Il cardinale segretario generale emerito del Sinodo dei Vescovi, ricorda il suo rapporto “speciale, fraterno e filiale” con Papa Bergoglio che lo ha elevato alla porpora nel 2014: “Per un mese e mezzo ho avuto la gioia di stargli costantemente vicino, condividendone tutti i primi passi da Pontefice”
Francesco Marruncheddu – Città del Vaticano
Si erano incontrati per la prima volta nel 2007 ad Aparecida durante la V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano. L’allora cardinale arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, e il nunzio apostolico in Brasile, monsignor Lorenzo Baldisseri, non sapevano che le loro strade, così diverse per formazione e ministero, si sarebbero incrociate ancora, a Roma, sei anni dopo, durante il Conclave del marzo 2013. «Nel 2012 ero stato nominato segretario della Congregazione per i vescovi e dunque anche del Collegio cardinalizio», racconta il cardinale Baldisseri: «Al momento della vacanza della Sede, con le dimissioni di Benedetto xvi, il segretario del Collegio diviene, secondo le norme canoniche, anche segretario del Conclave. Ho così dovuto gestire tutto il meccanismo che ha portato all’elezione di Papa Francesco. È stata davvero un’occasione straordinaria, unica, coadiuvare il decano, il cardinale Angelo Sodano. Fra i tanti adempimenti del segretario, ho avuto anche la grazia di effettuare le famose “fumate” che escono dal comignolo della Cappella Sistina e che annunciano al mondo se il nuovo Papa è stato eletto o meno. Dunque ho predisposto anche la fumata bianca della sua elezione».
La vita a Santa Marta
Ma in quel Conclave il cardinale Bergoglio e monsignor Baldisseri si erano incontrati già durante le Congregazioni generali dei cardinali, prima dell’Extra omnes: «L’ho rivisto con piacere e l’ho ascoltato con interesse quando prendeva la parola. Durante il Conclave, conclusi gli scrutini, è arrivato poi il momento più emozionante: tutti i cardinali si misero in fila per rendere l’atto di obbedienza al nuovo Papa. Anch’io — spiega Baldisseri — sebbene non essendo cardinale non ne avessi l’obbligo formale, mi sono messo in fila per ossequiare il Pontefice appena eletto. Nel momento in cui mi sono inginocchiato davanti a lui, stupendomi, Francesco mi ha messo in testa lo zucchetto rosso, annunciandomi, di fatto, come suo primo cardinale. La stessa sera dell’elezione, a cena a Santa Marta, lo esplicitò poi al cardinale Errázuriz Ossa, che gli fece una domanda a riguardo: “Baldisseri è cardinale?” “È mezzo cardinale”, rispose Francesco. Ero stato infatti annunciato ma non creato». Creazione che avvenne poi al primo Concistoro utile, nel febbraio del 2014.
Baldisseri ha poi un ricordo speciale dei primi giorni di pontificato: «Ho avuto il privilegio di vivere accanto a lui le prime settimane del suo pontificato. Risiedevo anch’io a Santa Marta e quando i cardinali sono ripartiti dopo il Conclave, io mi sono trovato a vivere accanto a lui ogni giorno, ad aiutarlo nella quotidianità, anche perché non aveva con sé un segretario o attendenti. Iniziavamo insieme la mattina con la messa nella cappella della Domus, nella quale gli facevo da cerimoniere; prendevamo i pasti allo stesso tavolo e durante il giorno gli ero accanto per ogni necessità ed esigenza. Per un mese e mezzo ho avuto la gioia di stargli costantemente vicino, condividendone tutti i primi passi da Papa. Fu in quel periodo che, riservatamente, mi confidò la sua intenzione di nominarmi segretario generale del Sinodo dei vescovi, cosa che poi avvenne il successivo 21 settembre 2013. In questo nuovo ruolo il porporato ha avuto occasione di stare vicino a Francesco durante ben quattro assemblee sinodali: «Due Sinodi sulla famiglia, il Sinodo sui giovani e il Sinodo speciale sull’Amazzonia, dove sono stati affrontati grandi temi». Al compimento degli 80 anni, nel 2020, il Papa ha accettato le sue dimissioni ma ha voluto che continuasse a collaborare come membro della Congregazione “de Propaganda Fide”.
Il brano ispirato alla Fratelli tutti
Un rapporto «speciale, fraterno, filiale tra noi», conclude Baldisseri: «L’anno scorso ho avuto la gioia di stare accanto a Papa Francesco alla Loggia centrale della Basilica Vaticana nel giorno di Pasqua in occasione della benedizione Urbi et Orbi». Un affetto reciproco che in occasione dell’inizio del decimo anno di pontificato ha visto il cardinale, buon musicista, dedicargli un pezzo, Fratelli tutti, se vuoi, ispirato all’enciclica, eseguito dal Piccolo coro dell’Antoniano davanti a Francesco nell’Aula Paolo VI il 19 marzo 2022.