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Come difendere la vita nei contesti di crisi

Un sussidio agile per promuovere una “pastorale della vita” soprattutto in quei contesti dove essa è più minacciata da guerre, violenze e sfide etiche. Il dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, in occasione del trentesimo anniversario dell’Evangelium vitae, di Giovanni Paolo II,  pubblica il documento “La Vita è sempre un bene. Avviare processi per una Pastorale della Vita umana”. Partendo dal principio della «dignità infinita e inalienabile di ogni persona».

«In un tempo di gravissime violazioni della dignità dell’essere umano, in tanti Paesi, tormentati da guerre e da ogni genere di violenza (specialmente su donne, bambini prima e dopo la nascita, adolescenti, persone con disabilità, anziani, poveri, migranti)», si legge nel documento, «è necessario dare forma ad una vera e propria Pastorale della Vita umana, per mettere in pratica quanto ribadito anche dalla recente Dichiarazione Dignitas infinita del Dicastero per la Dottrina della Fede: “una dignità infinita, inalienabilmente fondata nel suo stesso essere, spetta a ciascuna persona umana, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione si trovi” (n. 1). La vita di ogni uomo e di ogni donna va, pertanto, sempre rispettata, custodita, difesa».

È urgente, spiega il testo, contrastare le violazioni della vita attraverso un impegno concreto, ispirato dalla ragione e dalla fede. 
Indirizzato principalmente ai vescovi, ma anche a sacerdoti, religiosi e laici, il sussidio – frutto di un dialogo con i vescovi durante le visite pastorali e di un webinar del 2024 con le conferenze episcopali  -propone un approccio sinodale, basato sul discernimento comunitario nello Spirito, per adattare le azioni pastorali a contesti culturali e geografici diversi. 

Il testo elenca «le gravissime forme di violazione della dignità e della vita dell’essere umano, come aborto, eutanasia e suicidio assistito, fecondazione artificiale, maternità surrogata e ogni forma di violenza e abusi, guerra, bambini e adolescenti-soldato, terrorismo, violenza digitale e ideologia gender, abbandono dei poveri e dei migranti, respingimento dei migranti, mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, scarto degli anziani» e spiega che questi sono «segno eloquente di una pericolosissima crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male».

Gli obiettivi pratici sono quelli di formare operatori pastorali, educatori e famiglie sul valore della vita. Di creare leadership pastorali capaci di investire in risorse educative e campagne di comunicazione, capaci di lavorare insieme per una vera conversione pastorale.

«Nelle conferenze episcopali e nelle diocesi ci sono Uffici dedicati alla Famiglia e alla Vita», ricorda il documento, «ma non è facile passare all’azione pastorale. La moltiplicazione dei progetti, l’improvvisazione, la disomogeneità degli obiettivi, la settorializzazione, la casualità delle iniziative possono rendere inefficace il lavoro pastorale di formazione ed educazione alla vita».Il testo integrale è scaricabile dal sito www.laityfamilylife.va





Dal sito Famiglia Cristiana

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