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Un medico sassone pellegrino a Roma: “In famiglia sono il solo con il rosario”

Tra i pellegrini arrivati a San Pietro per il Giubileo degli ammalati e del mondo della salute, c’è anche Alexander Darbinjan, un otorinolaringoiatra protestante, di 42 anni, che lavora in ospedale a Bautzen, in Sassonia, Germania orientale. È sposato, ha tre figli, ma è arrivato da solo. “Sono grato di poter aiutare gli altri con il mio lavoro”

Gudrun Sailer – Città del Vaticano

Cosa rende particolare il dottor Alexander Darbinjan, 42enne medico otorinolaringoiatra di Bautzen, in Sassonia, tra i 20mila pellegrini del Giubileo degli ammalati e del mondo della salute?  È protestante, e proviene da una delle regioni più secolarizzate del pianeta. Nell’ex Germania Est, solo una piccola minoranza appartiene alla Chiesa cattolica. “Provo una certa gratitudine per il fatto di poter aiutare le persone ogni giorno con il mio lavoro”, dice Darbinjan. Il Giubileo, aggiunge, è per lui un’occasione per “esprimere gratitudine, fare penitenza e chiedere speranza”.

In ogni paziente cerco di vedere l’immagine di Dio

Alexander ha 42 anni, lavora in ospedale a Bautzen, è sposato, ha tre figli, ma è arrivato da solo. Il suo modo di vivere la professione medica è profondamente radicato nella fede. “Cerco davvero di vedere in ogni paziente quasi l’immagine di Dio”, spiega. “Cerco di incontrare ciascuno con cuore aperto, con rispetto, con tutto il tempo che il sistema sanitario tedesco permette”. Darbinjan non è nuovo al pellegrinaggio: una volta ha percorso a piedi il Cammino di Santiago, a tappe, insieme alla madre e al fratello. Roma è ora una tappa diversa, forse più intensa. Anche se è partito da solo, non si sente solo. “Sono qui anche per la mia famiglia e unito a loro nella preghiera. E naturalmente per i miei pazienti. E, alla fine, per tutte le persone”.

Un Papa che si affida completamente a Dio

Nella sua famiglia è lui quello più vicino alla pratica religiosa. “Sono quello che prega ogni giorno, che recita il rosario”, racconta con un sorriso. “Volevo anche avere questo tempo qui, senza costringere nessuno con tante visite in chiesa e tanta preghiera”. Confessa che sperava di vedere Papa Francesco alla messa di domenica. “Ho letto da poco la sua biografia – racconta il medico – Si affida completamente a Dio, anche con la sua malattia, e confida che sia giusto così com’è”.

I piccoli segni di fede in una Sassonia secolarizzata

In una terra come la Sassonia, dove la fede cristiana è a volte invisibile, Darbinjan trova comunque piccoli segni di luce nella vita lavorativa di tutti i giorni: un collega romeno ortodosso con cui condividere la fede, una paziente anziana che proprio questa settimana gli ha ringraziato dicendo “Dio gliene renda merito“ – momenti semplici, ma preziosi. “I cristiani si trovano”, dice Alexander Darbinjan con semplicità. E a Roma, in questi giorni, si sente parte viva di qualcosa di grande. Con il rosario in tasca, il cuore leggero – e la gratitudine negli occhi.



Dal sito Vatican News

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