La Ong italiana, che aiuta le popolazioni più povere del pianeta, sta realizzando con il sostegno del ministero della Salute e delle autorità locali un centro di formazione per garantire assistenza medica e un servizio di qualità alle gestanti
Francesco Ricupero – Città del Vaticano
A Bossangoa, nel nord della Repubblica Centrafricana, sta per avverarsi un sogno. È il sogno di Medici con l’Africa Cuamm e di don Dante Carraro, direttore della Ong italiana che aiuta e cura le popolazioni più povere del pianeta. Oltre al già esistente ospedale regionale, punto di riferimento diretto per 260.000 persone, Cuamm entro la fine di ottobre prossimo vuole costruire e mettere in funzione l’unica scuola per ostetriche in questa zona rurale del Paese africano.
Il progetto del Cuamm
A fare da apripista vi sono sul posto, da circa un anno e mezzo, due medici volontari della Ong, sono marito e moglie: Enzo Pisani, ginecologo, e Ottavia Minervini, pediatra. A dargli una mano un giovane medico africano che funge anche da infermiere e da direttore sanitario. Sul terreno che il governo della Repubblica Centrafricana ha assegnato, a un chilometro dall’ospedale, i volontari del Cuamm hanno iniziato la costruzione del muro di cinta, alto due metri e lungo 650, un cordone di cemento e ferro indispensabile per proteggere la scuola. Subito dopo è in programma il pozzo con un tank per la raccolta e la distribuzione dell’acqua, e via via si costruirà tutto il resto: il blocco delle aule che saranno otto, gli alloggi per gli insegnanti, la biblioteca e le aule studio, i dormitori per i ragazzi e le ragazze, il refettorio, la lavanderia e il magazzino, l’amministrazione, l’impianto fotovoltaico, il generatore e il sistema fognario.
Ispirati da Papa Francesco
Intanto, l’impegno in ospedale continua senza sosta. Si stanno sensibilizzando i villaggi e le comunità, l’unica ambulanza e le motorette, 150 di cilindrata — regalate dal Cuamm — corrono e portano le mamme a partorire nei centri sanitari e, se complicati, in ospedale. E così «i cesarei — racconta a “L’Osservatore Romano” don Dante — sono aumentati e le mamme che perdono la vita a causa del parto stanno calando sensibilmente. Il servizio è tutto gratuito». Il sacerdote, di origini vicentine, ci racconta che «tutto è iniziato nel 2015 quando Papa Francesco è andato a visitare la Repubblica Centrafricana per aprire la porta Santa della cattedrale di Bangui. A trecento metri c’era un ospedale che il Santo Padre ha voluto visitare. Giunto sul posto — continua don Dante — ha visto che c’erano tanti bambini per terra malnutriti. Tornato in Vaticano ha dato subito disposizioni affinché venisse costruito un reparto pediatrico e nel 2017 è stato inaugurato. Nel 2018 iniziamo ad operare a Bangui e, a seguito dell’input di Papa Francesco, trovandoci sul posto, siamo stati contattati dalle autorità locali e dal ministero della Salute per realizzare un presidio sanitario nelle aree rurali del Paese. A Bassangoa — aggiunge il direttore del Cuamm — c’è un ospedale di cento posti letto che serve una popolazione di circa un milione e mezzo. Qui, in accordo con il ministero, abbiamo deciso di costruire una scuola di formazione e metter a posto l’ospedale che versa in condizioni disagiate».
Il sostegno del governo
Il presidente della Repubblica Centrafricana Faustin-Archange Touderà, nel suo discorso di fine anno ha citato il lavoro del Cuamm a Bossangoa come esempio da imitare. «Forse anche per questo il Governo ha deciso di aiutarci nella costruzione della scuola — prosegue il sacerdote — per dimostrare alla gente e anche a noi, che per primo ci crede e vuole fare la propria parte. L’obiettivo del ministro della Salute è di aprire e mettere in funzione la scuola entro il prossimo ottobre». Ma bisogna finire i lavori, almeno quelli essenziali, trovare gli insegnanti, preparare il piano studi in ostetricia, aprire le iscrizioni e selezionare gli studenti. «Insomma, c’è da correre! Ma — spiega don Dante — abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Abbiamo bisogno di cuori generosi che credono con noi». Affinché questo sogno si avveri occorre la generosità e la volontà di tante persone.
Un segno di speranza
«Siamo circondati da immagini di guerre e distruzione, in un’area rurale al nord di un Paese fra i più poveri al mondo, ci sono l’ospedale di Bossangoa e a breve una scuola di formazione per ostetriche locali: un pezzettino di Africa nascosta e silenziosa, laboriosa e tenace che ha voglia di crescere, di essere a suo modo controcorrente, di portare speranza. «La cosa più terribile che ho visto in 40 anni di Africa — spiega in un video Enzo Pisani —. Io accetto tutto, accetto la morte per malaria, ma non quella causata da un parto. La morte per parto è qualcosa che si può azzerare senza avere cose sofisticate. Purtroppo, la morte da parto non fa notizia. L’obiettivo — conclude il medico — è dare una chance a tutte le donne che hanno una complicazione da parto». La sfida del Cuamm è davvero impegnativa, ma «il nostro pezzettino di futuro lo vogliamo costruire, un mattone alla volta, un libro alla volta, un diploma di ostetrica alla volta, una mamma salvata alla volta».