Il 2 aprile, il poeta, fondatore del “Realismo Terminale”, riceverà il prestigioso riconoscimento che quest’anno, giunto alla ventinovesima edizione, celebra anche i cinquant’anni del Premio Nobel a Eugenio Montale
Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano
“La poesia è il telescopio con cui la cecità del mondo può cercare e tentare di scrutare l’universo. Ma è anche il microscopio per intenderne la più minuta elementarità. Oggi più mi avvicino allo zero, alla puntiformità del vivere e più percepisco la vastità dell’incontro con l’esistenza”. Queste parole di Guido Oldani, durante un’intervista a Giovanni Gazzaneo, evocano già un punto fondante della sua poetica: la corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo. Un tema che può portare lontano, ma la cui chiave di comprensione, suggerita dal poeta, è essenziale: la forza profetica della poesia. Oldani usa una metafora, quella del telescopio, che immediatamente ci riporta alle parole di Papa Francesco, rivolte ai poeti: “voi siete occhi che guardano e che sognano. Non soltanto guardano, ma anche sognano…”. Citando Paul Claudel, il Papa li definisce un “occhio che ascolta”. Per Francesco “L’artista è l’uomo che con i suoi occhi guarda e insieme sogna, vede più in profondità, profetizza, annuncia un modo diverso di vedere e capire le cose che sono sotto i nostri occhi. Infatti, la poesia non parla della realtà a partire da princìpi astratti, ma mettendosi in ascolto della realtà stessa”.
Nel pomeriggio di mercoledì 2 aprile, presso l’Università Cattolica del Sacro di Milano, Oldani, nato a Melegnano nel 1947, riceve il “Premio Montale Fuori di Casa” e nell’occasione viene ricordato quel 10 dicembre 1975, cinquant’anni fa, in cui Eugenio Montale vinse il Premio Nobel per la letteratura. Alla cerimonia intervengono, tra gli altri, la presidente del Premio Montale Adriana Beverini e il presidente di Fondazione Crocevia Giovanni Gazzaneo.
La motivazione: una lucida osservazione dei tempi attuali
Guido Oldani è il fondatore del “Realismo Terminale”, movimento letterario e artistico internazionale, aperto alle varie forme espressive dell’arte che, si legge nella motovazione del Premio, “ambisce a essere la rappresentazione critica e ironica della civiltà globalizzata degli anni Duemila, interpretando e descrivendo quegli aspetti del divenire storico-sociale che maggiormente caratterizzano il nostro tempo”. “Il Realismo terminale – si legge ancora – nasce dall’osservazione, e dall’espressione in chiave poetica, di alcuni fatti macroscopici che si stanno verificando su scala mondiale e delle trasformazioni antropologiche che stanno generando in occidente e nelle società più avanzate del mondo”. Un tema che richiama la “drammatica preveggenza” presente fin dal libro-manifesto del poeta, risalente al 2010, quando Oldani osservava l’alterazione dell’esperienza del mondo, immersa in megalopoli accatastate che definisce “pandemie abitative” che attraggono intere popolazioni in fuga da guerre, miserie e carestie in cerca di rifugio in luoghi di apparente benessere e che sono artificiali, dominati dalla tecnologia, straripanti di merci e alterano la percezione della realtà. Viviamo, osserva il poeta, in un’era radicalmente diversa da ogni tempo precedente, che sta provocando una “frattura millenaria” con la natura, che è diventata “azionista di minoranza”, esclusa da ogni sistema di riferimento. Il primato della realtà artificiale provoca quella che è un punto essenziale della poetica di Oldani, la “similitudine rovesciata”, un’inversione di rapporti dove non è più la natura il punto di riferimento, di confronto degli oggetti ma proprio il contrario.
Il Premio
Il Premio Nazionale e Internazionale “Montale Fuori di Casa” è stato istituito nel 1996 da Adriana Beverini, scrittrice e giornalista già presidente del Parco letterario Eugenio Montale di Monterosso in provincia della Spezia, per ricordare il poeta, nel centenario della sua nascita, in ogni aspetto della sua esistenza: poeta, giornalista, saggista, critico musicale e d’arte.
Il sottotitolo del Premio “Fuori di casa” rimanda proprio all’attività di giornalista e alle pagine dei viaggi l compiuti dal Premio Nobel come inviato del “Corriere della Sera” in Europa, in Medio Oriente e negli Stati Uniti. Tali resoconti pubblicati sul “Corriere” sono poi stati raccolti dallo stesso Montale nel volume Fuori di casa, pubblicato la prima volta nel 1969 per Ricciardi, riedito nel 1975 e nel 2017 da Mondadori.
Il Premio si svolge nelle città dove Montale ha vissuto o alle quali ha dedicato poesie o scritti in prosa: Genova, Firenze e Milano. Ma anche in altre centri dove il Premio viene invitato come Roma, Venezia, Napoli. Ogni anno il Presidente, in accordo con i soci, può decidere di assegnare un Premio Speciale ad uno scrittore, poeta, pittore, artista o musicologo di fama internazionale.