Nevianonline.it
Sito ufficiale della Parrocchia Matrice San Michele Arcangelo. Neviano Lecce.

Marengo: il Papa ha scritto nuove pagine per la Mongolia

Il Paese dell’Asia orientale piange la morte del Pontefice, nel 2023 in visita apostolica nella capitale Ulaanbaatar. Francesco considerato il fautore di nuove relazioni con la Santa Sede. Il cardinale: con quel viaggio fece breccia nei cuori. Il Khamba Nomun Khan D. Javzandorj, l’abate primate del Buddhismo mongolo, offre una preghiera rituale per l’anima del Pontefice

Federico Piana – Città del Vaticano

Anche in una delle periferie più estreme e povere del mondo la scomparsa di Papa Francesco ha gettato la popolazione nello sconforto. Eppure in Mongolia, Stato dell’Asia orientale incastonato tra due giganti come Cina e Russia, i cattolici sono meno dell’1%. “Ma il Santo Padre ha fatto breccia nei cuori quando venne in visita a Ulaanbaatar, capitale della nazione, nell’autunno del 2023. E infatti è stato proprio il presidente della repubblica, Ukhnaagiin Khürelsükh, a far pervenire per primo le sue condoglianze”, racconta il cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, in una conversazione con i media vaticani.

Pianto corale

Il consigliere che ha trasmesso il messaggio presidenziale di dolore ha sottolineato come quello storico viaggio apostolico “abbia rappresentato una pagina nuova, scritta a lettere d’oro, nelle relazioni tra Mongolia e Santa Sede”. Ma c’è anche di più, aggiunge il porporato: “II Khamba Nomun Khan D. Javzandorj, ossia l’abate primate del Buddhismo Mongolo mi ha telefonato per dire che offre una preghiera rituale per l’anima di Papa Francesco, come aveva fatto anche durante il suo recente ricovero, dopo averlo incontrato personalmente in Vaticano nel gennaio scorso. E ancora: l’ex-presidente Enkhbayar, da poco ha tradotto personalmente in lingua mongola l’enciclica Fratelli tutti, avendola trovata estremamente importante per far passare il messaggio della fraternità universale di cui il nostro mondo ha quanto mai bisogno”.

Speranza fino all’ultimo

Il prefetto apostolico di questo piccolo gregge cattolico di 1.400 fedeli si emoziona quando va indietro con la memoria fino al momento in cui ha appreso della morte del Pontefice: “Eravamo radunati per il consueto incontro del Lunedì di Pasqua, celebrando insieme l’Eucaristia nella piccola cappella della nostra casa di spiritualità, appena fuori Ulaanbaatar. C’eravamo intrattenuti sulla pagina evangelica del giorno, prendendo spunto anche dalle parole del Santo Padre pronunciate nel messaggio Urbi et Orbi del giorno precedente: ‘Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno. […] Sorelle e fratelli, specialmente voi che siete nel dolore e nell’angoscia, il vostro grido silenzioso è stato ascoltato, le vostre lacrime sono state raccolte, nemmeno una è andata perduta! Nella passione e nella morte di Gesù, Dio ha preso su di sé tutto il male del mondo e con la sua infinita misericordia l’ha sconfitto’. Anche il suo ultimo messaggio pubblico è stato di speranza!”.

La morte non prevale

Marengo annota poi anche un dettaglio che sembra un particolare che racchiude in sé tutto l’amore della Mongolia per Francesco: “Quando abbiamo saputo, lacrime e sguardi persi si alternavano sui volti dei fedeli e dei missionari e delle missionarie che si spendono per il Vangelo nella terra di Gengis Khan. Quegli uomini e quelle donne però si sono dovuti arrendere a quella speranza più forte della morte che lui, il Papa venuto qui in Mongolia, ha vissuto fino alla fine”.



Dal sito Vatican News

Visualizzazioni: 0
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito web usa i cookies per migliorare la vostra esperienza di navigazione. Daremo per scontato che tu sia d'accordo, ma puoi annullare l'iscrizione se lo desideri. Accetto Leggi altro

Privacy & Cookies Policy