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Carlo Acutis, frate Freidel: ha aperto agli altri autostrade per il Cielo


Il prossimo 27 aprile, durante il Giubileo degli Adolescenti, il giovane beato verrà canonizzato. Il responsabile del Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco ad Assisi spiega i punti salienti della sua spiritualità: “Ci ha insegnato che la nostra vita si realizza qui ed ora, e non nell’aldilà”

Stephanie Stahlhofen e Daniele Piccini – Città del Vaticano

“Il beato Carlo Acutis ha capito veramente cosa significa essere un cristiano in senso completo. In primo luogo, un orientamento spirituale verso Dio, che possiamo definire tradizionale, fatto di preghiera, Eucaristia, celebrazione della Messa, Rosario. In secondo luogo la testimonianza agli altri e la cura dei poveri e dei bisognosi”. Questa è la ricetta per la santità di Carlo Acutis – il giovane beato, morto di leucemia fulminante a quindici anni, che verrà canonizzato il prossimo 27 aprile durante il Giubileo degli Adolescenti – riassunta da Frate Thomas Freidel, OFM Conv, responsabile del Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco ad Assisi.

Ha indicato la strada verso Dio

Il giovane beato viveva consapevolmente l’Eucaristia come la sua “autostrada per il Paradiso”. “Quando una persona muore in giovane età, non lascia materiale scritto, ma nel caso di Carlo Acutis, queste sono parole che colpiscono. Intendeva dire che l’Eucaristia, l’incontro con Dio, ricevere Cristo, è la strada che porta alla pienezza della vita, che porta alla perfezione insieme a Dio. Appunto un’autostrada verso il Cielo. Quindi, rimanere su questa strada, garantisce la pienezza della vita”.

Una vita piena qui ed ora

Nella spiritualità di Carlo Acutis è molto chiaro che la “pienezza” e la “vita risorta” si sperimentano già in questa vita. “La nostra fede – spiega frate Thomas Freidel ai media vaticani – non è una consolazione per tempi migliori nell’Aldilà. E Carlo Acutis ne è un buon esempio. Sapeva che vivere in relazione con Dio mi realizza qui ed ora, con gioia, con speranza, con fiducia. Percorrere il mio cammino di fede, il cui fine ultimo è quello che chiamiamo Cielo, cioè la perfezione con Dio. Il legame con Cristo, la celebrazione dell’Eucaristia, è una via sicura per arrivarci. Così, in questa citazione, anche con l’immagine moderna dell’autostrada, è ben espressa la personale comprensione della fede di Carlo Acutis”.

Già diffusissima la devozione per il beato Carlo Acutis

Già diffusissima la devozione per il beato Carlo Acutis

Ha convertito con la sua personalità

Eppure non era un “nerd”, ma una persona normalissima. “Questo è ciò che dicono tutti quelli che lo hanno conosciuto. Che non era affatto un outsider, ma era ben integrato nella sua cerchia di amici. Giocava a calcio qui ad Assisi e a scuola, a Milano. Era semplicemente una persona che piaceva. Piaceva anche ai compagni di scuola o agli amici che non erano orientati alla fede. Questo – conclude Frate Freidel – è ciò che tutti testimoniano su di lui, ossia che ha ottenuto molto, semplicemente attraverso la sua persona, attraverso il suo carattere: così ha toccato il cuore di molte persone”.



Dal sito Vatican News

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