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Yemen, raid degli Usa su un centro per migranti

Un raid statunitense ha colpito un centro per la detenzione di migranti nello Yemen provocando 68 morti. La denuncia da parte del gruppo filo-iraniano degli houthi. A Gaza sono invece 70 le vittime degli ultimi bombardamenti israeliani. La Corte dell’Aja avvia un’indagine sugli obblighi umanitari di Tel Aviv: ancora in vigore il blocco imposto dall’Idf il 2 marzo

Roberto Paglialonga – Città del Vaticano

Almeno 68 persone sono morte e 47 ferite in attacchi aerei statunitensi lanciati all’alba sullo Yemen. I raid hanno colpito anche un centro di detenzione per migranti a Sa’da, nel nord-ovest del Paese. Lo riporta l’emittente Al Masirah, affiliata al gruppo filo-iraniano degli houthi, citando fonti mediche secondo cui le bombe avrebbero innescato vasti incendi nell’area della struttura.

Oltre 800 obiettivi colpiti dagli Usa

Stando allo stesso network, l’edificio ospitava circa 100 migranti africani, in gran parte provenienti dall’Etiopia, ma anche da altre e regioni, che attraversano illegalmente il Paese per andare a cercare lavoro nella vicina Arabia Saudita. Sempre Al Masirah ha specificato che in precedenza gli Usa avevano preso di mira il distretto di Kitaf, nel governatorato di Sa’da, con altri raid. Da parte dei vertici militari di Washington al momento non si registrano prese di posizione sull’accaduto. In una dichiarazione rilasciata prima che si diffondesse la notizia dell’attacco, il Comando centrale dell’esercito Usa (Centcom) ha difeso la propria politica di non fornire dettagli specifici sulla sua estesa campagna di attacchi aerei. Quanto è stato resto noto è che le forze statunitensi hanno colpito dal 15 marzo scorso, giorno in cui è stata avviata l’operazione “Rough Rider”, oltre 800 obiettivi degli houthi, sottolineando che, “contro l’organizzazione terroristica in Yemen”, è stata «lanciata un’intensa e continua campagna per ripristinare la libertà di navigazione e la deterrenza americana”, e che l’utilizzo dell’intelligence dovrebbe “ridurre al minimo i rischi per i civili”.

Ancora bombe su Gaza: 70 morti

Le tensioni continuano, dunque, a essere presenti in tutto il Medio Oriente, non solo nella Striscia di Gaza. Dove comunque anche stamattina un bombardamento israeliano ha ucciso altre 17 persone, tra Beit Lahia e Gaza City, mentre nella giornata di ieri almeno 53 sono stati i morti — tra cui donne e bambini — in attacchi su tutto il territorio dell’enclave, portando il numero delle vittime a oltre 52.000 dall’inizio del conflitto, 18 mesi fa. Lo riferiscono fonti sanitarie palestinesi. Di fatto, dalla rottura della tregua il 17 marzo scorso, “si è scatenato un nuovo inferno, e Gaza sta ora soffrendo e sopportando morti, feriti, molteplici spostamenti, amputazioni, separazioni, sparizioni, carestie e negazione di aiuti e dignità su larga scala”, ha denunciato il direttore generale del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr), Pierre Krähenbühl.

Indagini sugli obblighi umanitari di Israele

E proprio sul tema degli aiuti la Corte internazionale di Giustizia ha aperto stamane una settimana di udienze per arrivare a un parere consultivo da fornire all’Assemblea generale dell’Onu sugli obblighi umanitari di Israele nei confronti dei palestinesi. La Corte è stata attivata dalle Nazioni Unite attraverso una risoluzione già a dicembre 2024, ma il 2 marzo scorso Israele, che controlla l’ingresso di forniture nella Striscia, ha imposto un blocco totale agli aiuti che entrano a Gaza in sostegno della popolazione, ora ridotta allo stremo.

Cisgiordania: nominato un vicepresidente dell’Anp

La situazione rimane critica in Cisgiordania, dove anche ieri si sono registrate decine di arresti da parte dell’Idf. Intanto per la prima la volta nella storia è stato nominato un vicepresidente dell’Autorità palestinese a Ramallah. Si tratta di Hussein al Sheikh, veterano del movimento Fath, che coadiuverà Mahmoud Abbas. La decisione giunge mentre le potenze arabe e occidentali stanno iniziando a prevedere un ruolo più ampio per l’Autorità nella gestione postbellica di Gaza.
 



Dal sito Vatican News

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