L’anno scorso Amadeus aveva portato alle estreme conseguenze la sua ricerca del tormentone radiofonico a tutti i costi. Da questo punto di vista, Carlo Conti proporrà un menu altrettanto ricco (29 brani in gara, più i 4 dei giovani…), ma stilisticamente più vario, tra ballate e brani più ritmati, ma sempre all’insegna della melodia, anche da parte degli artisti che provengono dal rap. Altra nota di merito: una presenza più massiccia di cantautori e cantautrici. Insomma, la prima impressione ricavata dall’ascolto in anteprima dei brani è sicuramente migliore rispetto all’anno scorso. Per la vittoria finale, la sensazione è che Giorgia giochi un campionato a parte rispetto agli altri. Ma, si sa, all’Ariston tutto può succedere. Ecco comunque le nostre pagelle:
1. ACHILLE LAURO
Incoscienti giovani
Bando alle provocazioni: Lauro torna sul palco che l’ha lanciato con una classicissima canzone d’amore su un ragazzo e una ragazza segnati dalla vita, tanto che «dormivamo in Peugeot».
VOTO 7
2. BRESH
La tana del granchio
In controtendenza al maschilismo imperante di molti suoi colleghi rapper, si lascia andare a una resa incondizionata: «Ho una parola sbagliata per ogni frase. Sono soltanto un uomo e non ci so fare».
VOTO 7
3. BRUNORI SAS
L’albero delle noci
Il cantautore al debutto non delude con un’emozionante canzone d’amore, anche per la sua Calabria: «Sono cresciuto in una terra crudele, dove la neve si mescola al miele e le persone buone portano in testa corone».
VOTO 7,5
4. CLARA
Febbre
Sembra una scadente canzone di Madame e infatti poi tra gli autori c’è proprio Francesca Calearo, in arte Madame. Tutto già sentito. Peccato perché la voce ci sarebbe.
VOTO 5
5. COMA_COSE
Cuoricini
Li abbiamo conosciuti da fidanzati. Ora, da neosposi, tentano la strada del tormentone ironizzando sui cuoricini nei social «pure sotto la notizia che crolla il mondo». Erano, però, più originali prima.
VOTO 6,5
6. ELODIE
Dimenticarsi alle 7
La canzone non è affatto memorabile nel tentativo di unire atmosfere anni ’60 alla techno, ma lei riesce comunque a nobilitarla con la sua voce suadente. La presenza scenica all’Ariston farà il resto.
VOTO 6
7. FEDEZ
Battito
La sorpresa del Festival. Il battito del titolo è quello che di notte fa venire i brividi a Fedez che racconta la battaglia contro la depressione: «Vorrei guarire ma non credo, vedo nero pure il cielo».
VOTO 7,5
8. FRANCESCA MICHIELIN
Fango in paradiso
La cantautrice veneta torna all’Ariston con un brano sulla fine di un amore che valorizza solo in parte le grandi potenzialità di Francesca, tanto come autrice che come interprete. La spinta dell’orchestra potrebbe però farla decollare.
VOTO 6
9. FRANCESCO GABBANI
Viva la vita
In un elegante ritmo terzinato, il cantautore toscano esploso proprio grazie a Carlo Conti ci invita a prendere «la vita così com’è. Viva la vita, questa vita che è solo un attimo». Non originalissima, ma da canticchiare per tirarsi su nei giorni bui va più che bene.
VOTO 6,5
10. GAIA
Chiamo io chiami tu
La reginetta della scorsa estate grazie al Sesso e samba cantato con Tony Effe approda all’Ariston con un pezzo costruito di nuovo sull’ossessiva ripetizione del titolo. Buono da ballare in spiaggia la prossima estate e nulla più. Ma Sesso e samba era più divertente.
VOTO 5
11. GIORGIA
La cura per me
Dopo Mina, anche lei ha voluto avvalersi del talento del giovane Blanco. E ha fatto bene: dopo la mezza delusione di Sanremo 2023, ora può davvero bissare la vittoria di trent’anni fa con Come saprei, grazie a una partitura che le dà modo di sfoderare incredibili acrobazie vocali.
VOTO 8,5
12. IRAMA
Lentamente
Blanco ha dato una mano anche a lui, ma a differenza di Giorgia il suo apporto non si è fatto sentire. Siamo di fronte all’ennesima canzone straziante su un amore finito, urlata dall’inizio alla fine. Lo faceva pure Cocciante, ma lui poteva contare su melodie strepitose.
