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Alfieri della Repubblica 2024: i giovani eroi dell’Italia che resiste

C’è un’Italia che cresce in silenzio, che non fa notizia nei talk show e non impazza sui social, ma che ogni anno riceve il tributo più alto della Repubblica: il riconoscimento alla cittadinanza attiva, alla generosità, alla capacità di cambiare il mondo partendo dal proprio piccolo. È quella dei 29 giovani e giovanissimi ai quali il Presidente Sergio Mattarella ha conferito l’Attestato d’onore di “Alfiere della Repubblica”, affiancando 4 targhe collettive a iniziative di gruppo particolarmente significative.

«Nuove vie per la solidarietà» è il tema che ha ispirato le scelte di quest’anno: una solidarietà moderna, tecnologica, creativa, sostenibile. I protagonisti sono ragazze e ragazzi che hanno affrontato malattie, lutti, discriminazioni, eppure non si sono arresi. Anzi, hanno trasformato il dolore in forza, l’ostacolo in opportunità, l’esperienza in dono per gli altri.

C’è Maddalena, che con la poesia dà voce alle emozioni degli adolescenti; Tommaso, che ha progettato un dispositivo per la diagnosi precoce del Parkinson; Niccolò, inventore di un software che facilita la lettura musicale per i dislessici; Francesco, che ha salvato una coppia di anziani dalle onde; Giada, mascotte sorridente della ricerca sull’osteogenesi imperfetta; Camilla, che allena detenuti in carcere per dar loro una possibilità di riscatto. E ancora Bianca, che nonostante la cecità illumina la rete con la sua “magia”; Diego, che combatte la malattia con la forza della musica; Angela, che non si è fatta piegare dalle prove della vita.

Tra le storie, spicca l’impegno per l’ambiente, come quello di Riccardo, piccolo esperto di spugne marine, e quello sociale, come Martina, paladina della legalità nei quartieri difficili. Oppure l’azione concreta, come quella di Serena, che porta conforto ai senzatetto, o di Edoardo, che gioca a baskin per includere la sua compagna di squadra.

Accanto ai premi individuali, le targhe assegnate a gruppi raccontano l’Italia delle relazioni che funzionano: Sara, Emma e Azzurra che, grazie a un corso scolastico di primo soccorso, hanno salvato una vita; i bambini della VB della “Parini” di Torino, che hanno fatto dell’amicizia verso un compagno disabile una missione quotidiana; la squadriglia scout “Aquile” di Bari, che ha mappato un parco urbano per valorizzare il territorio; il gruppo SottoSopra di Genova, che dà battaglia alla violenza di genere tra i giovani, a partire dalla scuola.

Mattarella, nel conferire i riconoscimenti, ha voluto sottolineare come questi giovani rappresentino «una parte simbolica, ma significativa, di un’Italia che crede nei valori della Costituzione e li incarna nella vita di tutti i giorni». Sono esempi viventi di come l’altruismo non sia un’utopia, ma una scelta possibile, contagiosa. Sono la prova che, anche nell’epoca dei like e dei filtri, la sostanza dell’essere conta ancora più dell’apparire.

In un tempo in cui sembra prevalere la frammentazione sociale, le loro storie parlano un linguaggio universale: quello della solidarietà che unisce, dell’inclusione che costruisce, della responsabilità che genera futuro. Un’Italia giovane che non aspetta di diventare adulta per fare la differenza.





Dal sito Famiglia Cristiana

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