di Ivano Zoppi
segretario generale di Fondazione Carolina
Basta filtri sui social! Proprio quando Meta e il mondo della comunicazione online sta mettendo in discussione l’agenda DEI (i programmi diversity equity e inclusion), nonché il ruolo del fact checking nella gestione e della pubblicazione di contenuti e giudizi diffusi via social, dagli Usa arriva un fulmine a ciel sereno! Non si tratta di umanoidi a carica elettrica, né di cyborg che cucinano macrobiotico, ma di qualcosa in grado di segnare un’epoca. Niente più filtri per migliorare o modificare il proprio aspetto sui social!
In un clima in cui i grandi colossi del web sono in trasformazione e stanno aggiornando il proprio posizionamento nel dibattito tra libertà di opinione e tutela dei diritti delle comunità, a fare più scalpore sono i filtri per apparire più sicuri e vincenti sui nostri social!
In realtà, passata la levata di scudi che solitamente accompagna un drastico cambio di direzione, come Fondazione Carolina ci sentiamo di condividere, o comunque di approvare, questa scelta. I benefici, a partire dalle nuove generazioni, sono evidenti:
1. Impatto sulla salute mentale dei giovani:
* Riduzione del confronto sociale negativo: L’eliminazione dei filtri di bellezza può diminuire la tendenza dei giovani a confrontarsi costantemente con immagini irrealistiche, riducendo così ansia e depressione legate all’aspetto fisico;
* Miglioramento dell’autostima: Vedere rappresentazioni più autentiche online può aiutare i giovani ad accettare meglio il proprio aspetto naturale, favorendo una maggiore autostima;
* Diminuzione del FOMO (Fear of Missing Out): Con meno immagini “perfette”, i giovani potrebbero sentirsi meno esclusi o inadeguati rispetto alle vite apparentemente ideali mostrate sui social media;
2. Riduzione della pressione sociale legata agli standard di bellezza irrealistici:
* Promozione della diversità: Senza filtri che omogeneizzano l’aspetto, emergerà una maggiore varietà di tipi di bellezza, celebrando la diversità naturale;
* Decostruzione di ideali irrealistici: L’assenza di filtri avanzati come “Bold Glamour” aiuterà a smantellare standard di bellezza irraggiungibili e dannosi;
* Educazione alla realtà vs finzione: Questa mossa può stimolare conversazioni importanti sulla differenza tra realtà e immagini manipolate digitalmente;
3. Promozione di un’immagine corporea più positiva:
* Accettazione di sé: Vedere più immagini non filtrate può incoraggiare i giovani ad accettare le proprie caratteristiche uniche;
* Riduzione dei disturbi alimentari: Una rappresentazione più realistica dei corpi può contribuire a ridurre la pressione che porta a comportamenti alimentari disordinati;
* Empowerment: Mostrarsi senza filtri può diventare un atto di empowerment, incoraggiando i giovani a valorizzare la propria autenticità;
Resta il fatto che il panico generato da questa decisione ci fa comprendere da un lato quanto siamo condizionati dallo storytelling dei social, dall’altro che quella stessa dimensione online dove ci relazioniamo è meno libera di quanto si possa immaginare.