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A San Pietro, i suoni del “campanone” che vibra di silenzio


Presentato al MAXXI il progetto “Gli echi silenziosi della grande campana”. Durante l’anno giubilare, entrando nel portico della basilica, i pellegrini sono accolti da suoni nuovi, diffusi nell’aria. L’artista Bill Fontana ha catturato le micro-vibrazioni provenienti dall’interno del campanone di San Pietro. L’ambasciatore Vattani – ideatore del progetto – : “eravamo convinti che la campana non tacesse mai e abbiamo voluto ascoltarla”. Il cardinale de Mendonça: “un suono che parla di speranza”

Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano

Il campanone di San Pietro – una delle maggiori campane d’Italia per nota e peso – fa sentire il suo suono maestoso soltanto per tre volte durante l’anno, a Natale, Pasqua e nella festa dei santi Pietro e Paolo, “Noi invece abbiamo voluto ascoltarlo quando è muto. Tutti pensavano che non avesse una voce. In realtà ce l’ha e l’abbiamo fatta sentire. Abbiamo reso udibile quello che normalmente è il silenzio”: così l’ambasciatore Umberto Vattani, presidente della Venice international University, illustra il progetto dell’artista statunitense Bill Fontana per la basilica di San Pietro, “Gli echi silenziosi della grande campana”.


Presentazione del Progetto “Gli echi silenziosi della grande campana” al MAXXI

L’installazione sonora è stata presentata il 3 aprile al Museo MAXXI di Roma, nella cui piazza è stata riallestito il progetto dell’esponente di spicco della sound art “Sonic Mappings”. Oltre a Umberto Vattani, ideatore e curatore della creazione artistica assieme a Valentino Catricalà, curatore e critico d’arte, sono intervenuti tra gli altri Maria Emanuela Bruni, presidente Fondazione MAXXI, Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, che ha anche presentato un prezioso volume dedicato al progetto, e il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione.

Ascolta l’intervista a Umberto Vattani, presidente della Venice international University

Un suono che si propaga anche nei luoghi più lontani

Grazie a sensori di ultima generazione e a un sofisticato sistema audio, le vibrazioni interne della campana – assolutamente impercettibili – sono state catturate, amplificate e trasformate in un’esperienza sonora unica. Dal 16 febbraio scorso, con l’anteprima durante la Notte bianca del Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, durante tutto l’anno giubilare, questo suono muto si propaga nel portico della basilica attraverso dodici altoparlanti di terza generazione. Umberto Vattani spiega che lo stesso suono sarà ascoltato anche dai visitatori del padiglione della Santa Sede a Osaka, durante l’Expo, nella sala in cui verrà esposta la Deposizione del Caravaggio portata dai Musei Vaticani.

“Il Giubileo per la prima volta non riguarda solo Roma e le basiliche o le chiese romane, ma porta il suo messaggio di speranza, di fede e soprattutto di incoraggiamento a tutta un’umanità che ne ha grande bisogno. La speranza viene data dall’ascolto, nel silenzio, “di un campanone che sta a noi ascoltare. E se lo ascoltassimo di più” – aggiunge – “probabilmente molti degli errori che vengono commessi in tanti teatri di guerra, in tante situazioni di carestia e di disastri ambientali acquisterebbero una dimensione più umana diversa. Ci si fermerebbe di fronte all’orrore e si cercherebbe di fare del bene”.

Ascolta un brano dell’opera di Bill Fontana “Gli echi silenziosi della grande campana”

“Sound sculpture”, una scultura spaziale invisibile, fatta di suono

Fontana concilia le due realtà apparentemente inconciliabili dell’immaterialità del suono con la solidità della scultura. In questo caso è il suono impercettibile prodotto dalle micro-vibrazioni provenienti dall’interno della campana che sono state registrate mediante un processo avanzato rendendole udibili. La tecnologia si è fusa con l’arte è ha dato voce a un “suono muto”. Sembra di leggere le parole di san Benedetto, che scrisse: “Tendi l’orecchio del tuo cuore”, disvelando l’intento dell’artista che è di matrice spirituale, è un anelito all’infinito, all’assoluto. È come se le vibrazioni dal metallo fossero risposta quieta a tutti i rumori, agli strepiti del mondo. “Le vibrazioni producono un’orchestra celeste che avvolge la città” – scrive Vattani nel libro edito da Treccani Bill Fontana. Echi muti. Vaticano – e rende chiaro a tutti, anche ai più increduli, che il campanone di San Pietro, giorno e notte, estate e inverno, è sempre in ascolto. E risponde”.

Il volume edito da Treccani

Il volume edito da Treccani

Un’esperienza spirituale e culturale

Di primo impatto, sembra che questa opera d’arte intenda semplicemente “far parlare” un suono che generalmente non si percepisce, in realtà vuole metterci in ascolto. “Quest’opera di Bill Fontana è un’esperienza spirituale e culturale fondamentale” – osserva il cardinale de Mendonça – perché ci rende tutti consapevoli di una presenza. La campana di San Pietro, che di solito è invisibile, può essere ascoltata. Quest’opera ha la grande qualità di essere una sorta di laboratorio dell’ascolto, rendendoci attenti oltre noi stessi, perché prima ascoltiamo la campana, dopo impariamo ad ascoltare altre dimensioni, con altre sensibilità, rendendoci capaci di accogliere altri dettagli del mondo reale”.

Ascolta l’intervista al cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione

Una vibrazione che è un legame con Dio

Un progetto che diventa palestra, che insegna ad ascoltare, a metterci in contatto. Questo suono, questa vibrazione invisibile sembra la voce di Dio. “Nel silenzio, Dio sta, Dio abita. “Questa vibrazione” – riflette il cardinale prefetto – “è una sorta di legame. Ci fa capire che il mondo non è un luogo vuoto, ma è un luogo abitato dallo Spirito. E il riverbero di questa campana ci dà l’illusione di quella sensorialità che anche l’esperienza spirituale possiede. Perché l’esperienza spirituale non è soltanto un’esperienza mentale ma riguarda tutto il corpo che viene colpito, come la Bibbia riferisce tante volte, da una esperienza che viene di Dio”.

Foto di Bill Fontana

Foto di Bill Fontana

Il silenzio parla a chi lo sa ascoltare

Il cardinale de Mendonça è un poeta e la poesia è fatta di parola, di suoni, di ritmo. Gli chiediamo quindi cosa gli dice, cosa gli suggerisce questo “magnifico progetto che la contemporaneità ha prodotto”, risponde: “Ascoltando, la parola che mi viene al cuore è la parola speranza. Penso che questa campana muta, che alla fine ascoltiamo come una musica di Dio, è un invito incessante a ricominciare, a ripartire”.



Dal sito Vatican News

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