Nevianonline.it
Sito ufficiale della Parrocchia Matrice San Michele Arcangelo. Neviano Lecce.

«Chi ha gettato quelle ombre dietro il dramma del piccolo Luca?»

Egregio Direttore di Famiglia Cristiana,

poco tempo fa una mia cara amica mi ha informata che sua figlia, ormai adulta, aveva espresso la volontà di “lavorare nel sociale”. Le ho detto che nel mio lavoro mi capita spesso di avere a che fare con gli “operatori” e che l’avrei volentieri portata con me per iniziare a vedere “come funziona”, perché sa, purtroppo, alle volte, non funziona proprio bene…

Poi, per coincidenza, mi mandano il Vostro articolo dove si legge la versione di una fondazione, al quale vorrei replicare, fornendo una visuale completa che possa essere utile, un domani, anche a quella giovane donna che vuole operare nel sociale.

Excusatio non petita, accusatio manifesta, dicevano i latini.

Nessuno aveva mai citato quella fondazione nei due unici articoli pubblicati.

Nessuno aveva mai accusato o attaccato quella fondazione.

Dunque, di primo acchito mi sono chiesta: come mai questo intervento? A che pro?

La spiegazione che danno su come funziona un affido è chiara e financo scolastica. Ringraziamo.

Ma nel momento in cui si inizia a parlare della storia di “Luca” iniziano le imprecisioni e le volute omissioni.

Si scrive che “Nella storia di Luca la “Pronta Accoglienza” si è dilatata nel tempo fino al compimento dei suoi quattro anni”. Giusto. Ma non si dice il perché. Come mai un Progetto di Pronta Accoglienza si è protratto fuori misura per ben quattro anni (a fronte di un “periodo ponte”, il breve tempo necessario a valutare l’evoluzione della progettualità, scrivete)? Perché, purtroppo, il Tribunale per i Minorenni, come molti altri Tribunali in Italia, è sovraccarico di lavoro e le pratiche vengono “smaltite” a rilento. A Milano ci sono 974 pratiche pendenti per ogni Giudice (diconsi novecentosettantaquattro) (Fonte CSM – Programma di gestione per l’anno 2024 Settore civile Tribunale per i Minorenni).

La storia di Luca poi viene definita “complessa”.

No, mi dispiace, è stata fatta diventare complessa, perché prima non lo era. Figlio di genitori ritenuti fragili e non adatti a crescerlo, ha avuto la fortuna di arrivare nella famiglia affidataria a soli 30 giorni. Se tutto fosse andato come le normative e il buon senso prevedono, entro pochi mesi avrebbe potuto essere dato in adozione a una famiglia che lo avrebbe di sicuro accudito e cresciuto con amore. E’ noto (purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista) che più un bimbo è piccolo, più è “desiderato” dalle coppie che scelgono il percorso dell’adozione. Non mi permetto di giudicare i loro desideri, ma statisticamente è così. “Luca” sarebbe dunque andato incontro ad un futuro sereno, SE tutto fosse stato gestito con attenzione, con cura, con professionalità e con il rispetto delle leggi (che ci sono). Così non è stato e non per colpa dei genitori affidatari. Ma per colpa delle Istituzioni e, anche, di coloro che gravitano intorno a tali istituzioni.

Fin qui le omissioni e le imprecisioni.

Poi però si passa alle affermazioni che feriscono umanamente e professionalmente.

Dicono che “La divulgazione al grande pubblico, in assenza di tutti gli elementi – non aiuta, getta ombre su un istituto virtuoso e importante come è l’affido familiare”.

Dunque, oltre al danno la beffa? Come è stato detto ai miei Assistiti “Così vi prendete la responsabilità del fatto che le persone non vorranno più avere bambini in affido”…?

Non solo si sta provocando un dolore immenso, perché non si sono rispettate le leggi, ma si vuole attribuire la responsabilità a due persone che sono 10 anni che sono famiglia affidataria e che si sono sempre prodigati per portare a termine affidi gioiosi e pieni di amore puro per tutti i bimbi che hanno avuto. Ma veramente hanno detto, pensato e scritto questo?

Le ombre sull’istituto virtuoso le ha gettate chi lo ha protratto per quattro anni senza dare indicazioni e/o spiegazioni, non i genitori affidatari.

Le ombre le ha gettate chi ha gestito in maniera pessima e brutale l’avvicinamento alla nuova coppia.

