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Buon compelanno a Milena Vukotivc, che ha compiuto 90 anni come protagonista al Franco Parenti di Milkano della pièce “Lezioni d’amore”


«Mio padre era un commediografo di origine montenegrine, che ha anche tradotto le opere di Pirandello, e mia madre, Marta Nervi, una pianista, molto nota; quindi, per me muovermi su un palcoscenico è stato naturale:  ho iniziato come ballerina e poi mi sono innamorata del cinema, vedendo il film La strada di Federico Fellini, e da allora ho voluto recitare. Il teatro è la mia passione da quando ho iniziato con la celebre compagnia Rina Morelli – Paolo Stoppa nella parte di una ragazzina in Così è (se vi pare) di Pirandello che, proprio in questa stagione, ho riproposto nel ruolo della signora Frola, con la regia di Geppy Gleijeses. Ora ho appena debuttato con Lezione d’amore al Teatro Franco Parenti di Milano, proprio il 23 aprile, il giorno in cui ho compiuto 90 anni.» Così  Milena Vukotic, nel  compiere 90 anni in scena, dimostra come fare teatro mantenga vivaci e dinamici e affronta, con entusiasmo, il primo testo teatrale scritto dalla regista Andrée Ruth Shammah, insieme a Federica Di Rosa, una profonda riflessione sulla condizioni della terza età, ispirata al film  Harold e Maude e a Madame Pylinska e il segreto di Chopin di Éric-Emmanuel Schmitt, pensato per festeggiare Milena, ma anche tutti gli anziani che hanno bisogno di sentirsi integrati e valorizzati dalla società contemporanea. Nella sala Blu del Teatro Parenti, sempre esaurita, Madame A., interpretata dalla Vukotic, è un’insegnante di piano, che dispensa anche consigli, in una specie di educazione sentimentale, al suo allievo diciassettenne, Federico De Giacomo, un “giovane svogliato”, pieno di paure e di complessi che, spinto dalla madre a suonare il pianoforte, desidera ricevere anche una “lezione d’amore” e di vita. Il testo prevede anche un narratore, il giovane ragazzo invecchiato che ricorda a distanza di tempo l’incontro che cambierà la vita di entrambi (Andrea Soffiantini). In una poetica scenografia, arricchita da delicati video con le scene che si svolgono all’esterno della casa, proiettate in proscenio su un tulle, così da renderli evanescenti, si assiste alla conoscenza tra i due che dalla diffidenza passano a momenti di estrema confidenza. 
Milena, di casa al Parenti, poiché ha recitato in altri spettacoli, anche nel corso di questa stagione, lavora con passione al testo della Shammah, con la sua signorilità e delicatezza, e con grande vivacità domina la scena, muovendosi sul palcoscenico, anche salendo e scendendo con agilità da una ripida scala a chiocciola. Afferma infatti: «Questa occasione per me di recitare ancora in questo teatro è qualcosa di unico, perché Andrée Ruth Shammah ha un cuore che pulsa in tutte le direzioni e ci porta sia come autrice sia come regista a una arricchimento continuo, poiché anche quando  cambia idea e ci fa rifare le scene con il contrario di quello che era stato deciso, ci aiuta a ottenere uno sviluppo interno che, nonostante la mia esperienza, mi arricchisce e mi tramette una energia che non ho mai sentito».
La Shammah,  infatti, ha scritto questo testo, per la prima volta come autrice, ripensando anche alle sue esperienze personali, infatti afferma: «ragionando con Milena ho voluto riflettere sulla qualità della vita degli anziani che dipende dal pensiero di avere una morte “leggera”, poiché quello che fa paura è il morire male in solitudine; io ho avuto una esperienza molto drammatica  con mia madre che si è uccisa, a 92 anni, poiché essendo molto malata temeva di finire la sua vita nelle mani degli altri. Anche il padre di mio figlio, il mio compagno, aveva paura di morire, ma io gli avevo promesso di sostenerlo fino all’ultimo. Noi non abbiamo assolutamente voluto fare un testo sull’eutanasia, anzi abbiamo valorizzato l’amore per la vita, la vitalità anche negli anziani che hanno ancora voglia di uscire, di confrontarsi con gli altri, pensando anche al legame con la Fondazione Ravasi Garzanti con cui collaboriamo, che si occupa dell’inserimento sociale degli anziani, perché non si sentano soli. La mia protagonista, Milena, vuole che il giovane protagonista la aiuti a vivere non a morire, e la sostenga nell’affrontare il pensiero della morte con serenità e leggerezza».
Proprio con leggerezza si muove sulla scena, quasi danzando fare le righe del testo Milena, attrice che ha lavorato con grandi registi come Fellini, Scola, Monicelli, Zeffirelli, che ha ottenuto molti riconoscimenti come il Premio alla Carriera ai David, nota al cinema per essere stata la moglie sottomessa dell’indimenticabile Fantozzi di Paolo Villaggio e nella fiction Un medico in famiglia in cui era la consuocera di nonno Libero di Lino Banfi,  e che,  a 90 anni si rimette in gioco ogni sera con Lezione d’amore  e conclude: «Ogni spettacolo è un mistero ma sono soddisfatta di questo lavoro che è una grande scoperta e un momento di creatività e di gioia e anche se ci sono momenti di insicurezza e di dubbio che avvengono abbastanza regolarmente nel nostro lavoro, nella compagnia siamo tutti molto complici e uniti. Il teatro è una gioia immensa per chi lo fa e per chi lo accoglie come spettatore e vorrei che con questo nuovo progetto tutti potessero rendersi conto di come siamo felici di essere in scena anche noi dai 17 ai 90 anni!». 

 





Dal sito Famiglia Cristiana

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