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Agricoltura, tra innovazione e tradizione. Le ricette “spaziali” al Festival dell’Innovability

Messaggi positivi dalla seconda giornata di Impatta Disrupt, il primo Festival italiano dell’Innovability in corso a Roma, presso la Casa del Cinema, nell’ambito delle celebrazioni della giornata mondiale della Terra sulla Terrazza del Pincio. Nei panel pomeridiani del 15 aprile si è parlato di agricoltura, tra innovazione e tradizione. Due sessioni moderate da Massimiliano Menichetti, Vice Direttore Media Vaticani e responsabile Radio Vaticana e Vatican News, media partner della manifestazione

Francesco De Remigis – Roma

Siamo davvero nel bel mezzo di un “Riascimento agricolo”? E perché la capacità di resilienza del comparto sta diventando più forte della paura dell’emergenza? In un Paese come l’Italia, in cui si registrano circa l’80% delle frane che ogni anno avvengono in Europa, gli agricoltori sono la prima sentinella del territorio, è la riflessione di Marco Casini, Segretario generale Autorità di bacino distrettuale Appennino Centrale, che offre un dato di speranza: “Nonostante le criticità legate al territorio, i dieci anni più caldi registrati e temperature sempre più alte, di positivo c’è che stiamo imparando a gestire meglio l’acqua”. E’ cambiato l’uso del suolo e di conseguenza le cosiddette ‘mappe di pericolosità’ vanno aggiornate “e lo stiamo facendo anche attraverso la digitalizzazione, costruendo modelli aggiornati, per esempio dei corsi d’acqua, che ci permettono di programmare interventi di mitigazione, il vero obiettivo per ridurre il rischio e non solo conoscerlo”. Risposte alla desertificazione arrivano nonostante l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi, ed emergono a Impatta Disrupt. Anche grazie ai nuovi strumenti che riescono a vedere sempre meglio il territorio dallo spazio, dove ricerca e innovazione camminano a braccetto, il comparto, con i suoi attori ed enti in campo, punta anche a superare la fase dell’emergenza con nuove forme di pianificazione e gestione del rischio.

La “carta dei suoli” d’Italia un modello per l’Ue

Come spiega Maria Chiara Zaganelli, Segretario Generale del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea), coloro che coltivano la terra sono fondamentali anche per contrastare lo spopolamento, ma “è necessario investire in infrastrutture, e la ricerca può offrire soluzioni”. Tra le novità emerse in questi anni, ricorda Fabio Vitale, direttore dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), l’ente che gestisce la base dati di conoscenza delle attività produttive agricole e forestali tramite il fascicolo delle aziende agricole – che include informazioni su terreni, fabbricati e produzione e premi comunitari, “abbiamo introdotto la ‘carta dei suoli’, primo strumento in Europa”. Attraverso l’Intelligenza artificiale, questo strumento arriva a fornire un’immagine con una risoluzione fino a 2 metri e emzzo. Le immagini vengono aggiornate ogni 10 giorni e ciò permette, tra le altre cose, una più facile verifica dei casi con “bandierina rossa”; quelle gialle, sono scese dal 30% a meno del 2%. Sulla base del sistema Ams, le parcelle vengono infatti classificate in base ad una simbologia con bandierine di colori diversi: bianco, verde, giallo e rosso. Ogni colore determina un’azione specifica che determina il pagamento o meno dei contributi previsti dalla Pac o da altri fondi, semplificando così anche l’attribuzione dei fondi comunitari.

Semplificazione e la sfida del “fare sistema”

La necessità di semplificare e di mettere a fattor comune i dati in possesso dei vari enti coinvolti è emersa nel “tavolo” alla Casa del Cinema di Roma. La sfida, per tutti, è quella di “fare sistema”, “coinvolgersi tutti per aiutare tutti”, riassume Massimo Tabacchiera, Amministratore Delegato di Agricat, che liquida i danni catastrofali agli agricoltori danneggiati attraverso il fondo mutualistico Agricat, pensato già dal 2021. C’è però in corso un cambio di paradigma, anche su questo approccio, per far fronte a gelo ed esondazioni. “Tutti gli agricoltori partecipano per circa il 3% dei finanziamenti che ottengono dalla Pac, in un senso sociale anche, per aiutare chi ha più bisogno, ma li abbiamo coinvolti anche direttamente al tavolo della verifica della gestione del rischio: la Comunità europea ha cambiato visione sul ruolo degli agricoltori, che fanno parte della gestione attiva del territorio, e sta sempre di più alle organizzazioni di categoria trasmettere tutto quello che attraverso gli enti pubblici è stato messo in campo; se mettiamo insieme tutte le funzioni, legate al Ministero dell’Agricoltura, riusciamo ad evitare la disarticolazione, un mantra, la nostra forza deve essere questa, prendere tutti questi strumenti nuovi e informazione sempre più complete e ‘fare sistema’”.

Superare la logica dell’indennizzo

La prospettiva è di superare via via la logica dell’indennizzo: perché attraverso anche la banca dati che Agicat stra acquisendo, e trasmette continuamente sia ad Ismea che ad Agea, è emerso chiaramente che il Paese non è più quello di vent’anni fa. L’Italia ha rischi enormi, a partire da quelli sismici. Serve dunque spingere gli agricoltori a fare quella che Tabacchiera chiama “una gestione del rischio attiva, cioè mettere in campo anche attrverso finanziamenti europei e il nostro aiuto a curare il territorio e prevenire, piuttosto che intervenire dopo”. Da una gestione del rischio passivo, che resta in campo, a una sempre più “attiva”.

Satelliti e agricoltura

Lo spettro degli spunti e delle testimonianze si è allargato nel secondo panel, sul territorio visto dallo spazio, con interventi di Nunzia Favaloro, Responsabile esplorazione spaziale e satelliti del Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira), Simonetta Ceraudo, Responsabile Survey dei Sistemi Informativi Geografici (SIGEO) e applicazioni informatiche territoriali, Giorgio Licciardi, Direzione Ingegenria e Tecnologie Agenzia Spaziale Italiana, Stefania Cantoni, Direttore Infrastrutture di Ricerca e Sperimentazione del Cira e Luca Cicala, Responsabile Analisi dei dati telerilevati e applicazioni del Cira. Il tutto nell’ambito di una strategia coordinata a livello nazionale ed europeo per consentire al maggior numero di imprese di trarre benefici dal rapporto tra satelliti e agricoltura; pratiche innovative e ricerca continua per migliorare competitività e sostenibilità dell’agricoltura italiana, fondamentali per accrescere successo e resilienza; anche attraverso la formazione.

Meno fitosanitari, più App

“Oggi l’agricoltura si fa con le App, con l’irrigazione a goccia, riducendo l’uso di fitosanitari e fitofarmaci, garantendo però che le coltivazioni sopravvivano; cose che devono andare insieme attraverso l’implementazione tecnologica e nuovo accesso al credito, per giungere all’auspicato e possibile rinascimento agricolo italiano”. In questo percorso, ricorda Sergio Marchi, Direttore Generale dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), due temi si interscano: innovazione e sostenibilità, “concetto che va visto a 360°, ambientale come obiettivo, ma anche economica e sociale”. E cita un dato legato alla stretta attualità dei dazi americani che potrebbero mettere a rischio l’export del Made in Italy in America: sulle oltre 990 linee doganali, e cioè prodotti che noi esportiamo negli Stati Uniti, il 68% del valore è rappresentato dai primi 20, prodotti difficilmente sostituibili aldilà delle decisioni che verranno prese, perché non si possono replicare se non facendo un prodotto di qualità peggiore”.



Dal sito Vatican News

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