Un momento della traslazione del feretro di papa Francesco a San Pietro (Reuters)
Un ruolo delicato e complesso, che va dalla gestione del cerimoniale a quello di notaio. È suo, per esempio, il rogito sulla vita e le opere del Papa che viene posto accanto alla salma, ed è sempre lui a preparare e gestire i vari riti ai quali partecipa il Pontefice o un suo delegato.
È il cosiddetto Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie ed è il capo dell’omonimo ufficio – uno dei tre della Curia romana – che affonda le radici tra il finire del 1400 e l’inizio del 1500 e che negli anni ha cambiato nome e funzioni.
Dall’11 ottobre 2021 alla guida di questo ufficio c’è il brianzolo Diego Giovanni Ravelli, 59 anni, (nella foto in alto con papa Francesco), sacerdote della diocesi di Como, arcivescovo titolare di Recanati nonché, dal 2023, Delegato pontificio per la basilica di Sant’Antonio di Padova. È toccato a lui, ad esempio, annunciare che venerdì 25 aprile alle 20 si chiuderà la bara del Papa. Ed è lui a sovrintendere alla complessa liturgia e ai riti che precedono e seguono i funerali di papa Francesco durante la Sede vacante.
Nato nel 1965 a Lazzate, cittadina con poco meno di 10 mila abitanti in provincia di Monza e Brianza, frequenta il seminario vescovile di Como. Nel 1991 viene ordinato sacerdote per l’Associazione clericale pubblica “Sacerdoti di Gesù Crocifisso”, incardinandosi poi nella Diocesi di Velletri-Segni. Nel 2000, a 35 anni, ottiene il diploma in Metodologia Pedagogica presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione della Pontificia Università Salesiana a Roma, e nel 2010 il Dottorato in Sacra Liturgia presso l’Istituto Liturgico del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo in Urbe.
Da sempre negli uffici delle celebrazioni liturgiche, è stato capo ufficio nell’Elemosineria Apostolica, dove era già officiale, aiutante cerimoniere e cerimoniere pontificio.
L’11 ottobre 2021 papa Francesco lo nomina a maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e responsabile della cappella musicale pontificia, inserita da Bergoglio con lettera apostolica in forma di motu proprio nell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche. In qualità di maestro delle celebrazioni liturgiche, si prende cura della preparazione dei paramenti, dell’altare, di «tutto quanto è necessario per le celebrazioni liturgiche e le altre sacre celebrazioni, che sono compiute dal sommo Pontefice o in suo nome, e dirigerle secondo le vigenti prescrizioni del diritto liturgico».
Durante il periodo di sede vacante, provvede alla constatazione del decesso del Papa e al rito delle solenni esequie pontificie. Toccherà a lui a pronunciare il celebre “Extra omnes” (“Fuori tutti”, in latino) con cui si comincia ufficialmente il Conclave nella Cappella Sistina ed è sempre lui, ad elezione avvenuta, a redigere il verbale dell’accettazione del neoeletto con il nome pontificale assunto.
Tutte le “notificazioni” che vengono inviate ai diretti interessati per i riti che accompagnano celebrazioni, funerali e riti di questi giorni della Sede Vacante portano la sua firma in calce.