Il popolo di Dio in dialogo con il Papa: alcune domande dei più piccoli al Pontefice
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Con Papa Francesco era facile usare il “tu”. Non solo i grandi della terra hanno incontrato il Pontefice. Anche e soprattutto le persone più semplici sono state accolte e ascoltate dal Vescovo di Roma. Sono stati proprio i più piccoli la porzione del popolo di Dio che Francesco aveva grande desiderio di incontrare. Tra questi piccoli della Terra molti i bambini, durante il suo Pontificato, si sono rivolti a lui, con domande semplici ed emozioni profonde.
Le voci dei bambini
Per Francesco sono infatti proprio i più piccoli i veri protagonisti per costruire un mondo di pace, dove siamo tutti fratelli, un mondo che possa avere un futuro. Il Papa ha ascoltato spesso le loro voci, i loro sogni. Nel mese di maggio del 2024, in occasione della prima Giornata mondiale dei bambini e delle bambine, il Pontefice ha detto che “la gioia è salute per l’anima”. Ma cosa è la felicità? Questa semplice domanda, posta dal Papa ai bambini, è risuonata durante l’World Meeting on Human Fraternity. Le risposte sono un trattato sulla felicità, quella autentica. “Per me, la felicità nel mondo è essere tutti uniti, essere una sola famiglia, la famiglia di Dio”. “Per me, la felicità nel mondo è la pace”, ha detto un altro bambino. “La felicità non si compra: viene proprio da noi”.
L’incontro di Papa Francesco con i bambini è stato spesso accompagnato da un dialogo semplice, da domande essenziali da cui sono scaturite riflessioni profonde. Momenti intensi di un magistero che i bambini hanno ascoltato con grande disponibilità e attenzione. Le parole del Papa ai bambini, come quelle pronunciate durante l’World Meeting on Human Fraternity, sono anche un’esortazione a guardare verso il Cielo. Come si può stare in contatto con Dio? I bambini hanno risposto a questa domanda di Francesco con parole semplici e sincere. “Pregando ogni giorno”. “Amando”, ha detto un altro bambino. “La felicità è nella pace”.
L’incontro con il piccolo Emanuele
C’è in particolare momento, nel Pontificato di Francesco, in cui la voce, il dolore di un bambino arriva al cuore del Papa. Durante l’incontro con i bambini della parrocchia di San Paolo alla Croce a Corviale nel 2018, nella periferia ovest di Roma, Francesco consola un bambino, Emanuele, in lacrime per la morte del papà. Un uomo che, nonostante fosse ateo, ha voluto battezzare comunque i suoi figli. Emanuele va dal Papa e riferisce all’orecchio di Francesco la sua domanda. Sono attimi intensi di grande commozione. Attimi che poi Francesco riempie di significato ed emozione con queste parole:
Magari tutti noi, potessimo piangere come Emanuele quando avremo un dolore come lo ha lui nel cuore. Lui piangeva per il papà e ha avuto il coraggio di farlo davanti a noi, perché nel suo cuore c’è amore per il papà. Io ho chiesto il permesso ad Emanuele di dire in pubblico la domanda e lui mi ha detto di sì. Per questo la dirò: “Poco tempo fa è venuto a mancare il mio papà. Lui era ateo, ma ha fatto battezzare tutti e quattro i figli. Era un uomo bravo. È in Cielo papà?” Che bello che un figlio dica del suo papà: ‘Era bravo’. Bella testimonianza di quell’uomo che ha dato ai suoi figli, perché i suoi figli potranno dire: ‘Era un uomo bravo’. È una bella testimonianza del figlio che ha ereditato la forza del papà e, anche, ha avuto il coraggio di piangere davanti a tutti noi. Se quell’uomo è stato capace di fare figli così, è vero, era un uomo bravo. Era un uomo bravo.
Il pianto di Emanuele è la testimonianza di un figlio che ha il coraggio di piangere. Tra quelle lacrime restano scolpite le parole di Francesco e l’essenza dell’amore: la vera forza di un padre è custodita nel suo cuore, in un cuore buono.