Per la 27.ma edizione della celebrazione di Pordenone, nel pomeriggio di domenica 6 aprile, Beati i costruttori di pace e Pax Christi non propongono interventi o appelli, ma tre stazioni con brani del Vangelo e una Porta Santa da attraversare davanti alla Base Usaf-Nato. Per rispondere all’appello di Papa Francesco a “disarmare le parole”. Don Tolot: “L’unica parola credibile è quella di Gesù”
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Una “Via Crucis per la pace” nel silenzio, che farà parlare solo Gesù e il Vangelo, e una Porta Santa da attraversare, davanti all’ingresso della Base Usaf-Nato di Aviano, in provincia di Pordenone. Per rispondere all’appello di Papa Francesco a “disarmare le parole”, la celebrazione arrivata alla 27.ma edizione, e inaugurata nel 1996, non proporrà, nel pomeriggio di domenica 6 aprile, interventi o appelli, ma un cammino silenzioso che toccherà tre stazioni. I promotori, Beati i costruttori di pace, Pax Christi, Acli e altre associazioni e comunità cattoliche impegnate per la pace, come il Centro di accoglienza “Balducci” di Zugliano, spiegano di aver scelto “la modalità del silenzio come mezzo di riflessione e di preghiera”, come “una necessità fisiologica e spirituale in questo strepito di messaggi, parole e vicende terribili”.
Don Tolot: le parole non bastano, ascoltiamo Gesù
“Abbiamo constatato, non solo noi, che le parole non bastano più e neanche gli appelli” ci dice don Giacomo Tolot, 85 anni, dei Beati Costruttori di Pace di Pordenone, tra i primi promotori dell’iniziativa, 29 anni fa. “Abbiamo adoperato troppe parole che purtroppo non sono sempre neanche credibili. L’unica vera parola credibile è quella di chi poi ha pagato di persona, come Gesù”. “Avevamo già impostato questa via Crucis 2025 – gli fa eco Roberto Feletto, della Tavola della pace di Pordenone – e un mese dopo è arrivato il richiamo del Papa (nella lettera al direttore del Corriere della Sera, dal Gemelli, del 18 marzo, n.d.r.) a ‘disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra’, una sorpresa che ha confermato la nostra scelta: poche parole e giuste”.
Il vescovo Pellegrini: creare alleanze sincere per la pace
In un messaggio ai partecipanti della “Via Crucis per la pace”, il vescovo di Concordia-Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini, si unisce alla loro esperienza “di riflessione, silenzio e condivisione sui passi. compiuti da Gesù verso la croce”. E commenta le parole del Papa nella lettera al Corriere della Sera, quando sottolinea che per far crescere la speranza della pace sono necessari “impegno, lavoro, silenzio, parole”. “In questo momento – scrive monsignor Pellegrini – vale la pena creare alleanza sincere e autentiche nella ricerca della pace, della giustizia e della fratellanza su questa terra, anche se non abbiamo soluzioni o ricette”. E aggiunge che “a noi cristiani di questa Chiesa di Concordia-Pordenone, Chiesa radicata nella storia dell’Italia, sta profondamente a cuore la realtà e l’ideale dell’Europa”.
Le tre stazioni della Via Crucis 2025
La Via Crucis inizia alle 14.30 nell’area dell’ex Ovvio di Roveredo in Piano con la lettura del Vangelo dell’agonia di Gesù (Mc 14, 32-42) nell’orto del Getsemani, “in cui è descritta tutta l’angoscia di Gesù di fronte alla morte – ci dice don Giacomo – Ed è quello che in un certo senso stiamo, stiamo vivendo adesso noi, che ci sentiamo impotenti di fronte a tutte le vicende che purtroppo ci stanno travolgendo”. In un cammino di pochi chilometri, quindi, la Via Crucis raggiungerà la Base dell’Aeronautica militare statunitense e della Nato di Aviano, dove verrà letta l’accorata proclamazione di Gesù dell’Anno di Grazia nella sinagoga di Nazareth (Lc, 4, 16-30) per il passaggio sotto una simbolica Porta Santa. Infine, alle 16, la terza e ultima stazione all’interno del Duomo di Aviano, nella quale si ascolterà il Vangelo della Passione di Gesù (Mc, 15).
Feletto (Tavola della pace): armarsi è cercare lo scontro
Proprio in questi giorni si parla di ReArm Europe, scrivono ancora i promotori della “Via Crucis per la pace”, “una proposta da 800 miliardi ‘insensata, sbagliata e irresponsabile’ già dalle premesse che porterà a conseguenze dolorose; questo preoccupa tanti cittadini che si aspettano dai parlamentari europei, speriamo tanti nelle diverse comunità politiche, la capacità di uscire da questo pensiero bellico dilagante”. La guerra in Ucraina, per Feletto, si ferma “con la forza della diplomazia, che in questi anni è stata praticamente dimenticata”. Invece “armarsi vuol dire solo rischiare di andare allo scontro, all’escalation, perchè chi ha armi prima o poi le usa. Bisogna fare assolutamente un passo indietro”.
Pordenone per una cultura di pace
I promotori dell’iniziativa di Aviano ricordano infine che nel 2027 Pordenone sarà la capitale italiana della Cultura: “operiamo – concludono – perché ci arrivi con un percorso che scelga la Pace per questo territorio e per tutta l’umanità”. L’invito finale è a camminare per testimoniare “nonviolenza attiva e verità dell’amore e della fratellanza”, e il rinnovo “personale e comunitario della disponibilità e dell’impegno per la vita, nelle sue diverse presenze ed espressioni”.