Nel volume, edito da San Paolo, l’autrice Josefina Ramón Berná riflette su circa 400 citazioni della co-iniziatrice del Cammino Neocatecumenale. Le parole della serva di Dio si riferiscono in particolare alla donna e all’evangelizzazione a partire dalla sua stessa esperienza
Debora Donnini – Città del Vaticano
La donna, che porta nel suo grembo “la fabbrica della vita”, ha una missione importantissima nella società. A questa realtà fisica è legato anche il senso della verginità, segno escatologico che parla di un amore che indica il Cielo. Lungo queste direttrici si sviluppa il libro “Cuore indiviso. Missione e verginità in Carmen Hernández”, edito da San Paolo e curato, nell’edizione italiana, da don Ezechiele Pasotti. L’autrice, Josefina Ramón Berná, missionaria laica del Cammino Neocatecumenale, ha raccolto circa 400 citazioni di Carmen offrendo una ricca panoramica dei suoi interventi sulla donna e in particolare sul legame fra verginità e missione, con un’impressionante profondità catechetica e teologica. A Madrid peraltro è in corso la fase diocesana per la sua causa di beatificazione e canonizzazione.
Uniti a Cristo
Nella presentazione del libro Kiko Argüello, co-iniziatore del Cammino Neocatecumenale, sottolinea il dono di questa chiamata e l’importanza di stare uniti a Cristo, sia che si tratti di essere itinerante o suora in una congregazione missionaria in Africa o di lavorare in un ospedale curando i malati di Aids. “La verginità – rimarca – è segno escatologico di questo amore spirituale ed eterno”.
Evangelizzazione e verginità
Un aspetto molto importante messo in risalto dall’autrice del testo è che evangelizzazione e verginità camminano unite, così come vanno unite verginità e maternità anche se può sembrare contraddittorio, evidenzia presentando il libro Maria Ascensión Romero, membro dell’equipe internazionale del Cammino stesso: la verginità è resa feconda dall’amore per Gesù Cristo perché non è possibile amare senza generare vita. Tanti frutti nascono infatti dalla testimonianza e dalla predicazione anche di chi non ha figli nella carne, ma dona la propria vita per gli altri. Lo si vede, ad esempio – si sottolinea nel libro – all’interno del Cammino, nelle tante vocazioni alla missione, al sacerdozio, alla vita consacrata, nella ricostruzione di tanti matrimoni, nell’apertura alla vita. E, nota Ascensión, nella verginità tutto è grazia, dono che non nasce da un moralismo ma da Dio.
La verginità nel cristianesimo
Gli interventi di Carmen Hernández raccolti nel testo spiegano le differenze fra le sacerdotesse del mondo pagano precristiano, legate ai riti misterici, e la visione della donna nell’Ebraismo che ad esempio accende la luce dello Shabbat nella famiglia. Già dall’Antico Testamento emerge l’importanza della donna: sono spesso le donne a salvare il popolo di Israele come dimostrano le storie di Debora, Giuditta, Ester e altre. Non sono però donne sacerdotesse. Nel cristianesimo la verginità non è legata al “sacerdozio”, sottolinea l’autrice del libro, ma “è proiettata verso una pienezza che ha il suo modello nella Vergine Maria, posta al centro della Chiesa”. “La verginità rappresenta la creatività di Dio”, si sottolinea.
“La fabbrica della vita”
La donna, infatti, ha qualcosa di immenso che è l’utero, “la fabbrica della vita e della storia” e per questo, afferma Carmen nei suoi interventi, “la morte cercherà sempre di uccidere la donna”, la attaccherà come si vede dalle prime pagine della Genesi, con Eva, fino alle ultime dell’Apocalisse con la donna vestita di sole.
Nel testo, dalle molte sfaccettature, numerosi sono i richiami alle figure bibliche femminili del Nuovo e dell’Antico Testamento, alla tradizione ebraica, ai Padri della Chiesa, ai documenti del Concilio Vaticano II, al magistero dei Pontefici, che riflettono la ricchezza della formazione e della cultura che la serva di Dio, Carmen Hernández, aveva assieme alla sua formazione scientifica e soprattutto all’esperienza concreta di missione per 50 anni insieme a Kiko annunciando il Vangelo nel mondo.
La paternità di Dio
Importante anche il richiamo alla paternità di Dio in relazione alla verginità, al tema della castità per i giovani anche per scoprire la loro vocazione, del celibato dei sacerdoti, della profondità del termine misericordia che in ebraico si dice rahamim e viene da rehem, utero, facendo riferimento ad un amore che ha a che fare con le viscere materne più che con il cuore.
Il centro di tutta questa ricchezza teologica e catechetica è, dunque, proprio questo legame fra amore per Cristo e missione. Carmen “per tutta la vita – scrive Josefina Ramón Berná – ha voluto andare nelle missioni perché ha vissuto tutta la sua vita in un’intima relazione d’amore con Cristo. Andare a evangelizzare era solo una conseguenza della ‘chiamata irresistibile dell’amore di Gesù Cristo’”.