VOTO 5,5
13. JOAN THIELE
Eco
Nata in Veneto, cresciuta tra la Colombia e l’Inghilterra, vincitrice nel 2023 di un David di Donatello con Proiettili, canzone del film Ti mangio il cuore, la cantautrice cerca la consacrazione con un brano dai sapori rétro che starebbe bene in un film di Quentin
Tarantino.
VOTO 7
14. LUCIO CORSI
Volevo essere un duro
Il folletto lanciato da Carlo Verdone a Sanremo nella serie Vita da Carlo approda davvero all’Ariston confermando le sue qualità con un inno all’importanza di accettarsi per ciò che si è, anche «una cintura bianca di judo».
VOTO 7
15. MARCELLA BELLA
Pelle diamante
Come i Ricchi e Poveri l’anno scorso, punta a sbancare l’Ariston con un brano ritmato nei panni di una donna «forte, tosta, indipendente» che ha «la pelle come diamante».
VOTO 6,5
16. MASSIMO RANIERI
Tra le mani un cuore
Nek e Tiziano Ferro sono tra gli autori di questa ballata. Lui la esegue in modo impeccabile e c’è anche un bell’assolo di sax. Ma a un primo ascolto non scalda il cuore più di tanto.
VOTO 6,5
17. MODÀ
Non ti dimentico
Un perfetto distillato dello stile appassionato della band di Kekko Silvestre. Frase da ricordare: la donna amata sembra «un quadro di Kandinsky dove immaginarmi tutto».
VOTO 6,5
18. NOEMI
Se t’innamori muori
Anche stavolta Noemi lascerà il segno grazie a una ballatona firmata da due autori da Brividi come Blanco e Mahmood. Al centro c’è una coppia, con le sue insicurezze: «Avere figli non è un discorso facile da prendere».
VOTO 7
19. OLLY
Balorda nostalgia
Torna al Festival, deciso questa volta a lasciare il segno con un brano che sa essere sia classico che moderno. Basti dire che a 23 anni già rimpiange quando con la sua lei si addormentavano «sul divano con il telecomando in
mano».
VOTO 7
20. RKOMI
Il ritmo delle cose
Il rapper scaglia le sue invettive («è un moderno decrescendo, è un inferno a fuoco lento, è amore senza sentimento»; «esco dall’algoritmo, ritrovo la bellezza solo dietro l’imprevisto») su una base musicale accattivante.
VOTO 7
21. ROCCO HUNT
Mille vote ancora
La nostalgia per l’infanzia e l’amore per Napoli, «dove ancora si muore per niente a vent’anni», affrontati con bel piglio a tempo di rap.
VOTO 7
22. ROSE VILLAIN
Fuorilegge
Come per Clara e Gaia: c’è solo la sua voce. Il resto non è pervenuto, tra basi dance e frasi che vorrebbero essere a effetto, ma rivelano solo la loro vacuità.
VOTO 5
23. SARAH TOSCANO
Amarcord
Un’altra canzone fatta con lo stampino che dimostra come le canzoni scelte da Conti non siano proprio tutte così irrinunciabili.
VOTO 5
24. SHABLO
La mia parola
Produttore di molti recenti successi, convince con un rap innervato di blues, dove fa capolino persino una tromba.
VOTO 7
25. SERENA BRANCALE
Anema e core
Debuttante, mira a ripetere l’exploit di Angelina Mango con un mix tra tradizione napoletana e ritmi latini. Da risentire.
VOTO 6
26. SIMONE CRISTICCHI
Quando sarai piccola
Ha il raro dono di affrontare temi forti schivando la retorica. Qui punta dritto al cuore con un brano dedicato a una mamma colpita dall’Alzheimer: «Giocheremo a ricordare quanti figli hai».
VOTO 8
27. THE KOLORS
Tu con chi fai l’amore
Con lo zampino di Calcutta e tastiere che ricordano i Supertramp, si emancipano almeno in parte dal classico tormentone.
VOTO 6
28. TONY EFFE
Damme ’na mano
Niente volgarità, ma uno stornello in romanesco in cui come un novello Franco Califano si strugge perché lei «vuole andare a cena, ma c’è la partita». Una furbata?
VOTO 6,5
29. WILLIE PEYOTE
Grazie ma no grazie
«Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti, che non sono mai buoni investimenti». «Grazie, ma no grazie ». Fa quello che ci si aspetta da lui: far ballare con beffarda ironia.
VOTO 6,5