Le ombre le ha gettate chi non ha saputo affiancare veramente il bambino in questo passaggio frastornante, lacerante, improvviso, snaturante, traumatico e, appunto “brutale” (come ha affermato una operatrice).

Le ombre le ha gettate chi ha deciso che dovesse essere collocato in una nuova famiglia nel giro di 24 ore, manco fosse un cucciolo di cane da regalare a Natale.

Come mai poi, “a doverosa tutela di tutti gli interessati” la fondazione di cui scrivete ha deciso di esprimersi solo ora? A cose fatte, a dolore provocato, a trauma avvenuto, ad articoli di giornale usciti.

Arriviamo alle considerazioni filosofiche, alla saggezza da Baci Perugina (che per fortuna scrivono di altro): “è doveroso non perdere di vista la possibilità che dolori e traumi siano sanabili”. Ci è stato detto, a più riprese che “i bambini sono elastici, si adattano”. Anche Voi scrivete che “la maggior parte dei bambini collocati in nuove famiglie arrivano accompagnati da importanti traumi”.

Vero. Giusto. Ma quei bimbi hanno la sfortuna di avere quei traumi importanti causati da genitori fragili, inadatti, causati da situazioni di vita avverse, spesso indicibili, ma non provocate e decise a tavolino.

La storia di Luca non è complessa, non è divisiva, non contrappone duramente giurisprudenza e vita reale, ragioni e sentimenti, giuste leggi e applicazioni discutibili.

La storia di Luca sarebbe stata semplice poiché fortunatamente era stato dato in affido a soli 30 giorni.

La storia di Luca non è divisiva: eccezion fatta per un paio di soggetti, tutto il resto del mondo pensa che si stia perpetrando uno scempio nella vita di questo piccolo. E non è necessario essere laureati in giurisprudenza o in psicologia o in medicina. Basterebbe il buon senso.

Ma, anche volendo intervenire da laureata in giurisprudenza, vi dico che la legge c’è e sarebbe sufficiente (e doveroso) applicarla: si chiama “Legge sulla continuità affettiva” L. 173/2015. L’hanno fatta apposta. Pensate un po’.

Anche volendo far intervenire i laureati in medicina, ci sono 94 pediatri che hanno firmato una lettera aperta depositata in Tribunale nella quale esprimono la grave preoccupazione per il trauma che si sta provocando al bambino. C’è un neuropsichiatra infantile che ha redatto un parere in merito. C’è una pedagogista che ha fatto altrettanto. Soprattutto c’è il Garante Regionale per l’Infanzia e l’adolescenza, Dott. Bettiga, psicologo e psicoterapeuta e c’è il Garante Nazione per l’Infanzia e l’adolescenza che lo ha ampiamente supportato. Dunque? Chi contrappone giurisprudenza e vita reale? Ragioni e sentimenti? Chi?

Segnaliamo sommessamente che la contemplazione del “lasciare andare” è sempre stata posta in atto per tutti i bimbi che sono stati dati in affido in quella casa, tutti. Ma questo caso è diverso: qui si tratta di un bambino che ha passato tutta la sua piccola vita con due persone che per lui sono mamma e papà (non che chiama, ma che sono: è diverso); ha vissuto in una unica casa, quella; ha avuto dei fratelli e delle sorelle; ha frequentato una scuola dell’infanzia che ora ha dovuto lasciare all’improvviso; ha espresso sogni di vacanze, di compleanni, di regali, di Natale; ha fatto i suoi piccoli progetti con mamma e papà; ha lasciato dei giocattoli in casa, dicendo “dopo torno”; ha detto chiaramente “io non voglio cambiare casa, non voglio cambiare asilo”. Qualcuno lo ha ascoltato? Gli è stato detto, da chi si è occupato di questa faccenda: “Dimmi quello che senti, io ascolto i bambini”.

No, mi dispiace: nessuna di quelle persone lo ha ascoltato. Nessuno sta facendo il suo “primario interesse”. Nessuno sta capendo che qui non c’è “una trasformazione che può arricchire, anziché spezzare”. Sono solo belle e vuote parole che dovrebbero essere usate quando accadono le tragedie, per una malattia o un incidente, per quando un bimbo perde i genitori e allora si che, vivaddio, ha capacità di resilienza, resistenza, adattamento ed elasticità.

Ma, Direttore, non è proprio questo il caso.

Sara Cuniberti





Dal sito Famiglia Cristiana

Visualizzazioni: 1
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito web usa i cookies per migliorare la vostra esperienza di navigazione. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accetto Leggi altro

Privacy & Cookies Policy