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Il Papa e Zelensky, 35 minuti di colloquio: in dono un dipinto sul massacro di Bucha


Il presidente ucraino per la terza volta nel Palazzo Apostolico in udienza da Francesco. Nei giorni scorsi a Londra e Parigi, nel pomeriggio a Berlino, il leader di Kyiv è arrivato in leggero ritardo in Vaticano scortato da un lungo cordone in una Roma blindata. Oltre mezz’ora il dialogo privato con il Pontefice, poi i colloqui in Segreteria di Stato

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

L’orrore di Bucha visto con gli occhi di Marichka, una bambina immaginaria davanti alla quale i soldati russi hanno torturato e ucciso padre, madre e nonna. Il massacro di due anni fa di oltre 630 civili nella cittadina a pochi km a nord di Kyiv – quello che le autorità ucraine definiscono un “genocidio” per il quale hanno chiesto indagini approfondite alla Corte penale internazionale – è emerso nell’udienza di questa mattina, 11 ottobre, di Papa Francesco a Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, dopo il colloquio privato nella sala della Biblioteca di circa 35 minuti, ha regalato al Papa il dipinto ad olio di una bambina, Marichka appunto, che con i suoi occhi spenti, lo sciarpone e un cappotto marrone rappresenta tutti gli abitanti di Bucha che hanno dovuto assistere a rapimenti, torture, saccheggi, stupri, anche di minori. Una brochure a fianco dell’opera ricostruisce nel dettaglio i fatti. Zelensky ha voluto consegnare questo dono al Papa per porre nuovamente all’attenzione del mondo le atrocità vissute dal suo popolo. Popolo che da oltre due anni e mezzo spera in una pace che “è un fiore fragile”, come recita la scritta sulla fusione in bronzo donata da Francesco al leader ucraino.

Zelensky dona al Papa un dipinto sul massacro di Bucha

Zelensky dona al Papa un dipinto sul massacro di Bucha

Tour europeo

Il presidente ucraino è alla sua terza tappa di un tour europeo finalizzato a presentare il suo “Piano per la vittoria” che lo ha visto a Londra e Parigi e nel pomeriggio in Germania per incontrare il cancelliere Olaf Scholz e poi il presidente Frank-Walter Steinmeier. Arrivato ieri sera a Roma ha incontrato ieri sera la premier Giorgia Meloni, la quale ha ribadito il sostegno a 360° dell’Italia all’Ucraina sia sul piano bilaterale che su quello multilaterale. Per la terza volta, questa mattina, intorno alle 9.45, il leader di Kyiv ha varcato la soglia del Palazzo Apostolico. La prima era stata nel 2020, quando ancora la pandemia di Covid-19 non era deflagrata a livello globale e le tensioni in Ucraina erano circoscritte alla zona est del Paese; il secondo incontro, invece, c’era stato nel maggio 2023, un anno e mezzo dopo il primo missile gettato dalla Russia in terra ucraina. Papa e presidente si erano visti poi a giugno al G7 di Borgo Egnazia: Zelensky era stato tra i primi bilaterali riservati del Pontefice che aveva incontrato uno ad uno, dalla mattina fino alla sera, i leader presenti al summit in Puglia. In mezzo, durante tutti questi mesi, ci sono stati poi contatti telefonici, lettere, appelli, la missione del cardinale Zuppi e il viaggio di luglio del segretario di Stato, Pietro Parolin.

Dialogo riservato

Oggi, quindi, nuova udienza in una mattinata ricca di appuntamenti per il Papa che, intorno alle 9, ha ricevuto pure il premier spagnolo Pedro Sanchez. Volodymyr Zelensky è arrivato subito dopo con un leggero ritardo, scortato da un lunghissimo cordone di auto che ha attraversato Via della Conciliazione e Piazza Pio XII entrambe transennate e blindatissime, tra polizia e carabinieri che questa mattina avevano svolto una bonifica anti-terrorismo in tutta la zona.

Nessun contrassegno come stemmi o bandiere sull’auto del presidente ucraino che, attraversata Piazza San Pietro e l’Arco delle Campane, è arrivata alle 9.40 nel Cortile di San Damaso. Ad accogliere il presidente, il reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza e i Gentiluomini di Sua Santità. In tenuta militare, con una polo verde con il tryzub (in ucraino Тризуб), il tridente bizantino stemma dei principi della Rus’ di Kiev e ora simbolo del Paese, Zelensky è quindi salito nella Sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico dove lo attendeva Francesco. Stretta di mano, qualche battuta iniziale, poi il colloquio a porte chiuse di oltre mezz’ora, fino alle 10.20, con l’ausilio di un francescano ucraino come traduttore, sui temi della guerra e della pace per l’Ucraina da sempre definita “martoriata” dal Pontefice.

Il Papa e Zelensky durante il colloquio nella Sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico

Il Papa e Zelensky durante il colloquio nella Sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico

I doni

Al momento del tradizionale scambio di doni, il Papa, oltre alla scultura in bronzo “La pace è un fiore fragile”, ha consegnato al suo ospite il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2024, quello dedicato alla intelligenza artificiale che rischia di acuire “la follia della guerra”. Poi i volumi dei documenti papali, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Libreria Editrice Vaticana, e il volume, edito sempre da LEV “Perseguitati per la verità, i greco-cattolici ucraini dietro la cortina di ferro”. Si tratta di un album fotografico a colori, frutto di un progetto di ricerca dell’Istituto di Storia della Chiesa dell’Università Cattolica Ucraina sulla vita clandestina della Chiesa greco-cattolica ucraina, per documentare l’eredità dei martiri e dei confessori della fede. Quelli famosi, quelli meno conosciuti, quelli senza nome.

Colloqui in Segreteria di Stato 

Dopo il saluto alla delegazione – nove membri, tra cui l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, e il capo dell’Ufficio del presidente dell’Ucraina, Andrij Jermak – Zelensky si è recato in Segreteria di Stato per i colloqui.

La foto con la delegazione

La foto con la delegazione



Dal sito Vatican News

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