Un momento della Giornata di spiritualità con alcuni giovani che hanno testimoniato la loro esperienza.
Si è tenuta il 22 marzo alla facoltà di medicina dell’Università cattolica di Roma, accanto al Policlinico Gemelli dove in queste settimane è ricoverato papa Francesco, una giornata di spiritualità dedicata alla figura di Carlo Casini, morto a Roma 5 anni fa, il 23 marzo 2020. “In cammino con Carlo Casini testimone di speranza” il titolo della giornata, inaugurata dalla figlia Marina, attuale presidente del Movimento per la Vita, che ha spiegato l’ispirazione dell’evento, la stessa che ha guidato l’opera di Casini: «Qualunque cosa avrete fatto a ogni mio fratello l’avrete fatto a me» (Matteo 25,40). Guardare l’altro sempre come un dono, a partire dal più piccolo, il concepito, a cui va riconosciuta piena dignità umana, pena tradire l’uomo tout court.
La giornata è stato coordinata da Giovanna Abbagnara, giornalsta di Sì alla Vita, e Francesco Ognibene, caporedattore di Avvenire, che nell’introduzione hanno sottolineato la caratteristica di visionario di Casini, di uomo cioè che sapeva vedere oltre e che, così, ispirava tante persone. Don Paolo Bonini, assistente spirituale della Cattolica, ha raccontato da suo ex studente che la sua attenzione era sempre rivolta alla persona umana in tutte le sue dimensioni. Insegnava i prodromi dell’umano che, se trascurati, fanno correre il rischio di disumanizzare la società. Un magistero esercitato soprattutto in Europa come parlamentare che vale come avvertimento e monito in un tempo in cui il nostro continente sembra che stia tradendo la sua vocazione originaria alla tutela dei diritti dell’uomo con le ultime decisioni in materia di riarmo.
Dopo la lettura del messaggio di saluto del cardinal Matteo Zuppi, padre Maurizio Faggioni del Dicastero delle Cause di santi, ha descritto il profilo spirituale di Casini, come di uomo che ha risposto alla chiamata di Dio in modo unico, come del resto è chiamato a fare ogni uomo. Uomo virile, ma delicato come un padre. E soprattutto persona gioiosa, che ha aiutato molti, con l’aiuto della preghiera, a far crescere il Regno di Dio a partire dall’impegno umano, politico e civile di tanti anni. Un laico, con la vocazione familiare a cui è stato fedele fino al sacrificio, che ha portato nel mondo un sospiro del cielo, una sorta di “ulteriorità di sguardo”. Un uomo che ha sempre cercato fin da giovane consigli spirituali che gli hanno fatto maturare un cuore cristiano, legato visceralmente a Cristo, e una rara delicatezza umana. «Senza Cristo non si può fare nulla», ha detto spesso, aggiungendo che «ogni sforzo umano è inutile senza preghiera». Una fede, dunque, estroflessa, fondata in Cristo ma radicata nel mondo, che ha ispirato le motivazioni razionali e di diritto per difendere ogni vita. Un uomo gioioso per la sua fede, movente per la speranza.
Sul tempo della sua malattia hanno offerto la loro testimonianza don Nunzio Currao, cappellano del Gemelli che gli ha portato ogni giorno l’Eucaristia, la dottoressa Giada Sciasca Cannizzaro, che lo ha seguito dal punto di vista medico, e don Stefano Stimamiglio, direttore di Famiglia Cristiana, che lo ha incontrato qualche volta nel corso della sua malattia e che ha scritto con la figlia Marina una biografia (Carlo Casini. Storia privata di un testimone del nostro tempo).
Una sezione del convegno è stato dedicata anche alle testimonianze di alcuni giovani, a cui Carlo Casini, «giovane con i giovani», ha dedicato tanto tempo ed energie. Davide Rapinesi, Camilla Galuppi e Arturo Buongiovanni. Bellissime, infine, le tante testimonianze sulla loro vita, fra cui quella del cardinale Giovanni Battista Re, dei coniugi Friso, di Carlo Mocellin, Pino Noia, Paola Binetti e Luisa Santolini.
Infine, l’annuncio della nascita della Cattedra Internazionale Carlo Casini, un programma di formazione interuniversitario sulla figura e il messaggio di Carlo Casini.