelle scorse settimane della manutenzione della culla termica. L’ipotesi è omicidio colposo ed è stata formulata dopo che gli inquirenti nei giorni scorsi hanno ascoltato entrambi gli indagati e acquisito ulteriori elementi. Fondamentali per ricostruire l’accaduto ed eventuali responsabilità, saranno gli esiti dell’autopsia.
A metà dicembre, forse a causa di alcuni brevi blackout che avevano interessato la parrocchia, si era reso necessario l’intervento del tecnico, oggi indagato. Il parroco, sin dall’inizio, ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna chiamata di allarme su suo cellulare come invece era successo nelle precedenti due occasioni. Normalmente, infatti, la deposizione di un neonato in quella culla fa attivare il riscaldamento e fa partire una telefonata al cellulare del prete. Il sistema di allerta, invece, contrariamente a quanto risulta scritto sul sito della chiesa, non è collegato con il Policlinico di Bari.
Negli anni scorsi, proprio in quella stessa culla per la vita, avevano trovato riparo e salvezza due bambini affidati alla comunità (e non abbandonati come ha più volte ribadito il parroco): la piccola Maria Grazia nel 2023 e un maschietto nel 2020 che accanto a sé aveva un biglietto. “Lui è Luigi, ditegli che lo ameremo per sempre”. Tocca ora capire cosa sia successo e perché la storia di un terzo bambino venuto al mondo, e non scartato dalla sua mamma, non abbia avuto lo stesso lieto fine.
Chiuso nel silenzio don Ruccia non rilascia dichiarazioni. A chi gli è vicino ha raccontato di essere addolorato e molto amareggiato anche se sa che la decisione della procura è un atto dovuto. La manutenzione della culla termica era stata effettuata il 14 dicembre. Nella comunità barese destano perplessità alcune dichiarazioni non coerenti rese dall’impresario delle pompe funebri riguardanti la culla termica a ridosso del ritrovamento. Al sacerdote sono arrivati messaggi di vicinanza dal clero locale e nazionale.