Il presidente ucraino Zelensky ha rimandato il viaggio in Arabia Saudita previsto per oggi dopo aver appreso dalla stampa dell’incontro nella capitale saudita di Stati Uniti e Russia ad alti livelli: “Parlano dell’Ucraina senza l’Ucraina”, ha puntato il dito. Immediata la risposta del presidente americano Trump: “Sono stati al tavolo negoziale per tre anni, non dovevano iniziare la guerra”
Roberta Barbi – Città del Vaticano
La ritrovata vicinanza tra Stati Uniti e Russia che s’incontrano da soli per parlare della pace in Ucraina non è piaciuta al presidente Zelensky, che dalla Turchia dove ha incontrato il presidente Erdogan ha rimandato la visita ufficiale in Arabia Saudita, prevista per oggi, al 10 marzo prossimo. Nessuna trattativa sull’Ucraina senza l’Ucraina, senza Turchia e senza Europa e Regno Unito: è questa la posizione di Kyiv, espressa da Zelensky in Turchia, Paese che si era candidato a ospitare i futuri negoziati di pace.
I timori di Kyiv
Zelensky, con l’esclusione dell’Ucraina dai colloqui e soprattutto con il riavvicinamento tra Russia e Stati Uniti, che sono passati dal considerare Mosca un interlocutore e non più un invasore, teme di dover rinunciare ai territori persi, di non ottenere nessuna garanzia di sicurezza e di veder allontanare la prospettiva di adesione alla Nato. Dopo aver appreso dalla stampa degli avvenuti colloqui a Riad tra Usa e Russia ad alti livelli, il presidente Zelensy è tornato a Kyiv per protestare con l’inviato Usa Keith Kellogg.
La reazione di Trump
Le proteste di Zelensky non sono piaciute al presidente americano Trump che si è detto molto deluso: “L’Ucraina è stata al tavolo dei colloqui per tre anni – ha dichiarato dalla sua residenza in Florida – Kyiv non doveva iniziare la guerra”. Il numero uno della Casa Bianca si è detto, invece, soddisfatto dei colloqui di Riad e ha ipotizzato di poter incontrare il presidente russo Putin già a fine mese.