Una giornata nera per il mondo del lavoro italiano. Tra la sera di lunedì e la mattinata di martedì, cinque persone sono morte in circostanze diverse ma tutte legate al proprio impiego. Almeno un’altra è rimasta gravemente ferita. Una conta pesante, che si consuma nel silenzio, nelle pieghe di una normalità fatta di turni notturni, catene di montaggio, manutenzioni autostradali, cantieri e campi agricoli.
Il primo dramma si è consumato a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli. Nicola Sicignano, 50 anni, dipendente della SB Ecology srl, è rimasto incastrato in un nastro trasportatore durante il turno serale ed è morto sul colpo. Sposato, padre di due figli, era regolarmente assunto. Sull’accaduto indagano i Carabinieri di Castellammare di Stabia e il Nucleo Ispettivo del Lavoro, coordinati dalla procura di Torre Annunziata.
A Maniago, in provincia di Pordenone, un altro operaio, Daniele Tafa, ha perso la vita la notte scorsa, proprio il giorno del suo 22° compleanno. Mentre lavorava su una macchina per lo stampaggio di ingranaggi industriali presso l’azienda Stm, una scheggia incandescente lo ha colpito alla schiena, uccidendolo. La macchina è stata sequestrata. Le indagini dovranno stabilire se la causa sia stata un guasto tecnico o un errore umano.
La terza vittima, un operaio di 38 anni, è stato travolto da un mezzo pesante lungo la carreggiata nord dell’A1 nei pressi di Orvieto, dove era residente. L’uomo stava lavorando per conto di una ditta incaricata della manutenzione autostradale. Anche in questo caso sono in corso le verifiche della Polizia Stradale e dei tecnici della sicurezza.
Nelle stesse ore, in Sardegna, alla diga di Cumbidanovu, nel territorio di Orgosolo (Nuoro), un operaio è precipitato da quattro metri di altezza mentre era regolarmente imbragato. È stato trasportato in codice rosso all’ospedale di Nuoro, con un trauma al rachide. A Cumbidanovu sono in corso lavori di completamento di un’opera iniziata nel 1989, simbolo di incompiute italiane.
Infine, a Roverbella, in provincia di Mantova, un agricoltore in pensione di 70 anni è morto per un malore improvviso mentre dava una mano nell’azienda vivaistica di un amico. A trovarlo, accasciato sul trattore ancora acceso, è stata la moglie del titolare.