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Lo storico abbraccio del Giro d’Italia a Papa Francesco


Questa mattina 29 aprile, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, a Roma, è stata presentata la tappa romana dell’edizione 108 del Giro d’Italia, in programma il 1° giugno. I ciclisti che partecipano alla corsa pedaleranno per la prima volta all’interno dello Stato della Città del Vaticano: un percorso che anticipa il Giubileo dello sport previsto sabato 14 e domenica 15 giugno

Giampaolo Mattei – Città del Vaticano

Nel ricordo di Papa Francesco, la prossima domenica 1 giugno, i ciclisti che partecipano al Giro d’Italia pedaleranno all’interno dello Stato della Città del Vaticano: una “prima tappa” che anticipa il Giubileo dello Sport previsto sabato 14 e domenica 15 giugno. Il passaggio in Vaticano dei ciclisti della Corsa rosa è stato presentato – stamani martedì 29 aprile, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio – dal vescovo Paul Tighe, segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Il progetto – nato il 28 ottobre 2021 in occasione della cerimonia per la consegna ad Athletica Vaticana del certificato del riconoscimento come membro ufficiale dell’Unione ciclistica internazionale – è stato curato dal Dicastero insieme ad Athletica Vaticana, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e il Dicastero per la Comunicazione.

La presentazione della tappa romana 

Nella conferenza di presentazione – commosso il ricordo di Papa Francesco – sono intervenuti il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, con l’assessore allo sport Alessandro Onorato; Urbano Cairo e Paolo Bellino, presidente e amministratore delegato di Rcs; Stefano Barigelli, direttore della Gazzetta dello sport, e Vincenzo Nibali, vincitore del Giro nel 2013 e nel 2016. “Il passaggio del Giro d’Italia nella Città del Vaticano è un momento storico”, ha detto monsignor Tighe, ricordando Papa Francesco e ringraziandolo “per aver accettato questa iniziativa. Ringrazio anche tutti i soggetti coinvolti, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, l’organizzazione del Giro d’Italia, il Comune di Roma e Athletica Vaticana che, insieme al Dicastero per la Cultura e l’Educazione, hanno progettato questo momento”. “Non sarà un passaggio ‘turistico’ – ha proseguito il vescovo – ma un passaggio ‘simbolico’: si percorrerà la ‘via mariana’, un itinerario nei Giardini vaticani dove sono presenti numerose immagini della Madonna provenienti da tanti Paesi”. Sarà quasi un “piccolo giro del mondo” che coincide con “la celebrazione del Giubileo della speranza”.

L'ex ciclista Vincenzo Nibali accanto al trofeo del Giro d'Italia

L’ex ciclista Vincenzo Nibali accanto al trofeo del Giro d’Italia

Il percorso in Vaticano

La partenza dell’ultima tappa della edizione numero 108 del Giro (dopo aver percorso 3.410 chilometri, il 10 maggio “il via” dall’Albania e un tratto in Slovenia) sarà alle Terme di Caracalla: 143 i chilometri, con arrivo al Circo Massimo dopo 8 giri di un circuito nel centro della città. In modalità non agonistica, i ciclisti entreranno nella Città del Vaticano da via Paolo VI attraverso l’Ingresso del Petriano alle 15.30 circa di domenica 1 giugno. Pedaleranno accanto alla basilica di San Pietro per poi salire nella direzione dei Giardini vaticani, passando davanti alla chiesa di Santo Stefano degli abissini, alla stazione ferroviaria, nella zona del Palazzo del Governatorato. Saliranno ancora verso il monastero Mater Ecclesiae, la Grotta della Madonna di Lourdes, la Torre di San Giovanni e l’eliporto. Per poi fiancheggiare le mura – lungo il cosiddetto ‘percorso mariano’ – fino al Giardino quadrato e ai Musei vaticani. Con un viale dedicato proprio allo sport la toponomastica ricorda le gare volute da Papa Pio X a inizio Novecento. Ogni metro è patrimonio di storia e spiritualità. Percorreranno, poi, via delle Fondamenta – sotto la Cappella Sistina e accanto all’abside della basilica – per arrivare sul piazzale Santa Marta e uscire dalla Città del Vaticano attraverso la Porta sul vicolo del Perugino.

Papa Francesco e le virtù del ciclismo

Le parole di Papa Francesco – rivolte il 19 marzo 2019 ai partecipanti al congresso annuale dell’Unione ciclistica europea che, in quella occasione, ha ospitato anche l’assemblea della Confederazione africana – presentano il senso autentico del passaggio del Giro d’Italia in Vaticano: “Il ciclismo, in particolare, è uno degli sport che mette maggiormente in risalto alcune virtù come la sopportazione della fatica – nelle lunghe e difficili salite -, il coraggio – nel tentare una fuga o nell’affrontare una volata -, l’integrità nel rispettare le regole, l’altruismo e il senso di squadra. Se, infatti, pensiamo a una delle discipline più diffuse, il ciclismo su strada, vediamo come durante le gare tutta la squadra lavora unita – gregari, velocisti, scalatori – e spesso deve sacrificarsi per il capitano. E quando un compagno attraversa un momento di difficoltà, sono i suoi compagni di squadra a sostenerlo e ad accompagnarlo. Così anche nella vita è necessario coltivare uno spirito di altruismo, di generosità e di comunità per aiutare chi è rimasto indietro e ha bisogno di aiuto per raggiungere un determinato obiettivo”.

La presentazione in Campidoglio della tappa romana del Giro d'Italia

La presentazione in Campidoglio della tappa romana del Giro d’Italia

L’esperienza ciclistica di Athletica Vaticana

È lo stile che anima l’esperienza ciclistica di Athletica Vaticana, presente al Giro-E nelle edizioni 2023 e 2024 a sostegno al Centro per le cure palliative pediatriche dell’ospedale Bambino Gesù. Nella spiritualità del santuario della Madonna del Ghisallo – proclamata patrona dei ciclisti da Papa Pio XII il 13 ottobre 1949 – e inaugurato con la staffetta, partita proprio dal Vaticano, con Gino Bartali (è in corso la causa per la beatificazione) e Fausto Coppi. In particolare, il monumento sul piazzale antistante il santuario è stato benedetto da Papa Paolo VI, il 4 luglio 1973, nel piazzale di Santa Marta in Vaticano. In più occasioni Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco hanno sostenuto la spiritualità sportiva del santuario mariano, straripante di ex-voto dei ciclisti. C’è una storia vissuta con un’anima spirituale di popolo che accompagnerà gli atleti del Giro d’Italia – e tutto il mondo del ciclismo – nelle pedalate lungo le strade dei Giardini vaticani. Con i precedenti delle udienze di Pio XII ai corridori nel 1946 e nel 1950. Poi l’incontro a Castel Gandolfo nel 1964 con Paolo VI che, il 16 maggio 1974, ha dato personalmente ‘il via’ al Giro nel cortile di San Damaso, tra Felice Gimondi e Eddy Merckx. E, nell’anno santo del 2000, Giovanni Paolo II ha ricevuto in udienza nel Palazzo apostolico i ciclisti proprio alla vigilia della prima tappa.



Dal sito Vatican News

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