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Ucraina, Trump: “Zelensky vuole l’accordo, Putin smetta di sparare”

Dopo l’incontro nella Basilica di San Pietro tra il presidente americano e l’omologo ucraino, la diplomazia internazionale prosegue la sua azione silenziosa tesa a far tacere le armi. Anche la Russia oggi sembra aprire a una pace possibile. Zelensky nota però che non è stata ancora osservata alcuna preparazione da parte dell’esercito della Federazione “per un vero cessate il fuoco”

Francesco De Remigis – Città del Vaticano

Dopo il confronto con il leader ucraino Volodymyr Zelensky sabato in Vaticano, il presidente americano, Donald Trump, ha fatto appello all’omologo russo, Vladimir Putin: “Smetta di sparare e faccia un accordo, voglio che lo firmi e che torni alla vita”. Zelensky e Trump si erano parlati prima della messa esequiale per Papa Francesco, dandosi appuntamento per un secondo confronto, che a Roma non c’è stato. Ma la diplomazia si è mossa in silenzio, nel fine settimana. Zelensky è “più calmo” e “vuole un accordo”, ha detto Trump, secondo quanto riportato dai media americani. E anche dal Cremlino, il portavoce Peskov lascia intendere che i lavori per la pace stanno continuando, spiegando che i colloqui hanno necessariamente bisogno di riservatezza.

Il nodo del riconoscimento della Crimea

Durante la conversazione a San Pietro, immortalata da una foto che ha fatto il giro del mondo, i due leader avrebbero discusso brevemente della questione della Crimea, che gli Stati Uniti sarebbero pronti a riconoscere come russa in base a una proposta di pace che, in precedenza, Zelensky aveva di fatto respinto. Nella notte, Trump ha detto di ritenere che nell’ambito di un accordo per la fine della guerra il leader ucraino potrebbe però esser pronto a cedere la Crimea. Zelensky resta cauto sull’esito del processo in corso, e fa notare che “i russi spesso dichiarano di essere pronti a prendere in considerazione le proposte americane, ma non è stata osservata alcuna preparazione da parte del loro esercito per un vero cessate il fuoco”. Accuse incrociate permangono. Mosca afferma di aver abbattuto stanotte 115 droni ucraini sul territorio della Federazione russa. Il dipartimento di Stato Usa si dice preoccupato per il coinvolgimento diretto della Corea del Nord nella guerra e che il dispiegamento militare di Pyongyang a favore della Russia deve cessare. Pyongyang ammette che il proprio esercito ha partecipato alle ostilità solo in Russia, osservando che ciò è “pienamente coerente con le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite e di altri trattati internazionali”.  La diplomazia, nel frattempo, apre una settimana definita “cruciale” dal Segretario di Stato americano, Marco Rubio. per far tacere le armi con nuovi contatti tra Stati Uniti e Russia.

Colloquio “produttivo” Rubio-Lavrov

Il ministero degli Esteri russo dà conto di una conversazione telefonica avvenuta proprio tra il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, e Rubio, sull’Ucraina. Le parti hanno sottolineato l’importanza di consolidare i prerequisiti per l’avvio dei negoziati con l’obiettivo di concordare un percorso di pace. Mosca parla di un “produttivo scambio di opinioni” sugli aspetti chiave del dialogo politico russo-americano, che si è notevolmente intensificato di recente. Il ministero degli Esteri russo ha osservato che, in seguito alla conversazione tra il presidente russo e l’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, del 25 aprile, i due ministri nella telefonata hanno sottolineato l’importanza di “consolidare le premesse” sull’avvio dei negoziati, allo scopo di” concordare un percorso affidabile verso una pace sostenibile a lungo termine”.

Zuppi: “L’incontro in Basilica risultato della diplomazia di Papa Francesco”

In un’intervista al quotidiano “la Repubblica”, il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, ha detto: “Papa Francesco ha fatto il miracolo, perché ha messo insieme, a parlare, nel giorno del suo funerale, Trump e Zelensky. I problemi si risolvono solo parlando, Francesco ha sempre predicato il dialogo e a me Zelensky è sembrato più contento, poi bisognerà vedere quali saranno le evoluzioni, ma è stato un momento importante e comunque il risultato della diplomazia di Papa Francesco”, ha spiegato il cardinale Zuppi.



Dal sito Vatican News

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